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Alla Svizzera mancano i volontari. Che fare?

Decine di volontari partecipano ogni anno alla pulizia del fiume Limmat a Zurigo. Keystone

Il nostro paese ha bisogno di abitanti che si sostengano a vicenda. E di persone brillanti che reggano le redini dello Stato. Ma la disponibilità ad assumersi questi compiti non va più di moda. Qualche proposta di soluzione.

Chi vuole capire l’importanza del cosiddetto sistema di miliziaCollegamento esterno in Svizzera deve capire la cultura politica del paese. Attorno al XII secolo gli abitanti delle valli impararono che la divisione del lavoro genera benessere. Nacquero consorzi valligiani, all’interno dei quali i compiti comunitari erano suddivisi tra i cittadini e il cui organo supremo era l’assemblea degli stessi.

Si era solidali quando la situazione lo richiedeva, ma ci si aspettava anche che nessuno pesasse sulla comunità senza motivo. Poiché tutti potevano dire la loro, era necessario trovare compromessi e poiché i conflitti interni avrebbero messo a rischio la sopravvivenza stessa del gruppo, si sviluppò una cultura pionieristica della risoluzione dei conflitti. Questo elemento cooperativo informa di sé la nostra capacità di trovare dei compromessi e la nostra cultura della concordanza.

*L’autore Kaspar Villiger ha fatto parte del Consiglio federale tra il 1989 e il 2003, prima come ministro della difesa e poi come ministro delle finanze. Tra il 2009 e il 2012 ha presieduto il consiglio di amministrazione della banca UBS. Negli ultimi anni si è dedicato alla pubblicistica, scrivendo di democrazia ed economia. © Keystone / Urs Flueeler

Poiché le piccole comunità disponevano di risorse limitate, servivano cittadini in grado di provvedere a sé stessi. E questo lo possono fare solo uomini liberi. Dal momento che le comunità volevano occuparsi in prima persona delle proprie faccende, percepivano i grandi Stati organizzati come minaccia.

Ne derivò una diffidenza diffusa contro tutto quanto era imposto dall’alto e non cresceva dal basso. È un atteggiamento che caratterizza ancora oggi la nostra posizione nei confronti dell’UE.

L’abitudine delle cittadine e dei cittadini a occuparsi dello Stato si esprime oggi soprattutto in due particolarità: la democrazia diretta e il cosiddetto sistema di milizia.

Il nostro paese funziona solo se c’è volontariato

L’ampio ricorso al sistema di milizia è anche un modo di rimediare al limite di risorse umane proprio di un piccolo Stato come il nostro. Il federalismo su piccola scala crea un enorme bisogno di personale politico, che può essere reclutato solo su base onorifica. Stante la crescente complessità dell’economia e della società, un piccolo Stato non è più in grado di offrire, mantenendole per così dire in standby, tutte le competenze necessarie.

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Il principio della cooperazione: le mucche di tutti producono il formaggio per tutti. E tutti vegliano su tutto. La spartizione dei formaggi a Sigriswil, canton Berna. Keystone / Alexandra Wey

Lo Stato è quindi obbligato ad utilizzare nel modo più efficiente possibile le ampie risorse della società civile.

Perché un parlamento professionale non è migliore?

Ora voglio presentare cinque vantaggi di un parlamento di milizia [in cui l’attività parlamentare rimane accessoria per i deputati] rispetto a un parlamento di professionisti della politica.

Lavoro di milizia, una preoccupazione degli svizzeri

Il 90% degli svizzeri ritiene che un maggiore riconoscimento pubblico per il lavoro volontario potrebbe contribuire a rivitalizzarlo: è quanto emerge dal Barometro delle apprensioni degli svizzeri 2019Collegamento esterno del Credit Suisse (CS), che in occasione dell’Anno del lavoro di miliziaCollegamento esterno ha approfondito la tematica. Il 74% pensa che altri servizi obbligatori potrebbero fungere da alternativa al servizio militare, mentre il 72% considera che una migliore formazione per il lavoro volontario finanziata dallo Stato potrebbe rappresentare una soluzione.

I due terzi degli intervistati mostrano di essere attaccati al sistema di milizia: infatti il 66% non è d’accordo con l’affermazione “il lavoro volontario è privato e non deve essere sovvenzionato” e solo il 26% la condivide.

