La Cina a scuola di salvataggio “made in Switzerland”
Sull’arco di sette anni l’Aiuto umanitario svizzero ha destinato un milione di franchi alla formazione dei soccorritori cinesi. Questo sostegno ha trasformato la Cina nel paese che al mondo conta il maggiore numero di squadre di ricerca e di soccorso nell’area urbana.
Scene di desolazione, mobili sventrati, montagne di detriti, passaggi ostruiti. Un violento terremoto ha seminato ovunque devastazione, un vento gelido soffia sulle colline, il suolo è gelato, la neve ostruisce il passaggio, decine di soccorritori cinesi lavorano senza sosta.
Sono vestiti con una tuta color arancione dai riflessi fosforescenti, la scritta “China rescue” è ben visibile; muniti di casco, equipaggiati con il materiale più moderno, i soccorritori tentano di liberare dai detriti il maggior numero di vittime e di salvare delle vite.
Esercitazioni
Dispongono di martelli pneumatici capaci di trapassare gli strati di cemento più spessi, hanno strumenti che possono scavare il suolo su un’ampia superficie, possono contare sul prezioso aiuto di cani di salvataggio: così la squadra è pronta a lavorare senza sosta per dieci giorni consecutivi.
La scena descritta è terribilmente reale, ma il terremoto è solo una finzione. Stiamo infatti descrivendo un’esercitazione di salvataggio di 36 ore che ha avuto luogo recentemente in Cina, presso la base nazionale di allenamento, situata a 55km a nord-ovest di Pechino.
Esercitazione al termine della quale la squadra di salvataggio cinese CISAR (China International Search and Rescue Team) ha raggiunto l’obiettivo supremo: ottenere l’ambita classificazione IEC (INSARAG External Classification) che le consentirà d’ora in avanti di prendere parte a missioni di soccorso internazionali. La certificazione è accordata dal Gruppo consultivo internazionale di ricerca e soccorso (INSARAG), collegato all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e presieduto dallo svizzero Toni Frisch.
Impegno elvetico
La Cina è la regione del mondo più esposta ai terremoti; oltre il 50 per cento delle vittime di terremoti nel mondo sono cinesi, eppure fino a un paio di anni fa la Cina non disponeva ancora di squadre di soccorso ben formate, ben equipaggiate e ben coordinate. Oggi, con circa 30 squadre di soccorritori, la Cina ha più squadre USAR (Urban Search and Rescue) degli Stati Uniti ed è vicina a conseguire il suo obiettivo di una squadra per provincia. I cani da catastrofe cinesi sono fra i meglio addestrati in Asia e raggiungono standard svizzeri.
Questo risultato è stato possibile specialmente grazie ad uno svizzero: Beat Künzi. Per il suo impegno, alla fine di settembre è stato insignito dal Governo cinese del “2009 Chinese Government Friendship Award”, la massima onorificenza dello Stato cinese per gli stranieri. L’onorificenza è stata consegnata dal Primo Ministro Wen Jiabao a 100 esperti stranieri di diversi settori tecnici in occasione del 60esimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Künzi è stato l’unico svizzero ad essere ricompensato.
Collaboratore di lungo corso al servizio della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), responsabile della prevenzione e della preparazione in seno all’Aiuto umanitario, Beat Künzi ha partecipato fin dall’inizio al progetto di formazione realizzato in Cina.
Quando, nel 2001, rappresentanti del Governo cinese avevano intrapreso un viaggio attraverso l’Europa per informarsi in merito alla formazione di unità di salvataggio, Beat Künzi era responsabile della prevenzione e della preparazione. Un anno dopo hanno ufficialmente chiesto alla Svizzera di accompagnarli nella formazione.
“Da allora – spiega Künzi – i cinesi sono venuti in Svizzera e noi siamo andati in Cina; nel 2006 abbiamo però constatato che i progressi erano meno rapidi del previsto”. Così Künzi è stato inviato in Cina con l’idea di restare da tre a sei mesi per supervisionare la formazione. Quei pochi mesi si sono poi trasformati in tre anni.
Differenze culturali
La squadra di soccorso cinese ha potuto mostrare il proprio alto livello di competenze nel mese di maggio dell’anno scorso, dopo il terremoto nel Sichuan. L’intervento ha permesso di salvare la vita di una cinquantina di persone, un risultato che secondo Beat Künzi è stato “formidabile”.
All’epoca la Svizzera aveva invano cercato di proporre alla Cina i servizi del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA). Un dato di fatto “decisamente più deplorevole che deludente”, osserva Toni Frisch, vice-direttore della Direzione dello sviluppo e della cooperazione, delegato all’Aiuto umanitario, capo del CSA, fondatore e presidente dell’INSARAG.
“Posso tuttavia comprendere che se la Cina avesse dato il via libera alla squadra di soccorso svizzera, sarebbe stata costretta ad accettare un po’ tutti coloro che le avessero teso la mano”. Il riconoscimento internazionale ottenuto dalla squadra cinese di soccorso, dovrebbe in futuro rendere meno problematica la cooperazione e gli scambi con e verso la Cina.
Huang Jianfa dirige la cellula d’urgenza presso l’amministrazione cinese dei terremoti (China Earthquake Administration). E’ pure capo della base nazionale di allenamento che la Cina ha appena allestito grazie alla collaborazione elvetica ed è responsabile del processo di certificazione della squadra cinese. Ecco le sue considerazioni:
“Abbiamo ampiamente approfittato della grande competenza di Beat Künzi. Grazie alla sua esperienza di coordinamento e al formidabile sostegno degli amici svizzeri, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, sormontando le differenze culturali e sulla base di un reciproco rispetto. La nostra collaborazione terminerà alla fine dell’anno, ma speriamo di poter continuare a cooperare secondo altre modalità”.
Alain Arnaud, Pékin, swissinfo.ch
(traduzione dal francese Françoise Gehring)
La Catena svizzera di salvataggio è uno strumento della politica estera elvetica che gode di grande popolarità e rispetto fra l’opinione pubblica, uno strumento che traduce rapidamente ed efficacemente in realtà la solidarietà soprattutto con le regioni e le popolazioni estere colpite da catastrofi sismiche.
Dopo un terremoto di una certa entità, l’opinione pubblica elvetica attende di vedere le immagini degli operatori della Catena vestiti d’arancione all’aeroporto, pronti per partire con i loro cani. Grazie alla concretizzazione coerente dell’esperienza maturata nei numerosi interventi e con le svariate esercitazioni pratiche, la Catena svizzera di salvataggio è oggi fra le squadre USAR (Urban Search and Rescue Team) può quotate a livello mondiale.
A livello internazionale, da anni si sta cercando di elaborare degli standard comuni applicabili alla risoluzione di catastrofi. Nel 1991, dietro suggerimento dei Search and Rescue Teams (SAR Teams) internazionali intervenuti in Armenia nel 1988, le organizzazioni internazionali attive nell’aiuto in caso di catastrofe dopo eventi sismici – fra cui l’Aiuto umanitario della Confederazione – hanno creato l’International Search and Rescue Advisory Group (INSARAG), una rete informale diretta dalle Nazioni Unite.
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