L’Expo dei record chiude, tra cifre positive e occasioni mancate
Alla vigilia della fine di Expo 2015, si tirano le prime somme. Se le cifre danno ragione a chi ha voluto l’esposizione universale di Milano, il valore dei suoi contenuti è messo decisamente in questione. Se Expo Milano 2015 passerà alla storia non sarà certo per aver dato un apporto rilevante alla riflessione sul tema della nutrizione del pianeta, rilevano i critici. Un obiettivo centrato invece dal padiglione svizzero.
Dopo sei mesi di folle agli ingressi e ai padiglioni, sfilate colorate, dibattiti, visite di capi di Stato, incontri bilaterali e tantissimo cibo, Expo Milano 2015Collegamento esterno chiude i battenti. Le polemiche delle ultime settimane sulle lunghissime code per accedere all’area espositiva e ai singoli padiglioni, stanno lasciando spazio all’analisi di quello che la grande esposizione universale di Milano è stata e su quella che sarà la sua eredità.
Un successo di pubblico e partecipazione
I numeri stanno dalla parte degli organizzatori che, dopo aver vinto lo scetticismo iniziale di mezza Italia, ora possono esultare snocciolando dati impensabili solo qualche mese fa. Tra tutti spicca il numero dei biglietti staccati – oltre 21 milioni – e le migliaia di eventi che si sono svolti.
E ad Expo Milano 2015 sono passati anche numerosi capi di stato e di governo (da Putin a Hollande, dalla Merkel a Cameron, da Netanyahu a John Kerry) e alcune centinaia di delegazioni ufficiali che, insieme alla visita del segretario dell’ONU Ban Ki Moon, hanno conferito all’evento un carattere davvero universale.
Positivi anche i bilanci economici: le prime stime di uno studio di previsione della SDA BocconiCollegamento esterno, commissionato da Expo 2015, parlano di un indotto di 10 miliardi di valore aggiunto. Cosa che porterà un aumento del Pil italiano di qualche punto decimale, con prospettive di ricadute positive fino al 2020.
“L’Expo di Milano ha dimostrato come si può fare attrattiva, rilanciando l’immagine di un’intera metropoli nel mondo. È un modello di organizzazione e promozione, un valore da spendere anche in futuro”, ha dichiarato Giuseppe Sala, commissario di Expo.
“La diplomazia dell’Expo ha funzionato perché c’è una riconoscibilità dell’Italia sui temi della cooperazione agricola e alimentare, che oggi è molto più forte di sei mesi fa. Abbiamo dato un’anima all’Expo e abbiamo contribuito a reinterpretare la funzione dell’esposizione nell’ottica dei nuovi tempi in cui siamo”, ha affermato dal canto suo il ministro italiano dell’agricoltura Maurizio Martina.
Altri sviluppi
A Milano la Svizzera che piace
Buona immagine della Svizzera
Anche la Svizzera figura tra chi ha conseguito brillanti risultati a Milano. Il suo padiglioneCollegamento esterno è stato forse quello che meglio ha interpretato il tema di Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Le sue quattro torri riempite di cibo e bevande che si abbassavano mano a mano che i visitatori si portavano via caffè solubile, acqua, sale e rondelle di mele sono piaciute non solo al pubblico e a giornalisti di tutto il mondo che hanno dedicato innumerevoli articoli e servizi al padiglione elvetico. Ma “Confooderatio Helvetica” ha anche vinto il premio per la migliore interpretazione del tema di Expo Milano 2015, assegnato dalla rivista ExibitorCollegamento esterno. Il prestigioso premio de
“Siamo stati i primi a firmare il contratto di partecipazione, i primi ad annunciare il padiglione e i primi a fare degli eventi – come il Giro del Gusto – ben prima dell’inizio di Expo. Al padiglione non abbiamo proiettato filmati carini sul nostro paese, non abbiamo fornito spiegazioni tecniche sulla forza agroalimentare della Svizzera. Ma abbiamo proposto una riflessione sul consumo consapevole riuscendo a sensibilizzare le persone sulla responsabilità individuale e sul ruolo che ognuno di noi può svolgere”, ha detto a swissinfo.ch il direttore di Presenza SvizzeraCollegamento esterno, Nicolas Bideau.
