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I russi di Montreux, con o senza Khodorkovsky

Circa 800 russi vivono a Montreux swiss-image.ch

Nabokov, Stravinskij, Gogol… e ora la cittadina sulle rive del Lemano potrebbe accogliere anche Michail Khodorkovsky. Un reportage di swissinfo.ch nella comunità russa di Montreux.

Su una popolazione di 25’000 abitanti, la piccola città di Montreux, nel canton Vaud, ha una percentuale del 49% di stranieri. Secondo il sindaco Laurent Wehrli, la comunità russa è formata da circa 800 persone. Tanto che i russi stessi la chiamano a volta il «villaggio russo».

«I russi amano l’atmosfera di Montreux. Nabokov ha vissuto qui per diciassette anni, Gogol vi ha scritto le Anime morte, Stravinskij ha composto della musica e il regista Nikita Michalkov ha girato alcune scene del suo nuovo film The Sunstroke (Il colpo di sole), trasformando i bordi del Lemano nelle rive del Volga», dice Yulia Gigon-Yegorova, che vive sulla riviera vodese da qualche anno.

«Per i turisti russi è un luogo di culto», osserva. «Non mi stupirei se Michail Khodorkovsky scegliesse anche lui questa città. Potrebbe riposarvi e continuare a battersi contro il potere, come fanno le persone della sua tempra».

L’insediamento dell’ex magnate del petrolio a Montreux le sembra una cosa logica. «Prima di tutto è un luogo magnifico, e poi non è troppo difficile trovare un alloggio».

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«Come a casa»

«L’acquisto di immobili da parte di stranieri è sottoposto a severe restrizioni», ricorda Serguey Sander, responsabile dell’agenzia immobiliare «The Leading Properties of the World» di Montreux, la cui clientela è essenzialmente russofona. «La maggior parte dei beni immobili venduti a stranieri si trova in regioni turistiche come il canton Vaud e l’Oberland bernese. Sono rari ma a Montreux c’è almeno un po’ di scelta».

«Se Inna Khodorkovskaija (sposa di Michail) è proprietaria della sua residenza, l’ha probabilmente comprata attraverso l’intermediazione di una grande agenzia immobiliare locale», suppone Sander. A suo dire, i prezzi a Montreux oscillano tra i 10’000 e i 30’000 franchi svizzeri a metro quadrato. Le banche svizzere accordano crediti ipotecari anche agli stranieri a tassi che, se paragonati a quelli della Russia, sono molto vantaggiosi.

«Se Khodorkovsky si installasse qui e tutti venissero a trovarlo, la Riviera si trasformerebbe presto nel centro dell’opposizione russa!», dice sorridendo l’agente immobiliare. In ogni caso, acclimatarsi a Montreux non è difficile: «Dopo aver percorso le vie principali, con i loro bar e i loro negozi, e aver scattato una foto del monumento a Nabokov, ci si sente a casa», assicura Serguey Sander.

Un panorama da un milione

Il villaggio di Chernex, dove secondo la stampa si troverebbe l’abitazione di Inna Khodorkovskaija, si trova poco sopra Montreux. Il panorama è mozzafiato. Per scherzo si dice che qui la vista fa aumentare automaticamente il prezzo degli alloggi di un milione di franchi. Probabilmente c’è del vero. Al tramonto, quando gli ultimi raggi di sole illuminano le cime delle Alpi disegnando larghi strascichi dorati sulla superficie ormai scura del lago, lo spettacolo che si gode da qui è meraviglioso.

Vecchi chalet affiancano le case più moderne, ma Chernex, almeno a prima vista, non è un luogo in cui la ricchezza è ostentata. I rari passanti salutano. C’è una stazione, una posta, due ristoranti, un pic

colo negozio di alimentari e una macelleria. «Ho molti clienti russi», racconta il macellaio. «Sono persone simpatiche, ma piuttosto chiuse. Prendono carne buona, talvolta per 200 franchi, e non amano che io proponga loro altre cose. Quanto a Khodorkovsky, non ne sappiamo niente. Dicono che abbia due figli in età scolare, ma qui non li abbiamo mai visti».

