La stampa svizzera applaude la decisione della Corte europea
Allieve musulmane non possono far valere la libertà di religione per essere dispensate da corsi di nuoto. La sentenza della Corte europea dei diritti umani (Cedu), che conferma la decisione adottata dal Tribunale federale, viene accolta positivamente dai commentatori dalla stampa svizzera.
Questo contenuto è stato pubblicato al
4 minuti
swissinfo.ch/am
English
en
European court upholds mandatory swimming lessons for Muslim girls
originale
I giudici di Strasburgo hanno bocciato il ricorso di due genitori musulmani di Basilea, che nel 2008 avevano rifiutato di lasciar partecipare le figlie alle lezioni obbligatorie di nuoto miste impartite alle scuole elementari. La coppia aveva motivato il suo veto con la volontà di educare le figlie – che allora avevano sette e nove anni – conformemente ai precetti del Corano.
In seguito a questo rifiuto, nel 2010 il Dipartimento dell’educazione del canton Basilea Città aveva inflitto ai due genitori, turchi naturalizzati svizzeri, multe per un valore complessivo di 1400 franchi. Sanzione confermata nel 2012 dal Tribunale federale, che aveva bocciato il ricorso inoltrato dal padre. Secondo i giudici di Losanna, l’obbligo di partecipare ai corsi di nuoto misti non costituisce una violazione inammissibile della libertà religiosa, nemmeno per i bambini di confessione musulmana.
Una visione condivisa dai colleghi di Strasburgo, per i quali le autorità basilesi non hanno violato la libertà di coscienza e di religione adottando questo provvedimento a carico dei due genitori musulmani. Nella sentenza pubblicata martedì, la Cedu afferma che il margine di apprezzamento di cui godono le autorità cantonali non è stato oltrepassato. In questo caso, consente loro di “far primeggiare l’obbligo per i bambini di seguire integralmente la scolarità e il successo della loro integrazione rispetto all’interesse privato dei genitori di vedere le loro figlie dispensate dai corsi di nuoto misti per motivi religiosi”.
Stampa soddisfatta
Il giudizio espresso dalla Corte europea ha raccolto consensi unanimi presso la stampa svizzera. “Questa sentenza – così come l’atteggiamento duro delle autorità svizzere – è assolutamente corretta”, ritiene il Tages-Anzeiger. “In Svizzera i bambini imparano a nuotare, i nuovi arrivati devono adattarsi e la religione non deve rappresentare un impedimento. Chi ha un problema con la nudità, può far indossare alle sue figlie un burkini o qualcosa di analogo”.
Contenuto esterno
“Nessun diritto speciale per i settari”, si rallegra la Neue Zürcher Zeitung, che considera a sua volta giusta la decisione giunta da Strasburgo. “La libertà di religione non è un autorizzazione a comporre un proprio piano scolastico a seconda delle proprie convinzioni. Una simile interpretazione violerebbe il senso del diritto alla libertà”.
La neutralità di religione in vigore in Svizzera “non è un principio contrario alla religione. Al contrario: la pluralità di religione viene proprio garantita da uno Stato secolare”, sottolinea il giornale zurighese. “L’opposizione contro corsi di nuoto o di educazione sessuale non proviene generalmente da importanti teologi, ma da settari che pongono la loro visione del mondo non solo al di sopra degli interessi di formazione dei loro figli, ma anche al di sopra di tutto quello che non coincide al cento percento con le loro convinzioni”.
Per Le Temps, la decisione della Cedu rappresenta una “lezione di laicità”. “Innanzitutto conferma la priorità dell’interesse collettivo rispetto alle richieste particolari: l’integrazione e la socializzazione dei figli, poco importa l’origine, la cultura e la religione, costituiscono un obbiettivo primordiale per la società. La missione integrativa della scuola viene così riaffermata con forza”.
Agli occhi del giornale romando, la sentenza di Strasburgo ha anche un importante valore politico. “In Svizzera la destra sovranista e nazionalista strumentalizza largamente i timori legati all’islamizzazione rampante della società. In questo contesto, la decisione della Cedu dovrebbe avere un effetto rassicurante. Questo giudizio dimostra che i ‘giudici stranieri’ non sono sempre delle pecore nere e che sono in grado di sostenere le decisioni delle autorità nazionali”.
