Le scuole svizzere all’estero affrontano la concorrenza
C'è spazio per l'istruzione svizzera nell'affollato mercato internazionale delle scuole? Sì, dice Barbara Sulzer Smith, direttrice amministrativa di educationsuisse, l'organizzazione ombrello delle scuole svizzere all'estero. Ma avverte che la concorrenza è feroce e che attirare gli insegnanti è difficile.
La Svizzera ha 18 scuole ufficiali all’estero, con un totale di circa 7’500 allievi. Il loro pubblico target sono sia ragazzi del posto sia espatriati. Gli alunni con passaporto svizzero rappresentano circa il 20% del totale.
Ma quella elvetica è una piccola rete: la vicina Germania ha 140 scuole all’estero e la Francia 522. C’è inoltre concorrenza sul campo: a Pechino, sede della scuola svizzera aperta di più recente, ad esempio, ci sono circa 50 scuole internazionali.
Oggi, lo scopo principale delle scuole svizzere all’estero è quello di fungere da ambasciatrici della cultura e dell’educazione svizzera, afferma Sulzer Smith in un’intervista effettuata presso la sede centrale di educationsuisseCollegamento esterno a Berna.
swissinfo.ch: Come sono posizionate le scuole svizzere in questo campo altamente competitivo?
Barbara Sulzer Smith: Siamo ben posizionati, ma la concorrenza è aumentata in modo massiccio e sul mercato ci sono sempre più attori. Siamo in concorrenza con altre scuole private e altri grandi gruppi di formazione, che sono molto forti anche dal punto di vista finanziario.
Noi, per legge svizzeraCollegamento esterno, siamo scuole senza scopo di lucro. Circa un terzo o un quarto del budget scolastico proviene dalle sovvenzioni. La legge dice anche che la maggior parte dei nostri insegnanti deve essere svizzera, in quanto costoro hanno la responsabilità di garantire la qualità di un’istruzione elvetica. Noi proveniamo da un Paese con un livello salariale elevato e gran parte dei costi di gestione di una scuola svizzera sono costituiti dagli stipendi degli insegnanti.
swissinfo.ch: Quanto sarà praticabile in futuro questo modello di gestione non profit?
B.S.S.: La struttura delle scuole rimarrà la stessa in futuro: l’istruzione opera in Svizzera secondo un sistema federalista. Così ogni scuola continuerà ad essere indipendente, sostenuta da sussidi statali e ad avere il sostegno pedagogico del suo cantone patrocinatoreCollegamento esterno. Ma vogliamo rafforzare l’efficienza e l’efficacia della rete. Ad esempio, stiamo sviluppando un concetto di formazione comune per insegnanti, presidi e consigli scolastici.
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swissinfo.ch: È difficile anche attirare nelle scuole un numero sufficiente di insegnanti svizzeri?
B.S.S.: In Svizzera non ci sono abbastanza docenti, quindi il mercato è molto ristretto ed è difficile trovare insegnanti che vogliano andare all’estero. Molto spesso gli stipendi sono più bassi che in Svizzera. Altre scuole straniere, come quelle tedesche o francesi, sono altamente sovvenzionate e i governi mandano insegnanti all’estero.
Noi non abbiamo questo sistema: tutti i nostri insegnanti sono assunti da noi o localmente dalle scuole e questo può causare molti problemi. Per esempio, con la sicurezza sociale e le tasse. Stiamo cercando di sviluppare un sistema che permetta a un’istituzione di diritto pubblico anche di inviare insegnanti nelle scuole svizzere all’estero come dipendenti del settore pubblico. Con questo nuovo sistema le condizioni di lavoro diventerebbero più attrattive.
swissinfo.ch: Cosa succede con le scuole che usano la denominazione “Svizzera” ma non sono ufficiali (come a Dubai)?
B.S.S.: È un grosso grattacapo. D’altra parte, però, non lo vedo come un grave problema nei Paesi in cui non ci sono scuole ufficiali svizzere, dato che non disponiamo delle risorse per averne in tutto il mondo. Stiamo cercando di capire come far entrare queste scuole nella nostra rete, magari come associate, a patto che soddisfino determinati criteri di “svizzeritudine“.
