Il presidente della FIFA acclamato a casa sua
Attaccato da tutte le parti, il presidente della FIFA Sepp Blatter ha ancora dei sostegni in Alto Vallese, sua regione natale. Lo scandalo che sta scuotendo il mondo del calcio ha cambiato l’opinione che la gente del posto ha su di lui?
«Sepp è veramente un punto forte per il Vallese e l’Alto Vallese in particolare», afferma Peter Schmid, un uomo del posto presente al torneo di calcio annuale dedicato al presidente della FIFA. «È un vero vallesano, che non ha paura di parlare con nessuno. È veramente una persona coi piedi per terra».
La manifestazione si è svolta sabato nel villaggio di Ulrichen. Come da 18 anni a questa parte, Blatter era presente nel villaggio di origine della sua famiglia. Le squadre di calcio locali, a cui vanno ad aggiungersi qualche celebrità del pallone in pensione, giocano davanti a un pubblico composto soprattutto di persone del posto, animando un po’ un villaggio altrimenti tranquillo.
«Joseph Blatter, Seppli per noi, è un vero gentiluomo, che ha lavorato bene e non ha mai fatto nulla di male alla FIFA», dichiara un’altra persona, che preferisce non dirci il suo nome.
Altri rifiutano invece di rilasciare qualsiasi commento o addirittura si allontanano quando ci avviciniamo.
Altri sviluppi
Sepp Blatter: le radici come fonte d’energia
«È un po’ facile adesso sparare a zero su di lui. È un vero vallesano e ha fatto molto per lo sport. In questo momento dobbiamo lasciare da parte certe cose e goderci questa giornata», afferma dal canto suo Yvan Quentin, ex nazionale di calcio svizzero.
Diverse persone non nascondono che quest’anno l’atmosfera è però un po’ più fredda rispetto agli anni passati. Tra di esse Christian Constantin, presidente del Football Club Sion, club che milita nella serie A svizzera: «Non direste che quest’anno vi sono meno persone che gli danno pacche sulle spalle?».
Philippe Blatter, presidente del comitato organizzativo di Ulrichen e imparentato con il presidente della FIFA, osserva da parte sua che vi sono più giornalisti presenti.
Franz Beckenbauer e Michel Platini, fedeli ospiti del torneo durante le passate edizioni, non sono invece stati della partita.
Beckenbauer ha declinato l’invito in seguito alla recente morte del figlio. Platini, candidatosi alla presidenza della FIFA, era pure stato invitato, afferma Blatter, ma ha preferito non venire
Il percorso di Blatter
Nato e cresciuto a Visp, città industriale nell’Alto Vallese dove si trova un’importante fabbrica del gruppo chimico Lonza, datore di lavoro del padre, Sepp Blatter ha studiato all’università di Losanna.
Appassionato di calcio sin dalla giovane età, ha rinunciato al sogno di diventare professionista dopo che il padre lo aveva convinto che non ci si poteva guadagnare da vivere col pallone. Dopo aver lavorato per qualche anno nel settore privato, ha iniziato ad occuparsi di turismo in Vallese prima di scalare le posizioni nel mondo sportivo. Prima di iniziare la sua carriera in seno alla FIFA nel 1975, è stato segretario generale dell’Associazione svizzera di hockey su ghiaccio e responsabile dello sponsoring sportivo per il fabbricante di orologi Longines.
«Le mie radici»
Nel corso degli anni, Blatter ha occasionalmente evocato la sua regione d’origine, conosciuta dai turisti soprattutto per località come Zermatt.
Ulrichen si trova nei pressi della sorgente del Rodano ed è attorniato da alcune delle montagne più alte della Svizzera.
«Le mie radici si trovano qui ed è qui che riesco a riprendere energia. Potete vedere come sono ricevuto», dichiara Blatter a swissinfo.ch, mescolandosi alla folla presente attorno al campo da gioco e seduta sui tavoli.
Sui volantini distribuiti alla popolazione locale per invitarla alla manifestazione, Blatter ha fatto stampare un estratto dell’inno vallesano che parla del «figlio delle montagne» che guarda con nostalgia al suo «paese lontano».
Globetrotter
Christian Constantin spiega che questo «attaccamento alle radici» di Blatter è un tratto comune di molti vallesani, ad esempio di tutti coloro che nel XIX secolo emigrarono in Argentina alla ricerca di un futuro migliore.
A Visp, la città all’imbocco della valle dove Blatter è cresciuto, le persone sedute al Café Napoleon, di proprietà del genero del presidente della FIFA, dicono a swissinfo.ch che il loro compaesano si fa vedere più spesso da queste parti.
Fino a poco tempo fa, viaggiava dappertutto, per incontrare presidenti, ministri e vari alti dirigenti. Lo scorso giugno, dopo aver rinunciato ad assistere alla Coppa del mondo femminile in Canada, Blatter aveva annunciato di voler astenersi dal viaggiare sino a quando la crisi non sarebbe risolta (in luglio si è però recato in Russia per i sorteggi della fase finale della Coppa del mondo 2018).
Dei passanti che incontriamo sulla strada principale di Visp ci dicono che Blatter ha acquistato una grande proprietà in città e che ha intenzione di rinnovarla.
Qualche anno fa, un gruppo di abitanti aveva raccolto delle firme per chiedere di ribattezzare la scuola elementare con il suo nome. La petizione non è però stata accettata.
Charles Louis Joris, un geologo che conosce Blatter, definisce il presidente della FIFA come un ‘globetrotter’ più che come un tipico vallesano.
A Ulrichen, dove lo incontriamo, Blatter si paragona un po’ al Rodano. Come il fiume che attraversa il Vallese, si immette nel Lemano e poi scorre in Francia fino al Mediterraneo, anche lui era destinato a viaggiare e a scoprire orizzonti più vasti.
«Quando mi ritirerò, avrò un piede qui in Vallese, a Visp, dove vive mia figlia. L’altro però sarà altrove. Sono diventato un nomade, devo viaggiare, non posso fermarmi e spero che potrò farlo ancora per un pezzo».
Visto che Blatter dovrebbe ritirarsi nel febbraio del 2016, il torneo organizzato quest’anno sarà l’ultimo?
«Dopo 18 anni è ormai una leggenda, non si può sopprimerlo così. Toccherà alla gente del posto decidere, ma sono sicuro che non cancelleranno il nome, poiché è un nome di qui. È un buon nome, è ancora un buon nome. Alcune persone dicono di no, ma Blatter è ancora un buon nome».
Critiche «ingiuste»
François Carrard, responsabile delle riforme della FIFA, ha dichiarato in un’intervista a Le Matin Dimanche che le critiche nei confronti di Blatter sono «ingiuste».
«Ha sì commesso degli errori, ma ha anche fatto cose positive […]. Quest’uomo è trattato in modo ingiusto. E se si parla di corruzione… sulla mia scrivania ho tutta la procedura americana. Nell’atto di accusa non vi è una parola contro di lui. Niente. Oggi non sono a conoscenza del benché minimo indizio di corruzione di Blatter», ha sottolineato l’ex direttore generale del Comitato olimpico internazionale.
Traduzione di Daniele Mariani
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