La Catena della Solidarietà, 75 anni di aiuto umanitario svizzero
In tre quarti di secolo, la Catena della Solidarietà, il "braccio umanitario" della Società svizzera di radiotelevisione, è diventata una delle principali fonti di finanziamento dell'aiuto umanitario in Svizzera. Ad oggi, ha raccolto quasi due miliardi di franchi. Retrospettiva.
La Catena della Solidarietà è una delle organizzazioni caritatevoli più emblematiche della Svizzera. Questo mese festeggia i suoi 75 anni di esistenza, un anniversario che verrà celebrato in dicembre durante una settimana speciale di raccolta fondi in favore dei bambini e delle bambine nel bisogno nel mondo intero.
La sua storia inizia nel 1946, a Losanna (Canton Vaud). Appena dopo la Seconda guerra mondiale, anche se il Paese non è stato implicato nel conflitto, una grande parte della popolazione svizzera vive nella miseria.
Due animatori della radio pubblica della Svizzera francese (allora chiamata Radio Sottens, in seguito diventata Radio Télévision Suisse RTS), Roger Nordmann e Jack Rollan, hanno l’idea di creare una catena di solidarietà con il loro pubblico per sostenere le persone colpite dalla guerra.
Un primo appello alla raccolta di donazioni è diffuso il 26 settembre del 1946 e diventerà in seguito un programma settimanale intitolato “La Chaîne du Bonheur” (letteralmente: “La Catena della Felicità”). Il suo obiettivo: raccogliere aiuti umanitari secondo un principio ispirato a quello delle catene di Sant’Antonio. Una delle prime operazioni permette ad esempio ad alcuni orfani e orfane di guerra del Regno Unito di passare delle vacanze in Svizzera.
All’inizio, i doni non sono in denaro ma in natura: libri, scarpe, materassi, vestiti caldi, … Lo studio di Losanna è regolarmente invaso da casse di materiali diversi che sono poi ridistribuiti dalla Croce Rossa svizzera, prima organizzazione partner della Catena della Solidarietà.
Dalla Svizzera francese, l’idea si estende velocemente alla Svizzera tedesca (con la “Glückskette”, dal 1947) e italiana (“La buona azione” nasce nel 1948 e diventerà in seguito “La Catena della Solidarietà”). La prima colletta a livello nazionale è realizzata a favore di un centinaio di soldati svizzeri che, intossicati da crostoni al formaggio arrostiti con l’olio di raffreddamento delle mitragliatrici, avevano subito danni permanenti al sistema nervoso.
Dal 1948 al 1968, l’organizzazione collabora con i media dei Paesi vicini, cosa che contribuisce a dare una dimensione europea alle sue operazioni.
Nel 1954, l’appuntamento radiofonico settimanale termina ma, negli anni seguenti, la Catena della Solidarietà torna in radio, televisione e web quando l’attualità lo necessita.
La Catena della solidarietà ha fatto parte per 37 anni della Società svizzera di Radiotelevisione SSR, il servizio pubblico radiofonico e televisivo della Svizzera di cui fa parte anche SWI swissinfo.ch.
Di fronte alla moltiplicazione delle raccolte fondi e alla professionalizzazione delle sue attività, la Catena della Solidarietà è diventata una fondazione indipendente nel 1983.
Continua tuttavia a essere strettamente legata alla SSR, di cui rappresenta il “braccio umanitario”, secondo la sua classica formula. Cinque membri del consiglio di fondazione sono anche membri della SSR e il suo presidente è il direttore della Radiotelevisione della svizzera francese RTS Pascal Crittin.
Sul piano operativo, la SSR diffonde le campagne della Catena della Solidarietà attraverso i suoi canali e le sue piattaforme.
Più di 5’000 progetti, in Svizzera e all’estero
Nel corso degli anni, la Catena della Solidarietà estende il suo raggio d’azione e di sostegno. L’aiuto alle persone in difficoltà in Svizzera, in particolare bambini e bambine, resta una delle sue priorità. Le raccolte di fondi finanziano anche le ricostruzioni dopo le catastrofi naturali e il sostegno alle vittime di conflitti e malattie in numerose parti del mondo.
La più grande colletta della storia della fondazione risale al 2004-2005 dopo lo tsunami nel Sudest asiatico quando furono raccolti in totale 227 milioni di franchi. In territorio elvetico, una delle operazioni di maggior rilievo è stata organizzata nel 2000 in seguito all’alluvione e alla frana che hanno colpito il villaggio di Gondo, in Vallese. Ha permesso di raccogliere 74 milioni di franchi a sostegno delle vittime.
Più di recente, la raccolta fondi Coronavirus Svizzera, lanciata lo scorso anno in risposta alla pandemia, ha raccolto quasi 43,5 milioni di franchi e aiutare più di 1,7 milioni di persone.
Altri sviluppi
Coronavirus in Svizzera: vasta raccolta fondi della Catena della Solidarietà
Secondo l’organizzazione, 6 milioni di persone colpite dalla crisi sanitaria in 17 Paesi hanno ricevuto sostegno grazie alla versione internazionale di questa operazione speciale.
Altri sviluppi
Covid-19: “Nessuno sarà al sicuro finché il mondo non sarà al sicuro”
La Catena della Solidarietà ridistribuisce le donazioni raccolte tra le sue organizzazioni partner sul terreno, che attualmente sono 24 (tra cui Medici senza frontiere, Helvetas, Croce Rossa e Caritas) e promette trasparenza per ciò che riguarda l’utilizzo di questo denaro.
Come fare una donazione
I doni possono essere effettuati in linea direttamente sul sito della Catena della solidarietàCollegamento esterno o sul conto postale 10-15000-6. È possibile donare a una specifica raccolta in corso (per esempio per l’Afghanistan, Haiti o le campagne coronavirus) o lasciare che l’organizzazione diriga i fondi dove ritiene sia più utile.
Dalla sua fondazione 75 anni fa la Catena della Solidarietà ha raccolto 1,9 miliardi di franchi in quasi 260 raccolte fondi, ciò che la rende la principale finanziatrice svizzera per l’aiuto umanitario. Questi fondi hanno permesso di sostenere oltre 5’100 progetti, comunica l’organizzazione
Un sostegno “fantastico” e “unico nel suo genere”, secondo il suo presidente e direttore della RTS Pascal Crittin. “Insieme, rappresentiamo la Svizzera solidale”, dice.
La prossima operazione in programma è la raccolta fondi dell’anniversario, organizzata dal 12 al 17 dicembre 2021 in collaborazione con la SSR. I bambini e le bambine in difficoltà, in Svizzera e nel mondo, saranno al centro dell’evento, annuncia Catherine Baud-Lavigne, direttrice supplente della Catena della Solidarietà.
“La solidarietà verso i bambini e le bambine è essenziale se vogliamo migliorare il loro avvenire; è spesso anche indispensabile alla loro sopravvivenza”.
La Catena della Solidarietà realizza, in collaborazione con l’istituto Sotomo e il sostegno della SSR, un sondaggio sulla solidarietà in Svizzera. I risultati di questa inchiesta di opinione saranno pubblicati nel mese di novembre.
“Chi fa del bene agli altri è più felice”. Anche voi la pensate così? Chi ha bisogno più di altri del vostro aiuto? Quali gruppi, durante la pandemia di COVID-19, hanno avuto un comportamento non solidale?
Dite la vostra partecipando al sondaggioCollegamento esterno.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.