Nuovo ossigeno per la Svizzera dai parchi naturali
La Svizzera rinverdisce, nell'intento di creare un'osmosi fra ambiente ed economia. Un quinto del suo territorio in un futuro prossimo potrebbe essere ricoperto da "parchi naturali d'importanza nazionale". Il numero di quelli che hanno ottenuto questo statuto è salito a tre. Altri 14 sono in fase di allestimento.
Alla prestigiosa riserva della Biosfera Unesco dell’Entlebuch, nel canton Lucerna, dal 1° gennaio dell’anno prossimo si aggiungeranno altri due Parchi d’importanza nazionale (PIN): quello periurbano di Zurigo-Sihlwald – il primo di questo tipo – e quello della regione solettese di Thal, ha annunciato venerdì in una conferenza stampa a Berna il direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) Bruno Oberle.
Appena due anni dopo l’entrata in vigore, il 1° dicembre 2007, delle nuove disposizioni della Legge sulla protezione della natura e del paesaggio e dell’ordinanza sui parchi, che consentono la creazione di nuovi parchi d’importanza nazionale, la superficie di questi, unitamente al Parco nazionale raggiungerà così 5’750 chilometri quadrati, si è rallegrato Oberle. Si tratta di un’area pari a quasi il 15% del territorio nazionale e a quasi tutto quello del canton Berna, ha rilevato il direttore dell’UFAM.
La superficie dei PIN potrebbe estendersi a breve termine fino ad occupare il 20% del territorio svizzero, ha pronosticato Bruno Oberle. Infatti, l’elenco dei PIN appare destinato ad allungarsi rapidamente.
Accolte 7 domande su 9
In fase di istituzione ve ne sono ancora 14, di cui la metà ha già superato l’esame principale dell’UFAM per ottenere il contributo finanziario della Confederazione destinato alla realizzazione.
Si tratta di sei parchi regionali naturali situati nei cantoni dei Grigioni, Neuchâtel, Giura, Berna, Friburgo, Vaud, Vallese, Argovia e Soletta e della biosfera di Val d’Hérens, in Vallese.
Per i sette progetti promossi alla fase di concretizzazione, l’UFAM mette complessivamente a disposizione 5,64 milioni di franchi sull’arco del triennio 2009-2011, ha indicato Oberle. La chiave di riparto sarà definita in base alle prestazioni fornite dai Cantoni e dagli enti responsabili dei parchi. Questi, in totale, avevano sollecitato circa 9,3 milioni di contributi federali.
L’UFAM ha invece mandato agli esami di riparazione le richieste di aiuti finanziari del Ticino per il Parco nazionale del Locarnese. In seguito al ritiro del comune di Cevio, il progetto dovrà essere rielaborato per essere nuovamente sottoposto all’UFAM entro l’8 gennaio dell’anno prossimo.
La stessa sorte è toccata alla Biosfera di Val Müstair, poiché la domanda del canton Grigioni non era corredata di tutte le informazioni necessarie. Anche in questo caso la richiesta dovrà essere ripresentata entro l’inizio del 2010.
Garanzie a lungo termine
Certo non è scontato nemmeno per tutti i sette progetti cui l’UFAM ha accordato gli aiuti finanziari che alla fine ottengano lo statuto di PIN. Ma le probabilità di successo sono elevate, poiché l’UFAM non intende assolutamente sperperare soldi per piani che non sono solidi, ha puntualizzato a swissinfo.ch Bruno Oberle.
Questo marchio, peraltro, non dev’essere meritato soltanto al momento del conseguimento. Deve pure offrire la garanzia che i criteri di base e le condizioni di gestione siano rigorosamente rispettati a lungo termine. Esso è conferito per una durata limitata di dieci anni. Alla scadenza si procederà a una rivalutazione.
Economia che rima con ecologia
Questi polmoni verdi non hanno solo lo scopo di preservare e valorizzare ambienti e paesaggi di grande qualità, ma anche quello di dare nuova linfa all’economia regionale, generando uno sviluppo sostenibile. I settori principalmente legati ai PIN sono l’agricoltura, l’artigianato e il turismo.
Lo statuto di PIN dà diritto all’ente responsabile, sotto la supervisione di un istituto di certificazione indipendente, di conferire il marchio “Prodotto” a merci e servizi della zona, che soddisfano requisiti ben precisi.
La volontà di creare un parco naturale di rilevanza nazionale deve venire dalla base, ossia dalla popolazione e dagli enti locali e regionali. Riuscire a far convivere armoniosamente l’uomo e la natura, soddisfacendo esigenze sia ecologiche sia economiche è un’idea che ha destato enorme interesse. Le numerose candidature lo attestano.
È la dimostrazione che questi parchi rispondono a un bisogno reale, ha osservato Oberle. Il successo riscontrato non fa comunque perdere di vista al direttore dell’UFAM le sfide del futuro. “Nei prossimi anni occorrerà consolidare la qualità di questi parchi”, sottolinea.
Sonia Fenazzi, swissinfo.ch
Dall’entrata in vigore della legge sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN, alla fine del 2007, in Svizzera sono previste tre categorie di parchi di importanza nazionale.
Nei parchi nazionali la priorità viene data al libero sviluppo della natura, ma possono anche inglobare villaggi e attività agricole in periferia. Per il momento, ce n’è uno solo di questo genere, realizzato nei Grigioni nel 1914.
I parchi naturali regionali puntano a garantire un equilibrio armonioso tra la conservazione del paesaggio e il progresso economico, in una prospettiva di sviluppo sostenibile. Questi territori possono inoltre accedere allo statuto di riserva di biosfera, definito dall’UNESCO.
I parchi naturali periurbani sono superfici di compensazione naturalistica in prossimità di agglomerati densamente popolati. Hanno lo scopo di sensibilizzare la popolazione, offrendo il contatto con la natura a pochi passi da casa.
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