Lotta alla malaria: la vittoria non è per domani
La malaria è diventata di moda tra i donatori, al punto che i fondi destinati alla battaglia contro questa terribile malattia hanno toccato i due miliardi di dollari. E i risultati sono incoraggianti.
Il morbo è comunque ancora lungi dall’essere completamente debellato. Due specialisti attivi in altrettanti istituti svizzeri (uno pubblico e l’altro privato) spiegano a swissinfo perché occorrono più risorse e perché la sola raccolta di fondi non sarà sufficiente per sconfiggere definitivamente una piaga che ogni anno causa oltre un milione di vittime.
Gli esperti intervistati, Christian Lengeler del Swiss Tropical Institute (STI) e Hans Rietveld del gigante farmaceutico Novartis, rappresentano due organizzazioni che hanno deciso di unire le loro forze per accrescere la consapevolezza che il controllo della malaria necessita di azioni più incisive. Entrambe le organizzazioni fanno parte del Swiss Malaria Group, che annovera tra l’altro anche le società chimiche Syngenta e Mepha e l’organizzazione no-profit con sede a Ginevra Medicines for Malaria Venture.
Attualmente, i metodi utilizzati per tenere a bada il morbo killer contemplano l’impiego di zanzariere trattate con insetticidi e il trattamento della malattia con farmaci a base di artemisina tra cui il Coartem della Novartis che la multinazionale svizzera vende al prezzo di costo. Tuttavia, stando allo STI che partecipa attivamente a un programma terapeutico in Tanzania, solo il dieci-venti per cento della popolazione che risiede nelle zone rurali del Paese riceve un trattamento adeguato e tempestivo.
swissinfo: Tra i problemi cruciali che bisognerà risolvere per riuscire a controllare efficacemente la malaria, quale importanza rivestono le carenze della distribuzione e le difficoltà di accesso ai farmaci?
Hans Rietveld: In generale, la distribuzione rappresenta una sfida fondamentale. Nella maggior parte dei Paesi subsahariani la malaria è il problema di salute pubblica numero uno. Anche in presenza di strutture per l’assistenza sanitaria, riuscire a procurare farmaci efficaci a tutti coloro che ne hanno bisogno rimane un’impresa pressoché impossibile. Da questo punto di vista, la situazione nelle aree urbane sta migliorando e anche in quelle rurali si registrano grandi passi avanti. Tuttavia, tanto per menzionare una delle numerose sfide, siamo confrontati con strade che durante la stagione delle piogge potrebbero diventare impraticabili. La buona notizia è che dal 2001, la Novartis ha fornito ai più bisognosi oltre 160 milioni di confezioni di Coartem senza trarne alcun profitto.
swissinfo: Lo STI ha lanciato un programma per migliorare l’accesso ai farmaci. Come si può intervenire per agevolare la distribuzione?
Christian Lengeler: È evidente che bisogna considerare molti aspetti diversi. Per quanto possa sembrare strano, i dati raccolti sinora indicano che i pazienti reagiscono correttamente. Riconoscono la malattia e prendono le misure appropriate, ma poi il sistema sanitario li abbandona a sé stessi: non hanno accesso al farmaco giusto oppure lo ricevono ma non nella dose corretta.
swissinfo: Come si può rimediare a questa situazione?
C.L.: Si tratta di migliorare la gestione e la qualità delle cure. Paradossalmente, tutti sanno come dovrebbe funzionare il sistema.
swissinfo: Ancora oggi, la malaria miete oltre un milione di vite all’anno e questo nonostante i fondi stanziati annualmente per combattere questo morbo siano passati dalle poche decine di milioni di dollari degli anni Novanta alle attuali centinaia di milioni di dollari.
H.R.: Mai prima d’ora la lotta contro la malaria ha potuto contare su fondi così ingenti. Si tratta certamente di un elemento positivo, tuttavia, occorre tenere presente che le capacità di assorbimento dei Paesi colpiti da questo flagello sono troppo limitate per riuscire a spendere responsabilmente tutti i mezzi finanziari attualmente elargiti dai donatori.
Tutto dipende dalla disponibilità di personale adeguato e dalla possibilità di migliorare sia la struttura sanitaria che tutta l’infrastruttura esistente. La strada da percorrere è ancora lunga, ma nella lotta contro la malaria cominciamo a raccogliere anche qualche vittoria. Non molto tempo fa, diversi Paesi hanno segnalato una diminuzione del proprio tasso di mortalità.
swissinfo: Quali Paesi?