Primo: il sistema di milizia favorisce l’aderenza tra società civile e Stato. Chi rimane troppo a lungo sotto la cupola del parlamento rischia di finire in una bolla che distorce la realtà. Le responsabilità dell’attività professionale, i contatti sul posto di lavoro o la partecipazione alla vita associativa sono antidoti efficaci, perché permettono ai politici a tenere i piedi per terra e li mettono regolarmente in contatto con i problemi della vita reale. Entrambi questi aspetti creano fiducia e la fiducia è la base di ogni Stato funzionante.

Secondo: i parlamentari di milizia dipendono meno dal loro mandato rispetto ai parlamentari di professione. La mancata rielezione non rappresenta una minaccia esistenziale e questo li rende più indipendenti.

Terzo: esperienze e competenze acquisite nel mondo del lavoro e nella società confluiscono nel processo decisionale. Ma questo funziona solo se i politici hanno un bagaglio di esperienze. Temo che oggi troppe persone vogliano andare a Berna per fare carriera e che troppo poche persone facciano carriera prima di andare a Berna per condividere le loro conoscenze.

Quarto: fra la popolazione, i politici che non vivono solo di soldi pubblici godono di migliore reputazione. Anche in parlamento chi argomenta partendo da una posizione che ha raggiunto fuori dalla politica è più influente.

Quinto: la collaborazione tra persone di diversa estrazione sociale favorisce la comprensione reciproca e quindi la coesione nazionale.

Tutti questi elementi sono importanti per il funzionamento dello Stato. Non si può però ignorare il fatto che il parlamento di milizia si sta misurando con i suoi limiti. In questo ambito vedo sei problemi.

Scrutinatori durante una votazione a Zurigo. © Keystone / Ennio Leanza

Primo: è evidente che nella nostra società l’individualismo, l’egoismo e l’edonismo si stanno rafforzando. Nello stesso tempo lo Stato viene considerato una sorta di negozio self-service, chiamato a risolvere tutti i miei problemi, ma che merita il mio disprezzo quando pretende qualcosa da me. 

Il carico di lavoro che deriva da un mandato parlamentare ha raggiunto dimensioni tali da rendere sempre più difficile il suo adempimento a fianco di un’attività professionale.

È anche chiaro che il prestigio legato alle cariche pubbliche, che in passato rappresentava un indennizzo immateriale per i sacrifici fatti, si è affievolito. Non c’è da stupirsi perciò che sia diventato più difficile trovare un numero sufficiente di persone disposte ad assumere incarichi onorifici o accessori.

Secondo: la pressione aumenta in tutti gli ambiti professionali. Chi vuole fare carriera deve impegnarsi a fondo. Per questo carriera professionale e politica sono diventate difficili da conciliare. Se le cerchie dirigenti del nostro paese si sottraggono alle responsabilità politiche e credono di poter risolvere il problema mantenendo dei politici alle proprie dipendenze invece che assumendo in prima persona cariche politiche, allora le conseguenze vanno ben al di là della distinzione tra parlamento di milizia e professionale.

Terzo: anche il carico di lavoro che deriva da un mandato parlamentare ha raggiunto dimensioni tali da rendere sempre più difficile il loro adempimento a fianco di un’attività professionale. Trovo però importante che proprio persone con professioni impegnative assumano incarichi di milizia e che le aziende lo permettano e lo incoraggino.

I risultati del nostro sistema di milizia sono degni di nota: assemblea comunale a Kandersteg, canton Berna. © Keystone / Antthony Anex

Questo ci porta al quarto punto, la rappresentanza di interessi. È chiaro che attraverso i politici di milizia gli interessi legati alla loro attività professionale confluiscono nel dibattito politico. Un parlamento di milizia è in una certa misura anche un’organizzazione di lobbying. Questo aspetto è sempre più spesso oggetto di critiche.

Personalmente considero però l’apporto di esperienze concrete di vita un vantaggio enorme. Il prezzo dev’essere la trasparenza. Si deve sapere che posizione hanno i parlamentari e quali mandati ricoprono.

Quinto: l’espansione dei compiti dello Stato e la loro crescente complessità hanno fatto aumentare la necessità per i membri del parlamento di ampliare le proprie conoscenze. La dipendenza dalle fonti di informazione è sempre più grande. E poiché c’è il rischio che queste informazioni siano influenzate da interessi particolari, è più difficile per i parlamentari formarsi un’opinione indipendente.

Abbiamo bisogno dei contadini, farmacisti, sindacalisti, medici, impiegati e imprenditori che operano in prima linea, non dei loro rappresentanti intellettuali.

