“Siamo ambasciatori della perseveranza elvetica”
La più grande scuola svizzera all'estero si trova in Messico. Ha 1'400 allievi e nell'anno scolastico 2015-2016 festeggia 50 anni di esistenza. L'istituto segue un modello didattico improntato al ragionamento e alla capacità di autonomia, sottolinea il direttore generale Jörg Wiedenbach.
swissinfo.ch: Con tre istituti, il Messico è il paese fuori dall’Europa che ha il maggior numero di scuole svizzere all’estero. Come si spiega questa espansione messicana in cinque decenni?
Scuola svizzera in Messico
In Messico la prima comunità svizzera si insediò prima della rivoluzione messicana (1920). Nel 1927, fondò il Club sportivo svizzero a Città del Messico, con circa 250 membri.
Nel 1964, un insegnante conosciuto come il Señor Mollet, che all’epoca lavorava per la scuola tedesca, convocò gli altri connazionali, invitandoli a fondare una Scuola svizzera in Messico. La sua iniziativa fu bene accolta (mentre precedenti tentativi erano falliti).
Nell’anno scolastico 2015-2016, la Scuola svizzera in Messico festeggia il suo primo mezzo secolo di vita. Attualmente, è la più grande scuola svizzera all’estero, con 1’400 allievi ripartiti in tre centri: Città del Messico, Cuernavaca (Morelos) e Querétaro (capitale dello Stato omonimo).
Ogni scuola svizzera all’estero ha un cantone patrocinatore. Per quella del Messico è Zurigo.
Jörg Wiedenbach: Penso che la chiave del successo del Colegio suizo de México (CMSCollegamento esterno) risieda nella qualità dell’insegnamento e dei docenti.
Quando ha preso avvio, il 30% degli alunni erano svizzeri. La loro proporzione nel corso degli anni è diminuita, stabilizzandosi a lungo al 25%. La visione dei dirigenti della scuola che hanno creato i centri di Cuernavaca e Querétaro [negli ultimi due decenni], nonostante che le grandi aziende svizzere all’estero impieghino sempre meno espatriati, spiegano l’evoluzione che ha portato alla crescita del totale degli allievi. Oggi, solo il 12% è svizzero, un altro 10% proviene da paesi come la Francia o la Germania. Il resto è costituito da ragazzi messicani.
Le scuole svizzere sono ambasciatrici di un prodotto chiamato ‘educazione’, ma anche della cultura svizzera, una missione che è prevista dalla Legge sulla diffusione della formazione svizzera all’esteroCollegamento esterno.
swissinfo.ch: In Messico ci sono molte scuole straniere rinomate. Qual è la peculiarità della scuola svizzera?
J. W.: Il Colegio suizo non è il più prestigioso. Ci sono diverse buone scuole. Ma per alcune famiglie è l’alternativa più interessante e quella che funziona meglio. Il suo principale punto di forza è il corpo insegnante e la sua professionalità. Attualmente, il 50% dei nostri docenti è svizzero o di altre nazionalità estere e il 50% messicano. Penso che sia un buon mix.
Un altro punto che ci contraddistingue è la visione didattica di insegnare ai bambini a ragionare, non a recitare dei testi a memoria. Li stimoliamo a utilizzare la deduzione logica. Formiamo scolari in grado di lavorare autonomamente ed essere indipendenti.
Un’altra caratteristica importante è che negli ultimi anni di liceo, gli allievi devono sviluppare le capacità di ricerca. In questa fase, lo studente realizza una “Monografia”, una sorta di tesi. Per due semestri deve ricercare e scrivere, ha un “consulente” e, infine, deve difendere il lavoro in pubblico.
Un altro elemento di forza sono le lingue. I bambini parlano tedesco sin dalla scuola materna. Nel primo anno delle elementari si integra lo spagnolo e nel quinto l’inglese. Alle medie c’è il francese (che è opzionale); e più tardi, al liceo ci sono corsi di mandarino.
Penso che tutto questo componga la ‘swissness’ che dota gli allievi di buoni strumenti.
swissinfo.ch: La formazione duale – che combina apprendimento pratico nelle aziende e insegnamento teorico in scuola – in Svizzera è il principale pilastro del sistema educativo e uno dei motivi che spiega il basso tasso di disoccupazione. Il Messico avanza in questo tipo di formazione. Che ruolo avrà la Scuola svizzera?
