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L’ombra di Oslo sulla giornata ONU della gioventù

Migliaia di persone hanno preso parte a una marcia pacifica per commemorare le vittime della strage. Keystone

L’Assemblea generale dell’ONU ha aperto la conferenza dedicata ai giovani con un minuto di silenzio, in ricordo delle vittime della strage norvegese. Sconvolti, i partecipanti hanno ribadito la necessità di promuovere e sostenere la partecipazione politica dei giovani.

“Questa tragedia ci ricorda che troppo spesso i giovani di tutto il mondo sono vittime di ogni possibile forma di violenza”, ha affermato il presidente dell’Assemblea generale dell’ONU Joseph Deiss. “Troppo spesso sono coinvolti in conflitti armati o sono confrontati a condizioni di vita estreme, come la siccità e la carestia che stanno mettendo in ginocchio la Somalia”.

L’ex ministro svizzero e il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon hanno espresso la loro solidarietà con il popolo norvegese e hanno condannato nuovamente il folle gesto di Andres Bering Breiv, che venerdì ha ucciso oltre 70 persone nel centro di Oslo e sull’isola di Utoya.

Centrata sul tema “Giovani: dialogo e comprensione reciproca”, la conferenza newyorkese è stato l’appuntamento più significativo dell’anno nternazionale della gioventù, che si concluderà l’11 agosto.

Tra commozione e solidarietà

Per il giovane Jon Andre Hvoslef-Eide – delegato norvegese – non è stato facile venire a New York appena 12 ore dopo il massacro. “Ognuno di noi conosceva almeno una persona morta venerdì…”, ha raccontato a swissinfo.ch.

Jon Andre Hvoslef-Eide si è detto particolarmente commosso dalle parole di Joseph Deiss e Ban Ki-moon e dal moto di solidarietà dei presenti in sala. “Significa molto per noi”, ha detto il giovane.

Per Jon Andre Hvoslef-Eide, questo attacco era “un tentativo di sterminare un’intera generazione di giovani, di far tacere delle persone politicamente attive. L’esatto contrario rispetto a quanto promosso dall’ONU durante questa conferenza”. Il delegato ha poi ricordato l’importanza di non perdere di vista questi obiettivi: favorire la partecipazione dei giovani nei processi politici e garantire il diritto alla libertà d’espressione.

Ora più che mai

Come il suo compagno norvegese, e molti altri giovani in sala, anche il rappresentante elvetico all’ONU Oliver Felix si è detto scioccato dall’accaduto. “La presenza dei delegati norvegesi e i racconti in prima persona mi hanno fatto sentire molto più vicino alla loro tragedia”.

Parole come “inconcepibile” e “tremendo” hanno dominato i discorsi tra i giovani presenti, ma non è mancata la voglia di continuare a lottare per costruire una società più giusta, nel rispetto e nella comprensione reciproca.

“Ero così sconvolta quando ho sentito parlare di questo attacco”, racconta Melissa Brander, cittadina americana. “Questa strage dimostra ancora una volta quanto sia importante imparare a gestire i problemi in modo pacifico”. 

“Dovremmo imparare fin da piccoli a trattare con rispetto le altre persone, culture, religioni e idee”, le fa eco il ruandese James R. Aniyamuzaala.

La Norvegia non cede alla paura

Nel suo discorso al plenum, Gjermund Saether, delegato del governo norvegese all’ONU, ha sottolineato che “sarà con la democrazia, l’apertura, la trasparenza e l’umanità che la Norvegia risponderà al peggior attacco della sua storia dalla seconda guerra mondiale”.

“Solo attraverso la partecipazione attiva – ha sottolineato il diplomatico norvegese – i giovani possono permettere alla Norvegia di fare passi avanti”. Andres Behring Breivik “ha mirato al cuore della nostra democrazia, ma noi non ci faremo intimidire”.

I giovani laburisti riuniti sull’isola di Utoya sono stati mossi “dalla fede nella democrazia, la diversità e il rispetto delle opinioni altrui”, così come “il diritto e il dovere” di partecipare alla vita politica del proprio paese.

Gjermund Saether ha poi concluso il suo intervento citando un giovane compatriota: “Se un solo uomo può dar prova di tanto odio, di quanto amore siamo capaci noi tutti assieme?”.

Nel 1985 l’Onu ha proclamato il primo anno internazionale della gioventù. Dieci anni dopo l’Assemblea Generale ha adottato il Programma mondiale d’azione per la gioventù.
 
Oggi il programma comprende 15 grandi aree tematiche, che coinvolgono i giovani di tutti il mondo.

 
Lo scopo dell’anno della gioventù è quello di promuovere gli ideali di pace, rispetto dei diritti umani e solidarietà tra generazioni, culture, religioni e civiltà; rafforzare la partecipazione dei giovani nello sviluppo della società.

Circa l’87% dei giovani tra i 18 e i 24 anni vive in paesi in via di sviluppo e si trova confrontato a sfide particolarmente difficili come l’accesso limitato alle risorse, ai servizi sanitari, all’istruzione e alle opportunità formative, occupazionali ed economiche.
 
Circa 500 giovani provenienti da tutto il mondo hanno partecipato alla conferenza di New York, durante la quale è stato riconfermato il programma mondiale di azione per la gioventù.

Per promuovere la partecipazione giovanile a livello internazionale, dal 2003 la Svizzera aderisce al progetto “Youth Rep”.

Ogni anno tre giovani hanno la possibilità di rappresentare la gioventù svizzera all’ONU, di discutere le tematiche che stanno loro a cuore e di sensibilizzare i loro coetanei in patria.

“Youth Rep” è un progetto nato da una collaborazione con il Dipartimento degli affari esteri e la Federazione svizzera delle associazioni giovanili.

(Traduzione e adattamento, Stefania Summermatter)

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