Sesto: la centralizzazione di un numero crescente di attività statali a livello federale sta cominciando a erodere la struttura stessa del federalismo. Gli incarichi onorifici e accessori a livello comunale e cantonale perdono influsso e visibilità, diventando meno attraenti.

Altri sviluppi

Tutti questi problemi sono di natura strutturale. Occorre chiedersi se possano essere risolti.

Attrarre giovani con una buona formazione e ottime capacità retoriche in un ambito dove avrebbero la possibilità partecipare a tutte le discussioni, ma non dovrebbero mai assumere responsabilità misurabili, attraverso un’allettante carriera politica professionale, sarebbe la via sbagliata. Con il tempo creeremmo così una classe politica distante dalla base.

Abbiamo bisogno dei contadini, farmacisti, sindacalisti, medici, impiegati e imprenditori che operano in prima linea, non dei loro rappresentanti intellettuali.

A causa dell’età di pensionamento troppo bassa a fronte dell’aspettativa di vita, centinaia di anziani in forma finiscono per annoiarsi, mentre potrebbero dare ancora molto alla comunità.

Prendere questa decisione significa anche accettare l’odierna situazione, per molti versi insoddisfacente, ma che vale la pena di mantenere in vita, perché i risultati dei nostri parlamenti di milizia sono notevoli.

Soluzioni possibili

La questione da porsi è ora come rendere più agevole il lavoro di milizia.

Vedo del potenziale nella creazione di nuove strutture. Penso a comuni, in cui il lavoro di gestione è gestito da professionisti e i consigli comunali basati sul volontariato operano per definire la strategia, come i consigli di amministrazione, e adempiono a compiti di controllo.

Un’altra possibilità è quella di ricorrere a pensionati in buone condizioni di salute. A causa dell’età di pensionamento troppo bassa a fronte dell’aspettativa di vita, centinaia di anziani in forma finiscono per annoiarsi, mentre potrebbero dare ancora molto alla comunità. È una fonte a cui bisognerebbe attingere in modo più sistematico.

Credo che anche i partiti potrebbero sfruttare meglio le enormi competenze di simpatizzanti molto qualificati, magari creando gruppi di esperti per questioni particolarmente complesse.

Mettere competenze a disposizione dello Stato

È importante anche sensibilizzare i top manager sull’importanza del lavoro di milizia. Uno dei problemi è rappresentato dai molti dirigenti aziendali stranieri. Spesso sono sinceramente impressionati dai risultati della nostra democrazia, ma sanno poco sui meccanismi che permettono di ottenerli. Non hanno idea del sistema di milizia. Anche nei piani alti delle aziende c’è un problema di integrazione.

Il nostro Stato vive della dedizione dei suoi cittadini: volontari danno una mano a rimediare ai danni di un’alluvione. Keystone/ennio Leanza

Vorrei richiamare alla mente una questione a cui ho già accennato in precedenza: il necessario ricorso alle conoscenze e alle competenze presenti fra la popolazione per far fronte alla complessità dei problemi a cui è confrontato il nostro piccolo Stato.

Qui entra in gioco quel che io considero il perno del sistema di milizia: il fatto che cittadine e cittadini ricchi di talento mettano regolarmente a disposizione dello Stato le loro competenze. E questo vuol dire anche che si identificano con lo Stato.

Perciò chi dipinge lo Stato come un pericoloso Leviatano e accusa a ogni pie’ sospinto chi mette a disposizione tempo e energia per farlo funzionare di far parte di una “classe politica” dannosa, lo danneggia gravemente. Il nostro Stato vive della dedizione – anche critica – dei suoi cittadini. Altrimenti non può vivere.

Questo articolo è una versione abbreviata di una conferenza nell’ambito dell'”Anno del lavoro di miliziaCollegamento esterno“.


Tramite l’Anno del lavoro di milizia, l’Associazione dei Comuni Svizzeri (ACSCollegamento esterno) ha voluto attirare l’attenzione pubblica sulla crisi del sistema di milizia elvetico.

Per promuovere una discussione approfondita e interdisciplinare, durante tutto il 2019, in collaborazione con partner di vari settori, l’ACS ha organizzato eventi in tutta la Svizzera.

I dibattiti tra esperti e con l’opinione pubblica dovrebbero dare impulso a riforme, che l’ACS ritiene urgentemente necessarie, per rafforzare e sviluppare il sistema di milizia.

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