I più letti Quinta Svizzera
Altri sviluppi
Il boom anacronistico dei 5 centesimi di franco svizzero
Riformare il sistema pensionistico svizzero è possibile? Se sì, come?
Vanno trovate soluzioni per affrontare la sfida dell'invecchiamento della popolazione e per migliorare le pensioni delle persone con un salario basso, la maggior parte delle quali sono donne.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Allievi musulmani dispensati da stretta di mano a maestra
Questo contenuto è stato pubblicato al
La controversia è scoppiata a livello nazionale in seguito alla dispensa di stringere la mano alla maestra, accordata a due allievi musulmani in un comune di Basilea Campagna, rivelata dal settimanale “Schweiz am Sonntag”. La direzione della scuola secondaria di Therwil ha raggiunto un accordo con gli allievi musulmani: visto che secondo un certo credo…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Secondo un’interpretazione del Corano, uomini e donne non possono toccarsi se non sono imparentati o sposati. Per una minoranza, questo divieto comprende anche la stretta di mano. Due giovani siriani della scuola secondaria di Therwil, nel cantone di Basilea Campagna, si sono così rifiutati di dare la mano alla maestra per salutarla, come si usa…
Il burqa non fa parte della cultura svizzera. Ma servono divieti?
Questo contenuto è stato pubblicato al
La Svizzera rischia un’islamizzazione, mette in guardia Walter WobmannCollegamento esterno, deputato dell’Unione democratica di centro (UDC) e membro del comitato d’iniziativa, che intende iscrivere il divieto di coprirsi il volto nella Costituzione, sia per motivi criminali che religiosi. L’iniziativa è stata lanciata questo martedì dal cosiddetto Comitato di Egerkingen. Alec von GraffenriedCollegamento esterno, deputato dei…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Con questa decisione, il Tribunale federale modifica la sua giurisprudenza del 1993, quando aveva dispensato dai corsi di nuoto una ragazza musulmana. La sentenza pubblicata venerdì riguarda due allievi di quarta e quinta elementare di Sciaffusa. Il padre, un tunisino, l’anno scorso aveva chiesto alla commissione scolastica comunale di dispensarli dai corsi di nuoto misti.…
«Tutti gli imam devono essere formati in Svizzera»
Questo contenuto è stato pubblicato al
Mustafa Memeti ha ancora la voce soffocata dall’emozione, ma le sue parole sono articolate con una convinzione incrollabile. «Temo che nei prossimi mesi si diffonda di nuovo un clima di sospetto e di paura», afferma l’imam bernese, di origine serbo-albanese, a una settimana dagli attentati di Parigi. Eletto di recente “Svizzero dell’anno” dal settimanale “SonntagsZeitung”…
La libertà d’espressione, un diritto sacro ma minacciato
Questo contenuto è stato pubblicato al
«Attacco alla nostra libertà», «Martiri per la libertà di opinione», «Tragici proiettili a Charlie Hebdo», «Attacco alla libertà e alla democrazia» o ancora «Morti per la libertà di espressione» e «Pensiero libero assassinato». All’indomani dell’attentato sanguinario contro il giornale satirico di Parigi, i quotidiani svizzeri sono unanimi nel condannare un atto che va oltre la…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Con la punta della spatola, l’artista corregge il tondo della spalla di Gansesh. Il piccolo dio con la testa d’elefante è seduto su un ginocchio di Shiva, una delle più importanti divinità indiane. Sotto l’impalcatura, un operaio prepara la malta, coprendo con il rumore della sua macchina la voce della cantante tamil che fa i…
Per una migliore convivenza tra l’islam e la società
Questo contenuto è stato pubblicato al
«Il progetto entra nella fase operativa», si rallegra Antonio Loprieno, direttore dell’università di Basilea, che per due anni ha presieduto il gruppo di lavoro denominato “Programmi di formazione per gli imam e gli insegnanti di religione islamica”. Nonostante i timori manifestati da alcuni oppositori, la conferenza nazionale tenutasi lo scorso 13 marzo a Friburgo ha…
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.