Le cifre di Confooderatio Helvetica
2,1 milioni di visitatori, pari a una media giornaliera di 11’400
Oltre 1’000 visite guidate, per un totale di 20’000 partecipanti
921 eventi, per un totale di 103’000 partecipanti
1’800 giornalisti accolti
1’650 articoli sul padiglione svizzero
181 milioni di interazioni digitali
Oltre 39’000 fan sui social media
“Le torri hanno avuto il merito di correggere l’immagine della Svizzera e mostrare il volto della solidarietà, della condivisione e del nostro impegno verso l’aiuto alla cooperazione per quanto riguarda l’accesso all’acqua, al cibo e nell’ambito della biodiversità. In sostanza di un paese in grado di proporre delle soluzioni non solo per sé stesso ma anche per il mondo intero. E questa è stata una vera scommessa”, ha aggiunto Bideau, sottolineando che d’altra parte è stato centrato anche l’obiettivo del rafforzamento delle relazioni e dei rapporti bilaterali tra Italia e Svizzera. Non solo a livello federale ma anche cantonale e regionale.
Relazioni italo-svizzere rafforzate
Il giudizio di Nicolas Bideau è ampiamente condiviso dal ministro elvetico degli affari esteri Didier Burkhalter, in visita al Padiglione svizzero alla vigilia della chiusura. Per il capo della diplomazia elvetica, le piattaforme come quella di Expo Milano 2015 servono anche per discutere dei problemi bilaterali. Ed è proprio per questo che “la Svizzera, si è convinta immediatamente che era necessario impegnarsi per l’Expo Milano”, ha dichiarato.
Un impegno nettamente pagante, secondo Burkhalter, che si è detto convinto che sia l’Italia sia la Svizzera escono vincitrici dall’esposizione universale. “E anche la relazione italo-svizzera vi ha guadagnato”. Con questa partecipazione “la Svizzera ha rafforzato i legami economici, culturali e politici con l’Italia. Dopo l’Expo, più vicini”, ha dichiarato il ministro.
Un’occasione mancata
Ma al di là dei numeri positivi, non mancano le critiche a un’esposizione universale accusata di non aver trattato a sufficienza il tema della nutrizione. “La narrazione del cibo che è emersa da Expo mette al centro la tecnologia come risposta suprema per vincere fame e povertà. Il concetto che l’uomo possa riuscire a dominare la natura è superato e può essere una risposta ma non certo l’unica. Noi crediamo che si debba riportare la sovranità alimentare al centro come progetto politico culturale, rivedendo le relazioni umane nella filiera dal campo al piatto e le relazioni tra uomo e natura”, spiega a swissinfo.ch Giosuè De Salvo, coordinatore di Expo dei PopoliCollegamento esterno, forum della società civile e dei movimenti contadini che raggruppa una cinquantina di organizzazioni non governative e associazioni.
“Se Expo ha prodotto dei modelli alimentari diversi da quelli attuali, lo scopriremo fra qualche anno. Secondo noi, è stata data troppa voce a coloro che costituiscono un problema e un ostacolo alla modifica di modelli alimentari attuali e nella fattispecie alle grandi multinazionali”, commenta Nino Pascale, presidente di Slow Food Italia, associazione no profit che lavora in 150 Paesi per promuovere un’alimentazione buona, pulita e giusta per tutti.
Riguardo alla Carta di Milano, il documento di impegno collettivo sul diritto al cibo firmato da oltre un milione di persone e consegnato lo scorso 16 ottobre a Ban Ki Moon in occasione della visita ad Expo, Nino Pascale dice: “È un documento che ha dei meriti, perché per la prima volta pone dei problemi importanti sul cibo come diritto. Ma mancano alcuni elementi. In esso non si spiega come passare da modelli alimentari che concentrano la produzione nelle mani di pochi soggetti, a un sistema in grado di produrre cibo in maniera più diffusa”.
I numeri di Expo Milano 2015
– Oltre 21 milioni di visitatori (la metà dei quali sono stati ad Expo una sola volta, il 35% due volte, l’11% tre volte ed il 2% quattro volte), pari a una media giornaliera di 116’000.
– Più di 15’000 aziende che sono venute da tutto il mondo
– 700 concerti e spettacoli svolti
– 1’100 food show coocking
– 1’000 cerimonie e conferenze (incluse le giornate nazionali)
– 330 eventi di arte e cultura
– 60 capi di stato e di governo
– 270 delegazioni ufficiali ospitate
– 2 ore e 45 minuti di media dei tempi di attesa
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