In Ticino il rombo di migliaia di Harley Davidson

La kermesse per eccellenza dei motociclisti in Svizzera, la "Swiss Harley Days", si tiene in questa fine settimana tra Lugano e Campione d'Italia, in concomitanza col 19esimo Rally annuale europeo. Che per la prima volta si sposta su territorio elvetico.
“Perché essere harleysta? Perché dà un senso impagabile di libertà e trasgressione, perché fa sentire senza vincoli, padroni del proprio destino”.
Voci che si rincorrono sulle due sponde del Ceresio, tra Lugano e Campione, letteralmente invase da un esercito di Harley Davidson. Almeno duemila motociclisti, migliaia e migliaia di appassionati e curiosi al seguito, da tutta l’Europa.
C’è il “chapter”, il “club” o “capitolo” olandese, che dopo aver tifato per la propria squadra ai Mondiali ora è arrivato qui scorrazzando per mezza Europa, per un evento “che non si poteva perdere”, quasi fossimo ancora alle imprese calcistiche in Sudafrica.
“È da tanto che volevo spingermi al sud delle Alpi”, dice un attempato harleysta inglese, casco a forma d’elmetto da battaglia, jeans e giacca di pelle d’ordinanza. “Questa è l’occasione perfetta”. “Per noi è un po’ come essere una tribù in cammino”, spiega un ragazzo spilungone accodato al “chapter” tedesco di Berlino.
Difatti ogni “chapter” che si rispetti ha i suoi tratti comuni, che poi ognuno è libero di personalizzare a modo suo. Il lungolago di Lugano, chiuso al resto del traffico, è così un viavai continuo di moto dalle fogge più disparate.
Largo alla fantasia
Il nero predomina, ma c’è chi sul serbatoio ha dipinto lupi, velieri, teschi, la bandiera americana, addirittura fiori. Chi ci ha appiccicato piume, un pennello, fotografie. Chi ha montato sopra il manubrio un impianto stereo in piena regola. “Perché la musica a tutto volume, quando si corre nel vento, ti fa sentire in un’altra dimensione”, spiega un losannese alle prese col manubrio da lucidare.
La palma del kitch spetta però a un biker che ha smontato il suo serbatoio e l’ha sostituito con uno a forma di bara, con tanto di manici dorati. E poi c’è chi ha agganciato sotto la sella catene di lucine intermittenti, che aumentano i riverberi di ferro e acciaio del motore, sempre più accesi man mano che scende la sera, quando la gente si affolla sul lungolago.
Colpiscono anche le coppie avanti con gli anni: lui e lei, magari ultra sessantenni, insieme a curiosare agli stand. E poi via, insieme sulla Harley come quando avevano vent’anni. “Anche questo ci rassicura –afferma una coppia ginevrina – è come rivivere un rito che sembra bloccare gli anni che passano… Così restiamo giovani” sullo sfondo dell’inconfondibile rombo alla “Easy Rider”.
Certo, è un hobby per chi se lo può permettere: si calcola che una moto costi almeno 10-15mila franchi. Ma parcheggiate sul lungolago se ne vedono anche da 40 o 50mila franchi, accessori compresi.
Ma quanto lavoro!
Non è stato semplice organizzare questa kermesse: è la prima volta infatti che il raduno nazionale svizzero degli “Swiss Harley Days” si svolge in un contesto urbano, per di più con l’aggiunta del meeting europeo. Le preoccupazioni non sono mancate, soprattutto per quanto riguarda sicurezza e ordine pubblico, tanto che inizialmente le autorità luganesi avevano declinato, spaventate dalle dimensioni della manifestazione.
Ma poi si è deciso di ripensarci, anche per la condivisione dell’evento col territorio di Campione d’Italia. Inoltre perché gli organizzatori hanno assicurato che i motociclisti attesi sono ben lontani dalle bande di vandali alla “Hell’s Angels”.
Molte le iniziative previste. La più spettacolare, sabato 17 luglio, è la grande parata che parte da Lugano e arriva a Campione, con circa 1’500 motociclisti impegnati in un percorso a circolo continuo tra le due località, passando su da Carona e attraversando il ponte di Melide. Una colonna di moto lunga circa 8 chilometri: in pratica, la più grande parata di Harley-Davidson mai organizzata in Svizzera.
Per i biker sono previste, naturalmente, anche escursioni su ampio raggio. Per esempio si può partire da Campione, sede del campeggio ufficiale, a gruppi massimi di 80 moto, per lanciarsi su percorsi dai 90 ai 330 chilometri, in Svizzera e nel nord Italia.
Accanto ai motociclisti, decine di migliaia di visitatori, il “popolo Harley Davidson”, che ne approfitta per andare a caccia di accessori e pezzi d’abbigliamento unici in bancarelle curate da un centinaio di espositori provenienti da tutta Europa, più una ventina di rivenditori ufficiali. Decine ovviamente i punti di ristoro, negozi con aperture straordinarie e prolungate e, alla sera, concerti open-air in piazza.
Alessandra Zumthor, swissinfo.ch
Gli “Swiss Harley Days” sono una manifestazione annuale iniziata nel 2004 per riunire gli harleysti di tutta la Svizzera, indipendentemente dai raduni cantonali o cittadini.
Il primo raduno, nel 2004, si è tenuto a Mogelsbrg. L’appuntamento di questi giorni a Lugano è il primo in un contesto cittadino.
A titolo di confronto, l’edizione 2008 a Brunnen ha visto la presenza di 25mila tra biker e semplici appassionati.
Harley-Davidson deriva il suo nome da due ragazzi ventenni di Milwaukee, William Harley e Arthur Davidson, che nel 1901 iniziarono col costruire una bici meccanica nel garage di casa.
Nel 1903 cominciò la produzione, di pochissimi esemplari, il primo stabilimento aprì invece nel 1906.
Nel 2003 la Harley-Davidson ha festeggiato il secolo di vita.
Attualmente si calcola che renda di più il settore degli accessori che non la vendita diretta di moto.

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