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Quali soluzioni per prevenire la sbornia?

Sbronzarsi è diventato più difficile nel cantone Ginevra. Keystone

Introducendo un divieto notturno di vendere bevande alcoliche, il cantone Ginevra è riuscito a ridurre notevolmente il numero di ospedalizzazioni di giovani ubriachi. I provvedimenti adottati dalle città di Zugo e Coira non hanno invece avuto pari successo.

La stazione ferroviaria, il parco cittadino, il sottopassaggio sono diventati posti privilegiati di aggregazione giovanile.

Con una confezione multipla di birra sottobraccio, una bottiglia di superalcolico in mano, gli adolescenti si incontrano per passare la sera in compagnia. Scene che si ripetono a iosa nelle città svizzere e che preoccupano e fanno arricciare il naso a molti.

I giovani fanno gazzarra, disturbano la quiete pubblica e, a volte, si lasciano andare ad atti di vandalismo. Poi si ubriacano senza contegno e dietro di sé lasciano un cimitero di lattine e bottiglie vuote. I comuni, le città e i cantoni in Svizzera stanno tentando da tempo di arginare questo fenomeno, senza tuttavia riuscirci.

Ora, il cantone Ginevra sembra essere riuscito a trovare la soluzione. Infatti, dal 2005 ha introdotto un divieto di vendita di alcolici in tutti i negozi tra le 21 e le 7 di mattina. E questa misura ha avuto un impatto considerevole sul consumo di sostanze alcoliche fra i giovani.

Risultati sorprendenti

Una recente indagine effettuata da Dipendenze Info Svizzera, realizzata su incarico dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), ha dimostrato infatti che il numero di intossicazioni da alcol è diminuito drasticamente nel cantone romando.

Dal 2005 al 2007, il numero di ospedalizzazioni per eccesso di consumo di alcol di giovani di età compresa fra i 16 e 29 anni si è ridotto del 35% nel cantone di Ginevra mentre è invece aumentato nel resto del Paese. In Svizzera, la cifra di adolescenti o giovani adolescenti finiti all’ospedale per un’intossicazione alcolica è infatti cresciuta del 16%. Nel 2005 erano cinque al giorno, nel biennio 2006/2007 erano sei, per un totale di 2100 casi all’anno.

«Sono diminuiti specialmente i ricoveri al pronto soccorso dei ragazzi dai 10 ai 15 anni. Questo dato non sorprende, soprattutto se si considera che le limitazioni alle vendite e all’accesso agli alcolici costituiscono una misura preventiva molto efficace», spiega a swissinfo.ch la portavoce di Dipendenze Info Svizzera, Monique Helfer.

Va ricordato comunque che i casi recensiti sono solo la punta dell’iceberg e non forniscono un quadro completo. Infatti, i giovani sbronzi curati dagli amici, dai medici di famiglia o accompagnati a casa dalla polizia non sono inclusi nello studio.

Non sarà un modello da copiare

L’esempio di Ginevra potrebbe far scuola in Svizzera. Ed è ciò che si augura Dipendenze Info Svizzera. «L’inchiesta ginevrina potrebbe fornire la base per una discussione ad ampio respiro. Ci auguriamo che anche in altri cantoni si discuta prossimamente sulla possibilità di limitare nel tempo la vendita di sostanze alcoliche», afferma Helfer.

D’altro avviso è invece l’Unione delle città svizzere (UCS). «I risultati del canton Ginevra sono sorprendenti, tuttavia non è nostra intenzione introdurre un divieto della vendita di alcolici in tutte le città elvetiche. È sensato invece proibire la vendita o il consumo di bevande alcoliche dove le circostanze lo richiedono», sostiene Martin Tschirren, vicedirettore dell’UCS.

Altre esperienze in Svizzera

Quello di Ginevra non è certo l’unico tentativo di frenare il consumo smodato di alcolici tra i giovani e di contenere gli schiamazzi notturni. Il comune di Coira – per esempio – ha adottato nel 2008 una legislazione particolarmente restrittiva: da mezzanotte e mezza alle sette è vietato il consumo di alcol nei luoghi pubblici all’interno della città vecchia.

A differenza di Ginevra, il successo di questa restrizione è difficilmente quantificabile. Infatti, negli ospedali della capitale grigionese non vengono registrati i casi di ricoveri per intossicazione da alcol. La nuova legislazione non ha comunque sicuramente risolto il problema del consumo di alcol e del disturbo della quiete pubblica.

«Il punto di ritrovo si è semplicemente spostato in un parco pubblico, situato nelle vicinanze di un quartiere residenziale. Tale situazione ha nuovamente causato accese discussioni e un certo malumore nella popolazione», sottolinea Marianne Lüthi dell’ufficio di prevenzione Zepra Grigioni.

Nella città di Lucerna è in corso attualmente un’ampia discussione a livello politico, ma per ora non sono ancora state decise delle misure volte a limitare la vendita o il consumo di alcolici. La città di Zugo ha dal canto suo introdotto cinque mesi fa un divieto valevole unicamente nell’area della piscina comunale.

«Con questa misura siamo riusciti a ridurre notevolmente gli schiamazzi dei bagnanti che si intrattenevano nel parco fino a notte inoltrata», spiega a swissinfo.ch Andreas Bossard, consigliere municipale e direttore dell’ufficio ambiente, società e sicurezza.

Anche in questo caso, il problema però non è stato risolto, ma semplicemente spostato altrove: nella stazione ferroviaria o in altri parchi della città. Tuttavia la città «non è intenzionata, almeno per il momento, ad introdurre questa restrizione in altre aree», ribadisce Bossard.

A partire dal febbraio 2005, il canton Ginevra ha introdotto un divieto di vendita di alcolici tra le 21 e le 7 di mattina nei negozi. Inoltre, i distributori e le videoteche non possono più tenere bevande alcoliche nel loro assortimento.

L’indagine, pubblicata martedì 7 settembre 2010, ha analizzato l’evoluzione delle ospedalizzazioni dovute ad alcol nel canton Ginevra, comparandola con il resto del Paese.

Dal 2002 al 2007, in Svizzera il numero dei ricoveri al pronto soccorso è aumentato del 16%. Nel canton Ginevra, la cifra dei ragazzi e delle ragazze sbronze dai 10 ai 15 anni è diminuita nettamente e nella fascia d’età dai 16 ai 29 anni è aumentata meno che nel resto della Confederazione.

Stando ai ricercatori, a Ginevra vi sono stati 35% di casi di ricovero di giovani dai 10 ai 29 anni in meno. Per le persone al di sopra dei 29 anni non si è riscontrato nessun effetto.

Per lo studio sono stati presi in esame i casi di intossicazione alcolica documentati mensilmente dalla statistiche ospedaliere tra il 2002 e il 2007. I dati sono un indicatore del consumo problematico di alcol finalizzato alle ubriacature sporadiche, fenomeno conosciuto come binge drinking, ossia bere importanti quantità di bevande alcoliche il più rapidamente possibile.

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