Sci fuoripista: stazioni invitate a rivedere la loro pubblicità
Gli incidenti da valanga, che questo inverno hanno già causato la morte di una dozzina di persone e numerosi feriti, hanno riacceso il dibattito intorno alle misure di prevenzione. Al centro della discussione ci sono lo sci fuoripista e il freeriding, attività pubblicizzate anche nelle località sciistiche.
Sul sito internet del comprensorio sciistico di Davos-Klosters, gli impianti di risalita hanno pubblicato nella rubrica “Freeride & Touren” una serie di spettacolari immagini che ritraggono sciatori mentre tracciano ampi curvoni nella neve fresca oppure si esercitano in salti mozzafiato.
Questa pubblicità non fa certo felice il Club Alpino Svizzero (CAS). Sono proprio gli impianti di risalita e le località turistiche invernali a promuovere lo sci fuoripista, si rammarica Ueli Mosimann, specialista del CAS.
«È quasi impossibile trovare immagini in cui gli sciatori percorrono tranquillamente le piste. Le foto mostrano incoscienti che scendono a tutta birra – sono riconoscibili dalla loro posizione sugli sci – oppure sciatori che si dilettano nella neve fresca».
Altri sviluppi
Specialisti della neve
Sciatori medi: nulla per voi
I crudi avvertimenti sui rischi di simili avventure nulla possono contro gli accattivanti messaggi della pubblicità. «È assurdo», s’indigna Ueli Mosimann. «Tali immagini mettono in pericolo soprattutto gli sciatori medi, quelli poco esperti e senza nessuna competenza in fatto di valanghe. Sono indotti a imitare i freerider quando, a bordo pista, notano le tracce lasciate da chi si avventura nella neve fresca».
I responsabili degli impianti di risalita, aggiunge, devono assumersi le proprie responsabilità riguardo all’attuale situazione.
Dello stesso avviso è anche Monique Walter dell’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (upi). «È paradossale il fatto che un impianto di risalita mostri un video di un freerider e che nel contempo i responsabili della sicurezza si lamentino perché così tante persone praticano il fuoripista».
Secondo la consulente dell’upi, i comprensori sciistici dovrebbero almeno ricordare che sciare nella neve fresca è rischioso e non solo spassoso come nei filmati.
«Questi avvertimenti dovrebbero essere legati a doppio filo con la pubblicità». L’upi invita le funivie a reclamizzare le proprie offerte, ossia le piste battute e le discese ufficiali, e non il fuoripista, attività che non compete loro.
Piste freeride ufficiali
Gli impianti di risalita di Davos-Klosters non sono certo gli unici ad attirare clienti con immagini impressionanti di sciatori scavezzacollo. Jo Hüchelheim, responsabile della comunicazione, non ha nessun problema con queste foto. «Il nostro sistema ‘SOS’ garantisce la sicurezza sulle piste speciali destinate al freeride. Le immagini sulla nostra pagina internet sono state scattate su queste piste». Questi tracciati non battuti con il gatto delle nevi sono contrassegnate da cartelli giallo-neri.
Alla critica secondo cui queste immagini accattivanti promuoverebbero il fuoripista anche tra coloro che dovrebbero rimanere sulle piste demarcate, Jo Hüchelheim risponde così: «È responsabilità di ogni singolo. Non possiamo giudicare le capacità sciistiche dei nostri ospiti e nemmeno possiamo dire loro quali piste seguire o evitare».
Opinione condivisa anche da Andreas Keller, portavoce dell’Associazione funivie svizzere: «Perché non dovremmo pubblicizzare questo divertimento? Il fuoripista è permesso se le condizioni d’innevamento lo consentono».
Gli impianti di risalita sono obbligati a rendere attenti sui rischi legati alle valanghe. Se il grado di pericolo è marcato (grado 3) deve essere attivata una spia luminosa.
«A differenza dell’Italia, la Svizzera non ha emanato una legge che proibisce di uscire dalle piste ufficiali. Chi lo fa nonostante gli avvertimenti e non provoca un incidente, non deve temere alcuna conseguenza», dice il portavoce delle funivie.
«Tuttavia, le pattuglie degli impianti di risalita hanno l’obbligo di sanzionare se notano persone che non si attengono alle regole. Possono avvisarli o ritirare loro la carta giornaliera o stagionale».
Nessun divieto
Impianti di risalita, CAS e upi sono concordi su un fatto: non vogliono vietare lo sci fuoripista o il freeriding.
«Non possiamo vietare a nessuno di fare del fuoripista», dice Monique Walter. La collaboratrice dell’upi si interroga invece se sia legalmente corretto ritirare l’abbonamento stagionale a una persona, se questa ha superato le demarcazioni per sciare nelle neve fresca.
«Fintanto che non mette in pericolo l’incolumità altrui, questa attività dovrebbe essere permessa. Lo sciatore deve rispondere delle sue azioni ed essere pronto ad assumersi le sue responsabilità».
La valanga scesa domenica 5 gennaio 2014 a Mase, nel canton Vallese, ha mietuto una quarta vittima. Con quest’ultima, da Natale sono ora dodici le persone morte per incidenti da valanga nelle Alpi svizzere.
Il quarto partecipante al corso sulle slavine travolto al di sotto del Pointe Masserey a Mase è morto nella notte di martedì all’ospedale, ha reso noto il portavoce della polizia cantonale vallesana.
Nel frattempo sono state identificate tutte e quattro le vittime: sono una guida alpina di 29 anni originaria del canton Neuchâtel e residente in Vallese, un belga di 35 anni residente in Vallese, un vodese di 28 anni e un vallesano di 26 anni.
Nel solo Vallese sono decedute questo inverno otto persone a causa delle valanghe. Eccezion fatta per la slavina a Nendaz, la cui vittima sciava fuoripista, negli altri casi si tratta di escursionisti, ha comunicato la polizia cantonale vallesana.
Quest’ultima ha rinnovato l’appello alla prudenza, ricordando che il grado di pericolo di valanghe è ancora marcato. Pertanto invita gli sciatori a non abbandonare le piste demarcate.
Fonte: ats
Traduzione dal tedesco di Luca Beti
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