Qatar, “un attore privilegiato del finanziamento dell’islam in Europa”
Il Qatar ha sostenuto con diversi milioni di franchi dei progetti di moschee e di centri islamici in Svizzera e Italia, rivela il libro 'Qatar Papers', di cui hanno parlato giovedì dei giornali del gruppo editoriale Tamedia.
Per scrivere ‘Qatar Papers’, i giornalisti Christian Chesnot e Georges Malbrunot si sono appoggiati su una fuga di documenti interni di una ONG finanziata dalla famiglia reale qatariota, hanno spiegato giovedì i quotidiani romandi 24HeuresCollegamento esterno e Tribune de GenèveCollegamento esterno.
Il libro afferma che l’organizzazione Qatar CharityCollegamento esterno ha finanziato 140 progetti di moschee e di centri islamici in Europa con 71 milioni di euro (quasi 80 milioni di franchi).
“Il Qatar è oggi un attore di primo piano nel finanziamento dell’islam in Europa”, ha commentatoCollegamento esterno alla Televisione svizzera di lingua francese RTS Georges Malbrunot, giornalista di Le Figaro. L’Italia è il paese più interessato con oltre 50 progetti finanziati.
Cinque progetti finanziati in Svizzera
In Svizzera, l’ONG avrebbe investito tra il 2011 e il 2014 oltre 3,6 milioni di euro (4 milioni di franchi) in cinque progetti di organizzazioni musulmane a Prilly (canton Vaud), Bienne (Berna), La Chaux-de-Fonds (Neuchâtel) e Lugano.
Mohamed e Nadia Karmous, responsabili del museo delle civiltà dell’islam a La Chaux-de-Fonds, svolgerebbero “un ruolo centrale”. Secondo ‘Qatar Papers’, la coppia, “riconosciuta al livello più alto della sfera d’influenza” dei Fratelli musulmani, ha potuto contare per il suo museo su almeno sette trasferimenti di fondi, per un totale di quasi 1,4 milioni di franchi.
Contattato dalla redazione di Tamedia, Mohamed Karmous, insegnante alla Scuola universitaria professionale di Neuchâtel, non ha voluto commentare il libro senza averlo letto. Assicura però di “rispettare le leggi svizzere”.
Il Complesso culturale musulmano di Losanna a Prilly (1,6 milioni di franchi) e la moschea Salah-Eddine di Bienne fanno parte delle strutture che hanno ricevuto soldi dall’emirato.
“Chi finanzia influenza”
“Da parte del Qatar, che investe massicciamente, c’è una volontà di influenzare l’islam europeo”, ha affermato Georges Malbrunot, rilevando che il Qatar aveva posto delle condizioni alla concessione del suo aiuto al museo di La Chaux-de-Fonds: “Imponevano di avere una bandiera, la presenza di dirigenti qatarioti alle riunioni importanti… Chi finanza influenza, non bisogna far finta di non vedere”.
Reagendo alle affermazioni del giornalista francese, il rappresentante della Federazione delle organizzazioni islamiche della Svizzera (FOIS), Pascal Gemperli, ha rammentato che il finanziamento della globalità delle moschee nel paese era “al 98%” di origine svizzera. Non siamo affatto inondati da fondi stranieri, ha sottolineato.
Pascal Gemperli ha inoltre aggiunto che la Qatar Charity “ha dei partenariati con la fondazione Bill Gates, lavora con il programma alimentare delle Nazioni Unite, l’Unicef, l’Organizzazione mondiale della sanità…”. Si tratta di un’organizzazione riconosciuta, ha aggiunto.
Traduzione dal francese di Luigi Jorio
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.