Ragazze vaccinate, donne salvate
Le adolescenti possono farsi vaccinare gratuitamente in tutta la Svizzera contro il virus del papilloma umano (HPV). Le autorità vogliono così evitare circa 160 casi di cancro del collo dell'utero, 50 decessi e 2000 interventi chirurgici per lesioni precancerose all'anno. Intanto le polemiche divampano.
I programmi avviati, in coincidenza con l’inizio del nuovo anno scolastico, sono frutto di una vasta collaborazione che coinvolge autorità sanitarie federali e cantonali, assicuratori malattia, medici, personale sanitario scolastico e il distributore farmaceutico Sanofi Pasteur MSD.
L’intento è di incoraggiare tutte le ragazze tra gli 11 e i 14 anni a vaccinarsi. È inoltre previsto un recupero per quelle fra i 15 e i 19 anni. Le giovani non devono sborsare un solo centesimo. La fattura è pagata dai cantoni, che vengono poi rimborsati dagli assicuratori con un forfait di 159 franchi per dose. Per la copertura vaccinale occorrono tre dosi, vale a dire un totale di 477 franchi.
Un vaccino oneroso
I costi per i primi tre anni sono preventivati in 120 milioni di franchi, ha indicato il direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Thomas Zeltner, lunedì in una conferenza stampa a Berna. Una media annua di 40 milioni, che dopo la fase introduttiva si dovrebbe almeno dimezzare.
“Mai prima d’ora era stato messo sul mercato un vaccino così caro”, ha detto la ministra ticinese Patrizia Pesenti, in rappresentanza della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della sanità (CDS).
Il prezzo di vendita in farmacia è di 236 franchi per dose. Grazie all’acquisto in comune di tutti i cantoni, la CDS è però riuscita ad ottenere un grosso sconto dal distributore. Il prezzo è così sceso a 144 franchi per dose, Iva compresa. Ciò nonostante si è ancora molto lontani dalla forchetta che va dai 9 ai 47 franchi dei vaccini contro il tetano, la polio, il morbillo e l’epatite.
Al costo del preparato si aggiunge la nota d’onorario del medico. A seconda dei cantoni, la vaccinazione è eseguita dai medici scolastici, oppure da medici privati associati a questi programmi, o ancora da entrambi. Le tariffe nella maggioranza dei cantoni si aggirano sui 15 franchi per iniezione.
Il gioco vale la candela
Il prezzo elevato del Gardasil, il vaccino contro l’HPV prodotto dall’americana Merck in vendita in Svizzera, è aspramente criticato da più parti. Ma le autorità elvetiche ritengono che il rapporto costi/benefici sia positivo.
Ogni anno in media in Svizzera sono diagnosticate circa 5000 forme precancerose, 250 donne si ammalano di cancro del collo dell’utero e 90 ne muoiono, ha ricordato Zeltner. Questa patologia nella Confederazione è al 14° posto fra tutti i cancri delle donne, ma al 4° fra le donne sotto i 50 anni. Circa il 75% dei casi di carcinoma della cervice è causato dall’HPV.
Con questi programmi si garantisce una protezione “a un massimo di ragazze”: si rende “equo l’accesso al vaccino”, poiché lo si mette a disposizione delle adolescenti di tutti i ceti sociali, ha affermato la presidente dell’Associazione dei medici cantonali Annalis Marty.
Misura complementare, non sostitutiva del Pap test
“Circa un quarto dei casi di cancro del collo dell’utero non è causato dall’HPV”, ha rammentato Thomas Zeltner. Perciò anche le ragazze vaccinate non sono dispensate dallo striscio vaginale.
L’informazione che accompagna i programmi di vaccinazione mette l’accento anche su questo aspetto. Alle ragazze è chiaramente spiegato che la diagnosi precoce è fondamentale per il trattamento di questa patologia.
Per attuare questi programmi “si è lavorato a ritmo estremamente sostenuto”, si è rallegrato Zeltner, ricordando che il vaccino in Svizzera è stato omologato nel 2006. Un “passo di corsa” che, tuttavia, è proprio fonte di severe critiche.
Diverse incognite
Il Gruppo medico di riflessione sui vaccini insorge affermando che si tratta di un lasso di tempo troppo breve per sperimentare la reale efficacia del vaccino e i suoi eventuali effetti collaterali. “Uno dei rischi potenziali della vaccinazione su grande scala potrebbe essere di ritardare l’infezione a un’età più avanzata”, scrive l’organizzazione.
Le autorità sanitarie elvetiche ammettono che è ancora troppo presto per sapere quanto duri la protezione, se sono necessari richiami e a che scadenze. Al momento si calcola che il vaccino dovrebbe proteggere per 5-10 anni. Ma la questione è ancora aperta.
Il Forum pediatria pratica “si ribella contro questi programmi statali di massa”. Le vaccinazioni non dovrebbero essere concepite “come un lavoro a catena”, afferma l’organizzazione.
La Lega contro il cancro reclama la rapida istituzione di “un registro dei tumori che copra tutta la Svizzera”, per “consentire una seria analisi dei dati”.
Un bene fondato
È praticamente inevitabile che ogni nuova campagna di vaccinazione desti dubbi e provochi critiche. “Ma noi riteniamo che si tratti di un vaccino efficace e sicuro”, ha dichiarato a swissinfo la capo Sezione vaccinazioni dell’UFSP Virginie Masserey. Non bisogna dimenticare che nel mondo sono già state vaccinate milioni di ragazze, rileva.
Patrizia Pesenti osserva che in Svizzera “oggi molti hanno dimenticato che malattie devastanti, come ad esempio il vaiolo, sono state debellate proprio grazie alle vaccinazioni sistematiche”.
Il prezzo elevato pagato ora per il vaccino nei paesi industrializzati permetterà d’altra parte ai produttori di fare abbassare i prezzi per i paesi poveri, dove l’incidenza del cancro del collo dell’utero e delle lesioni precancerose è nettamente più elevata, aggiunge Virginie Masserey. “In definitiva si tratta anche di un atto di solidarietà” con le popolazioni più sfavorite.
swissinfo, Sonia Fenazzi
La maggior parte dei casi di carcinoma della cervice uterina è originata dal virus del papilloma umano (HPV).
In misura nettamente minore può anche essere causato da altre infezioni sessualmente trasmissibili, come quelle da clamidia e da herpesvirus.
Altri fattori d’influenza sono l’insufficiente igiene intima, il numero di partner sessuali e il tabacco.
Esistono oltre 100 tipi di virus del papilloma umano. Per distinguerli, a ognuno è stato assegnato un numero.
L’HPV si trasmette tramite i rapporti sessuali o, più raramente, il contatto diretto con la pelle. In Svizzera è la causa più frequente di infezioni sessualmente trasmissibili. Si calcola che il 70-80% della popolazione attiva venga infettata almeno una volta nella vita.
La maggior parte degli HPV è innocua. Una quindicina sono cancerogeni. Quattro provocano le malattie genitali più comuni.
Il Gardasil – il vaccino in vendita in Svizzera – protegge dal contagio degli HPV 16 e 18, che possono causare il cancro del collo dell’utero, come anche dei tipi 6 e 11, che possono provocare lesioni genitali esterne.
È omologato per la vaccinazione di ragazze e donne dai 9 ai 26 anni.
Preferibilmente, dovrebbe essere inoculato prima che la giovane cominci ad avere rapporti sessuali.
È somministrato in tre dosi, per via intramuscolare, sull’arco di sei mesi.
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