La bici comunista si fa strada in Svizzera
Comoda, veloce, economica, ecologica e salutare: sono i vantaggi della bicicletta condivisa. Gli svizzeri l'hanno scoperta da poco, ma ora recuperano terreno. Indicativo di questo sviluppo è il primo incontro nazionale che mira a un coordinamento.
La “bici in comune” ottimizza l’offerta di mezzi pubblici e rafforza l’efficienza dei trasporti intermodali urbani. Per recarsi dalla stazione ferroviaria all’università, dalla fermata dell’autobus al supermercato, dal luogo di lavoro al ristorante, dal cinema a casa. Poco importa dove e a che ora del giorno o della notte la si usi: spostarsi diventa più semplice e più rapido.
A differenza di quella individuale, la bicicletta condivisa evita all’utente ogni preoccupazione di manutenzione e di rischi di furto o di danneggiamenti. Di questi grattacapi si occupa l’ente gestore.
Rispetto al noleggio tradizionale, il bike sharing si distingue per la grande autonomia. Tramite sistemi automatici di prelievo e di consegna, i velocipedi sono accessibili 24 ore su 24 per 7 giorni su 7. La rete di cicloposteggi consente di restituire la bici in un punto diverso da quello in cui si è saliti in sella.
Lugano e Paradiso modelli trainanti per il Ticino
Grazie a Lugano e a Paradiso, il bike sharing quest’estate si è esteso alla Svizzera italiana. Una tappa importante nella creazione di una rete elvetica da parte di velopass, il cui sistema di noleggio automatico di biciclette è stato adottato dai due comuni ticinesi.
Presente all’inaugurazione della rete sudalpina, il fondatore e direttore di velopass Lucas Girardet, infatti, ha detto a swissinfo.ch che l’obiettivo è di insediarsi in tutte le regioni linguistiche del paese e di creare “un vero progetto nazionale”.
Girardet sembra avviato a vincere questa scommessa. Del resto, la rivista economica “Bilan” lo ha inserito in un elenco di 50 imprenditori elvetici protagonisti di “storie di successo”, che si distinguono per il loro spirito innovativo.
Partita nel giugno 2009 con la rete Losanna-Morges, l’avventura di velopass è proseguita nell’agosto seguente con quella della Riviera vodese a Vevey e La Tour-de-Peilz. Quest’anno sono seguite Friburgo, Yverdon-les-Bains, poi Lugano e Paradiso. Complessivamente il servizio velopass adesso conta oltre 500 bici e 36 stazioni.
A breve saranno messe in servizio quelle dello Chablais (Aigle e Monthey), di Sion e di Visp. Entro la fine dell’anno sarà realizzata quella di Basilea, dove velopass ha vinto il primo premio del concorso “le migliori idee” per la città renana. In cantiere ci sono parecchi altri progetti, in vari angoli della Confederazione.
Bienne capitale svizzera della bici
Pure nel 2009, la società tedesca nextbike, in collaborazione con il servizio di noleggio delle Ferrovie federali svizzere (FFS) Rent a bike, ha lanciato il progetto “bici in prestito” nell’agglomerato di Lucerna e in altre località della Svizzera centrale. L’offerta attuale è di circa 150 biciclette distribuite in una sessantina di punti di noleggio nell’agglomerato lucernese e una cinquantina di bici in altre 18 località.
Benché l’obiettivo futuro sia quello di un vero bike sharing, per ora solo a Lucerna è possibile consegnare la bicicletta in un luogo diverso da quello di prelievo. Inoltre il servizio nextbike funziona solo da aprile ad ottobre. Anche questa società ambisce a creare una rete nazionale. Per il futuro si prefigge di essere presente in tutte le località con più di 5’000 abitanti e in quelle turistiche.
Grande attesa c’è per Bienne. La città bernese che già da diversi anni conduce una pianificazione urbanistica esemplare e che nel 2005 ha vinto il Prix Vélo per le sue misure in favore della sicurezza dei ciclisti, si appresta a lanciare il proprio servizio di bike sharing.
In una fase preliminare, dalla fine di settembre, offrirà una cinquantina di bici condivise e 7 stazioni, ha indicato a swissinfo.ch il capo del progetto Jonas Schmid, del Dicastero dell’urbanismo di Bienne. Terminato il periodo di prova, per la prossima primavera sono previste 300 biciclette e 40-50 stazioni.
Nuovo elemento portante della mobilità sostenibile
La bici pubblica appare ora destinata a diffondersi a macchia d’olio in Svizzera. Ogni nuova rete ha un effetto incentivo per altri comuni, rileva la responsabile della comunicazione di velopass Elise Méan. Così, per esempio, in Ticino, è già stata avviata una riflessione per la sua introduzione a Bellinzona e a Locarno.