H.R.: Ad esempio il Ruanda, l’Etiopia o ancora lo Zambia. Le riduzioni del tasso di mortalità possono essere attribuite all’applicazione di metodi di prevenzione migliori e all’impiego di farmaci più efficaci.
swissinfo: Si tratta di riduzioni di quale portata?
H.R.: Le riduzioni della mortalità vanno dal 33 per cento nello Zambia al 66 per cento in Ruanda.
C.L.: Condivido pienamente quanto ha dichiarato il signor Rietveld in merito ai problemi nell’impiegare tutte le risorse disponibili, ma credo sia anche importante ricordare che attualmente il livello di spesa per il controllo della malaria si aggira sui 2 miliardi di dollari l’anno. Considerato che le persone esposte al rischio di contrarre questa malattia sono due miliardi, il calcolo è presto fatto: 1 solo dollaro per persona e per anno.
swissinfo: È sufficiente per un trattamento con il Coartem…
C.L.: È sufficiente per un trattamento oppure per un terzo di una zanzariera. Non abbiamo ancora raggiunto la dimensione finanziaria adeguata e per farlo ci vorrà del tempo perché i Paesi toccati da questa piaga non sono in grado di assorbire tutti i soldi ricevuti in un colpo solo. Ciò nonostante ci occorrono più risorse.
swissinfo: Il maggiore donatore privato, ossia la fondazione Bill e Melinda Gates, vuole che ci si concentri sull’estirpazione della malaria. I critici, tuttavia, sostengono che gli sforzi per raggiungere questo obiettivo si tradurranno in minori risorse per l’attuazione di misure necessarie al controllo del morbo.
H.R.: Dal momento che in Europa la malaria è stata definitivamente debellata non si tratta di una sfida impossibile e credo sia nostro dovere porci obiettivi ambiziosi. Tuttavia, nel contesto africano sarà molto difficile riuscire a centrarli.
C.L.: L’obiettivo a cui punta la fondazione dei coniugi Gates non è realizzabile con gli strumenti attualmente a nostra disposizione. Oltre a strumenti migliori, ci occorrono un vaccino, zanzare modificate geneticamente, insetticidi più efficaci e una nutrita pipeline di farmaci diversi, in quanto nei prossimi cinque-dieci anni la resistenza agli insetticidi e ai farmaci diventerà una minaccia concreta. Tutto dipende dall’orizzonte temporale che ci prefiggiamo: entro trenta-quarant’anni l’obiettivo potrà essere probabilmente raggiunto, ma entro dieci anni è assolutamente impossibile.
swissinfo, intervista a cura di Dale Bechtel
(traduzione e adattamento di Sandra Verzasconi Catalano)
La malaria è causata da un parassita chiamato Plasmodium falciparum e trasmessa mediante la puntura di una zanzara anofele femmina.
Ogni anno miete oltre un milione di vittime ed è una delle cause più frequenti di anemia, sottopeso neonatale, nascita prematura, mortalità infantile e materna.
Il 25 aprile si celebra la prima giornata mondiale contro la malaria.
Il gruppo conta 11 membri del settore pubblico e privato, incluse società farmaceutiche e agroindustriali, istituti di beneficenza e di ricerca e sviluppo.
Il gruppo si prefigge tre obiettivi: accrescere la consapevolezza degli sforzi necessari per combattere efficacemente la malaria, incentivare la raccolta di fondi e mettere in evidenza le innovazioni e le iniziative provenienti dalla Svizzera.
Due metodi efficaci per tenere a bada le zanzare anofele consistono nell’impiego di zanzariere impregnate di insetticidi e nella nebulizzazione di insetticidi all’interno delle abitazioni.
Il trattamento preventivo intermittente (Intermittent Preventive Treatment) prevede la distribuzione durante le vaccinazioni di routine di un farmaco antimalarico alle donne incinte e ai bambini maggiormente esposti al rischio di contrarre questa malattia.
Attualmente il trattamento più efficace consiste nella terapia combinata con farmaci a base di artemisina, un derivato di una pianta che la medicina tradizionale cinese usa da secoli per curare la febbre. Uno di questi farmaci è il Coartem prodotto dalla Novartis.
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