Dopo aver ottenuto la grazia il 20 dicembre scorso dal presidente russo Vladimir Putin dopo dieci anni di carcere, Michail Khodorkovsky ha ottenuto un visto valido un anno per la Germania, paese che si è particolarmente adoperato per la sua liberazione.

Il 5 gennaio ha lasciato Berlino per raggiungere sua moglie e alcuni dei suoi figli in Svizzera, dove ha ottenuto un visto di Schengen rinnovabile. Il visto gli permette di viaggiare nei 26 paesi europei dello spazio di Schengen, tra cui la Svizzera, per tre mesi.

Secondo molti media svizzeri, sua moglie e due figli vivono a Chernex, vicino a Montreux (nel canton Vaud). Il portavoce di Khodorkovsky non ha però confermato l’informazione.

Arrestato nel 2003, l’ex magnate del petrolio era stato condannato nel 2005 e nel 2010 per frode fiscale, truffa, furto di petrolio e riciclaggio. Il verdetto è generalmente considerato una manovra politica per mettere a tacere una delle figure di spicco dell’opposizione russa.

Nel quadro di una richiesta di aiuto giudiziario da parte delle autorità inquirenti russe, il Ministero pubblico della Confederazione aveva fatto bloccare nel 2004 in cinque banche 6,2 miliardi di franchi svizzeri depositati sui conti di 20 azionisti del gruppo Yukos, la compagnia petrolifera di Khodorkovsky. Buon parte del denaro è stata in seguito sbloccata perché il Tribunale federale ha ritenuto che la procedura fosse stata strumentalizzata dal Cremlino per fini politici.

«La cucina russa non è molto quotata»

Sul molo di Montreux, la grande birreria Métropole appartiene a Natalia Yudochkina. «Il proprietario, che ha 75 anni, cercava da tempo un acquirente. Nel 2009 abbiamo finito per comprarla, io e mio padre, ristoratore a Mosca».

Il locale ha 500 posti, una terrazza e un bar. La nuova proprietaria ha mantenuto il menu svizzero. «La cucina russa non è molto quotata in Europa. È troppo cara e grassa. L’unico prodotto che funziona è la vodka».

Come reagirebbe se Khodorkovsky dovesse entrare al Métropole? «L’accoglierei e lo servirei con rispetto, come qualsiasi altro cliente e non mi imporrei nella conversazione», risponde Natalia con tono molto professionale.

Ma questa deferenza non significa indifferenza. Natalia sta leggendo su internet il libro scritto il prigione da Michail Khodorkovsky: «Scrive bene e ha idee interessanti».

E cosa fanno?

Gli ex cittadini dell’Unione sovietica hanno sviluppato qui una miriade di attività. Per esempio la clinica russa Origitea, specializzata nelle cure dimagranti, la gioielleria ucraina Natkina e varie gallerie d’arte e saloni di bellezza.

La vetrina della stazione di servizio vicino al Montreux-Palace mostra la fiamma del logo di Socar, la principale compagnia petrolifera dell’Azerbaidjan, che nel 2012 ha investito in Svizzera comprando 163 stazioni di servizio della ExxonMobil. Socar è anche uno dei principlai sponsor del Festival jazz di Montreux.

Sul Mont Pélérin, sopra la vicina città di Vevey, l’impresa Swiss Development Group di Ilyas Khrapunov ha costruito un complesso residenziale battezzato Parc Kempinski. Il padre del giovane imprenditore, l’ex sindaco di Almaty Victor Khrapunov, si è installato in Svizzera con la sua famiglia in seguito a disaccordi con il presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbayev. Ilyas Khrapunov si è dato all’edilizia, poi nell’aprile 2013 ha venduto la sua azienda a un uomo d’affari svizzero.

E cosa fanno quelli che non hanno né milioni né imprese? La maggior parte di loro lavora nei servizi o nel commercio. In genere, dopo essersi acclimatati sulla Riviera vodese, offrono i loro servizi ai loro compatrioti, come insegnanti di lingue, traduttori o traduttrici (le donne sono in maggioranza), autisti, giardinieri, guardiani, consulenti di shopping e di tutto quanto riguarda la vita in Svizzera. In russo. Con o senza Khodorkovsky, continueranno a fare il loro lavoro quotidiano.

Traduzione Andrea Tognina

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