J. W.: Attualmente non siamo coinvolti nella formazione duale. Ma effettivamente c’è un progetto in tal senso dell’ambasciata svizzera e di società svizzere con la Segreteria messicana della pubblica istruzione (SEPCollegamento esterno). Fondamentalmente inizierebbe dopo la scuola secondaria. Per ora, il Messico è l’unico paese d’America Latina che, dal 2015, dispone di una legge sull’educazione adattata affinché la formazione duale sia riconosciuta come l’istruzione superiore.
L’intento è di sfruttare soprattutto l’esperienza e la conoscenza delle imprese nel campo della formazione. Ma non è escluso che in futuro la Scuola svizzera partecipi con dei corsi, anche se ad orari diversi da quelli delle classi regolari. In linea di principio dovrebbero svolgersi in ore serali.
swissinfo.ch: Ma il sistema di formazione professionale messicano è completamente diverso da quello svizzero…
J. W.: Sì. La grande sfida che vedo in Messico è che la società ritiene che tutti dovrebbero avere una laurea per essere validi. Sarà molto duro superare questa barriera. Occorre un cambiamento ideologico, un cambiamento culturale della società, poiché oggi si considera che chi non ha una laurea non è nessuno. In Svizzera, invece, ci sono ottimi professionisti che non ce l’hanno.
Io ho avuto una formazione di bancario che mi ha permesso di lavorare tre anni in una banca svizzera. Mi sono diplomato ed ho ottenuto un certificato di studio. Dopo ho studiato economia e amministrazione in una scuola superiore e ho ottenuto un altro titolo. A quel tempo non era possibile proseguire fino al dottorato. Adesso c’è questa possibilità. I tre anni di formazione bancaria che ho seguito io si iscrivono nel sistema di formazione duale.
In Messico, le aziende come quelle di costruzione di automobili hanno già sistemi di formazione concreti per permettere poi alle persone di assemblare le auto in modo indipendente.
Il vantaggio del sistema svizzero è che si impara in una società, ma il titolo conseguito è valido per qualsiasi altra azienda, compresa la concorrenza. In Svizzera ci sono più di 200 professioni basate su questo sistema. Ci sono apprendisti che vanno a lavorare in altre aziende dopo aver ottenuto il diploma. Altri che restano in quella in cui hanno effettuato il tirocinio. Spetta alle aziende offrire le condizioni che inducano i migliori a restare.
swissinfo.ch: Gli svizzeri e i messicani sono molto diversi. Lei vive qui da 21 anni. Come ha fatto ad adattarsi?
J. W.: Ho sempre lavorato per ditte svizzere. Perciò penso che non sia stato difficile adattarmi. Ma ho conosciuto persone che dopo sei mesi in Messico hanno deciso di andarsene perché non riuscivano ad adattarsi.
Personalmente nelle società in cui ho lavorato ho sempre incontrato persone leali e capaci. Ma so che sarebbe stato più difficile se avessi intrapreso qualcosa da solo o se avessi lavorato per una società esclusivamente messicana.
Nel Colegio suizo cerchiamo di trasmettere valori quali la puntualità, la perseveranza, la precisione e la cura dei dettagli – caratteristici delle aziende elvetiche – attraverso i docenti svizzeri.
swissinfo.ch: I paesi latino-americani sono meno strutturati della Svizzera. Ma c’è sempre qualcosa che si può imparare. Cosa c’è nel sistema educativo messicano che sarebbe utile in Svizzera?
J. W.: La cultura messicana ha un talento naturale per l’improvvisazione, qualcosa che manca in Svizzera. La società elvetica è rigida e ha difficoltà ad adattarsi, è solitamente scontenta quando cambia qualcosa nel proprio ambiente. La capacità di improvvisare, di superare questi problemi, ci sarebbe utile.
Scuole svizzere all’estero
In totale attualmente ci sono 17 scuole svizzere all’estero, che sono presenti in tre continenti: Europa, Asia e America. Complessivamente sono frequentate da circa 7’500 allievi, di cui 1’800 di nazionalità elvetica.
Con quattro istituti – Roma, Catania, Bergamo e Milano – e un campus – quello a Caslino (Como), legato a Milano – l’Italia è il paese che conta il maggior numero di scuole svizzere all’estero.
L’insegnamento è sempre almeno bilingue: in una lingua nazionale svizzera e nella lingua locale o in inglese. Nel livello medio superiore una seconda lingua nazionale svizzera dev’essere materia d’insegnamento. I programmi devono portare a certificati di studio riconosciuti sia dal paese ospitante, sia dalla Svizzera.
(Traduzione dallo spagnolo: Sonia Fenazzi)
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