Ma è molto importante che se queste scuole usano il nome “Swiss” ci sia anche “swissness” all’interno. Nel caso della Swiss International Scientific School di DubaiCollegamento esterno, il proprietario della scuola e il precedente direttore erano svizzeri, il loro curriculum si basa su quello svizzero, quindi c’è la “swissness”. Ma ci sono anche scuole dove non c’è alcuna “swissness”: usano il nome solo perché fa un bell’effetto. Questo è il più grave problema! È difficile fare qualcosa legalmente. A volte l’ambasciata svizzera viene coinvolta e cerca di intervenire contro la scuola.
swissinfo.ch: Nelle vostre scuole dovete insegnare almeno una lingua ufficiale della Svizzera. Ma la gente non è interessata soprattutto all’inglese?
Aprire una scuola svizzera
L’iniziativa per istituire una scuola svizzera all’estero deve provenire da un gruppo svizzero locale, di solito genitori (a differenza di altri Paesi in cui è patrocinata dal governo). È un processo lungo e richiede molti soldi, spiega Barbara Sulzer Smith. Il caso di Pechino, in cui è stata creata da una persona svizzera con esperienza nel settore dell’istruzione, costituisce un’eccezione. Il problema oggi è che, siccome in genere non rimangono più a lungo nello stesso posto, gli espatriati non sentono la necessità di creare una scuola per i loro figli, osserva Barbara Sulzer Smith.
B.S.S.: È una questione importante e, nella maggior parte dei casi, i genitori dicono di volere più inglese. Tutte le scuole svizzere all’estero hanno una lingua locale e una lingua nazionale svizzera. Di solito l’inglese è una terza lingua: lo imparano rapidamente ad alto livello. Se si vuole frequentare una scuola svizzera di livello secondario II [liceo o scuola specializzata] è necessario il francese o il tedesco come seconda lingua svizzera, quindi questa è normalmente la nostra quarta lingua.
Poi ci sono scuole svizzere come a Barcellona, dove si deve imparare il catalano, o altre che offrono l’insegnamento di lingue supplementari, come in Messico, dove si può imparare il cinese. Così gli alunni imparano fino a cinque lingue. Consideriamo il plurilinguismo delle nostre scuole come una delle nostre USP [argomentazione esclusiva di vendita].
swissinfo.ch: È sufficiente il sostegno svizzero per le scuole elvetiche all’estero?
B.S.S.: Una scuola svizzera all’estero è spesso un enorme punto di riferimento ed è per questo che quando dei ministri o dei rappresentanti politici si recano in un all’estero, spesso ne visitano una.
Quest’anno abbiamo avuto diversi anniversari – il 70° a Bogotà, il 100° a Milano e Barcellona – quindi siamo ben posizionati, ma non possiamo fermarci qui e vivere della nostra reputazione svizzera. Forse 20-30 anni fa, essere svizzera bastava per attirare la gente. Ora non è più così.
Anche in Svizzera stanno accadendo molte cose nel sistema educativo, come la digitalizzazione o i nostri nuovi programmi di studio (Lehrplan 21). Stiamo portando queste nuove tendenze nelle scuole all’estero e questo ci permetterà di offrire un’educazione svizzera moderna con la quale, credo, saremo sempre in vantaggio rispetto alla concorrenza.
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Il profilo di queste scuole è fondato sul programma di studi svizzero e sul plurilinguismo elvetico, afferma Barbara Sulzer Smith. Esse offrono un’ampia formazione generale sia nelle materie accademiche che nelle competenze sociali, come l’apprendimento indipendente e l’auto-organizzazione. Anche musica, tecniche artigianali e sport occupano un posto importante.
La maggior parte di esse va dalla scuola dell’infanzia alla maturità liceale svizzera (che consente l’ingresso all’università, a partire dai 18-19 anni) o al livello di licenza liceale internazionale. Pechino (il cui status è ancora provvisorio ma che dovrebbe essere confermato) offre solo la scuola materna e quella elementare fino al terzo anno. (I cinesi non possono frequentarla a causa delle normative locali).
(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)
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