L’espansione che sta conoscendo il bike sharing è probabilmente dovuta anche al fatto che questo mezzo sembra tagliato su misura per le dimensioni degli agglomerati elvetici. Ossia, proprio per quelle aree all’interno delle quali si muove quotidianamente più dell’80% della popolazione attiva svizzera.
“Studi hanno dimostrato che per gli spostamenti fino a tre chilometri la bicicletta è il mezzo di trasporto più adeguato”, ci spiega Elise Méan. Su questa distanza è però ancora effettuato il 30% dei tragitti in auto.
Ed è proprio il traffico privato motorizzato dei pendolari urbani che si mira in primo luogo a ridurre, proponendo il bike sharing come valida alternativa. Finite le snervanti attese in colonna, terminate le lunghe ricerche di un parcheggio: in bicicletta si procede più velocemente. Così si riducono le emissioni inquinanti e al contempo si fa movimento, a beneficio della propria salute.
Coordinamento per perfezionare l’offerta
La popolarità crescente della bici condivisa fa dunque ben sperare nel futuro della mobilità sostenibile nella Confederazione. La diversità dei sistemi presenti ha però indotto la Conferenza Bici Svizzera, che riunisce specialisti pubblici e privati di pianificazione ciclistica, e l’associazione di difesa degli interessi dei ciclisti Pro Velo Svizzera a creare la piattaforma Coordinamento bikesharing Svizzera.
Sostenuta finanziariamente dall’Ufficio federale delle strade, la piattaforma per la promozione della bicicletta collettiva propone agli enti pubblici e agli attori interessati informazioni, consulenze e incontri. Il Coordinamento esorta gli operatori ad adottare sistemi di accesso compatibili fra di essi e con quelli di altri mezzi pubblici. L’ideale perseguito è quello di un’unica tessera magnetica che consenta di accedere a tutti i mezzi pubblici della Svizzera.
La piattaforma caldeggia collaborazioni, scambi e dialogo per diffondere nel migliore dei modi le reti di bici condivise. In quest’ottica di armonizzazione ha organizzato il primo incontro del Coordinamento bikesharing Svizzera che si terrà il 10 settembre a Bienne. Una scelta che non è casuale e che consentirà ai partecipanti non solo di fare un bilancio di varie esperienze, ma anche di scoprire il nuovo sistema locale che sarà inaugurato alla fine del mese.
Finanziati da Comuni o altri enti pubblici, solitamente con l’aggiunta di contributi di sponsor, i servizi di bike sharing non hanno uno scopo di lucro ma di ecomobilità.
Si tratta di una prestazione che si iscrive in una politica di mobilità sostenibile e di vita sana.
In questi progetti in genere sono coinvolte anche organizzazioni sociali e sono associati a programmi occupazionali o di ricollocamento.
Gli accessori del sistema velopass sono forniti dall’italiana Bicincittà.
Ogni bicicletta è ancorata ad una colonnina di cicloposteggio dotato di un’elettroserratura. Il prelievo e la riconsegna della bici alla stazione di distribuzione sono effettuati tramite una tessera elettronica. Ogni stazione è presidiata da un pannello informativo.
L’abbonamento regionale annuale costa dai 15 ai 35 franchi a seconda della densità della rete. Esso dà diritto a mezz’ora gratuita a ogni prelievo della bicicletta. Oltre questa durata, la tariffa è di un franco all’ora.
L’abbonamento nazionale costa 60 franchi all’anno.
Una carta giornaliera costa 6 franchi ed è valida 24 ore.
Le biciclette sono posteggiate in luoghi ben visibili presso stazioni ferroviarie, alberghi, enti turistici. Sono dotate di lucchetti che vengono aperti con un codice comunicato per sms all’utente.
La registrazione dell’utente, il prelievo e la consegna si effettuano tramite cellulare.
L’abbonamento mensile per due tragitti al giorno di un’ora ciascuno al giorno costa 10 franchi, quello per 4 ore ciascuno 20 franchi.
Senza abbonamento la tariffa è di 2 franchi all’ora. La giornaliera costa 20 franchi.
La Città di Bienne offrirà dalla fine di settembre 2010 un proprio sistema, sviluppato con dei partner. Il capo progetto Jonas Schmid ha spiegato a swissinfo.ch che si tratta di una tecnologia innovativa.
I prelievi si effettueranno con una tessera magnetica, compatibile con altri sistemi (p. es. velopass, trasporti pubblici…), che permetterà di aprire il lucchetto elettronico della bici.
Chiaramente segnalati con un cartello informativo, i cicloposteggi saranno più piccoli e leggeri di quelli abituali. La loro installazione sarà molto più semplice. Ciò permetterà una grande flessibilità. Potranno infatti essere spostati facilmente, in modo da adattare perfettamente l’offerta alla domanda.
Gli utenti si dovranno registrare. Potranno poi acquistare carte giornaliere, abbonamenti mensili o annuali.
Maggiori dettagli si avranno all’inaugurazione. L’occasione per una pedalata in riva al lago?
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