Sochi, tra lavoratori sfruttati e cantieri infiniti
Ancor prima dell'inizio dei giochi, il gigantismo russo ha fatto parlare di sé in patria e all'estero. E mentre gli investimenti sfiorano ormai i 40 miliardi di franchi, gli operai impiegati sui cantieri delle olimpiadi attendono da mesi che il loro lavoro venga retribuito.
Le Olimpiadi di Sochi dovrebbero essere le più compatte della storia. Per lo meno è ciò che promettono gli organizzatori. Le gare si terranno in due siti principali: uno lungo la costa, nel distretto di Adler, e l’altro in montagna a Krasnaya Polyana.
L’evento sportivo è però parte di un progetto più ampio: la Russia intende infatti trasformare Sochi in una destinazione di villeggiatura di fama internazionale. Nel 2007, il governo ha adottato un programma che prevede la costruzione di 206 nuovi siti, di cui una trentina destinati alle competizioni sportive.
L’economia della regione è stata stravolta da questi investimenti massicci. In sei anni sono giunti a Sochi migliaia di lavoratori provenienti dalla Russia e dall’estero. E malgrado la sua fama di “culla della salute”, la città olimpica è confrontata con gli stessi problemi riscontrati nel resto del paese: salari bassi, prezzi alti, strutture pubbliche fatiscenti, strade dissestate.
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I numerosi cantieri aperti in vista dei giochi stanno mettendo a dura prova la pazienza della popolazione. Rumore e sporcizia sono infatti all’ordine del giorno. Le organizzazioni non governative e i sindacati denunciano inoltre la violazione dei diritti dei lavoratori e l’assenza di contratti di impiego per alcune categorie. «Il problema del mancato pagamento dei salari è particolarmente diffuso», spiega Semyon Simonov, coordinatore del centro “Migrazione e legge” a Sochi.
In questo contesto, la storia di Robert Kesyan non stupisce. Dall’agosto 2012, questo laureato in genio civile lavora per la società Q-tec, attiva nella costruzione di alberghi nella valle dell’Imeretin. Nel novembre dello stesso anno, Robert Kesyan è stato nominato capo della divisione supporto tecnico.
Contrariamente ad altri impiegati, soprattutto migranti, Robert Kesyan è stato assunto con un regolare contratto di lavoro, nel rispetto della legislazione russa. Ma dal luglio 2013 sette ingegneri e un centinaio di impiegati del suo dipartimento non ricevono più la busta paga a fine mese.
In un rapporto pubblicato nel febbraio 2013, Human Rights Watch ha duramente criticato le condizioni di lavoro in vigore sui cantieri dei giochi olimpici a Sochi. Secondo l’ONG, gli immigrati sono stati ingannati dai datori di lavoro. Gli operai sono stati costretti a lavorare 12 ore al giorno, senza congedi, e spesso non ricevevano il salario convenuto. Chi ha cercato di far valere i propri diritti è stato semplicemente espulso dal paese. I migranti intervistati da HRW provengono da Armenia, Kirghizistan, Serbia, Tajikistan, Uzbekistan e Ucraina. Quasi tutti fanno lavori poco qualificati e mal pagati (tra 1,80 e 2,50 dollari l’ora).
(Fonte: rapporto 2013 Human Rights Watch. Vedi link a fondo pagina)
Manifestazioni vietate
Robert Kesyan non ci ha messo molto a capire che quella busta paga mancante non era il suo unico problema. La società Q-tec gli ha infatti sottratto il libretto di lavoro e lo ha spedito alla sede centrale a Mosca. Senza questo documento, retaggio dell’epoca sovietica, è praticamente impossibile trovare un impiego decente. Alcuni colleghi di Kesyan, poi, provengono da regioni discoste e in queste condizioni non possono nemmeno pagarsi il biglietto di ritorno a casa.
Ma c’è di più. A Sochi, gli operai non hanno il diritto di scioperare e nemmeno di organizzare una manifestazione per tutta la durata delle olimpiadi. Pena prevista: la detenzione.
Kesyan e i suoi colleghi hanno portato la loro causa davanti al procuratore, che non si è però ancora espresso in merito.
Il loro non è un caso isolato. Semyon Simonov dice di aver ricevuto circa novanta denunce relative a salari non pagati dal luglio 2012. Negli ultimi mesi, i media hanno sollevato a più riprese il tema, grazie anche a un rapporto critico pubblicato nel mese di febbraio dall’organizzazione non governativa Human Rights Watch (HRW), sulla base tra l’altro dei dati raccolti dal centro “Migrazione e legge”. «Grazie alla pressione dei media, la situazione è leggermente cambiata, sottolinea Semyon Simonov. Per lo meno le autorità ora riconoscono l’esistenza di un problema».
Le autorità respingono le critiche
Nel suo rapporto, l’ONG HRW elenca diverse categorie di abusi, come la giornata di 12 ore e il fatto che in molti casi i datori di lavoro sequestrano i documenti ai loro impiegati. Lo studio si basa su una serie di interviste con 55 operai stranieri attivi in alcuni cantieri dei giochi: lo stadio principale, il villaggio olimpico o ancora il centro dei media.
In un’intervista all’agenzia Interfax, il responsabile del Servizio federale delle migrazioni, Konstantin Romodanovsky, ha però respinto ogni accusa definendo «sproporzionato», «sbagliato e disonesto» il rapporto di HRW. Konstantin Romodanovsky ha poi assicurato che il suo ufficio sta osservando la situazione da vicino. È chiaro che ci possono essere stati incidenti isolati o complicazioni, ha ammesso, ma le autorità non hanno ricevuto denunce gravi o indicazioni di ritardi nei pagamenti dei salari su larga scala» nei cantieri olimpici.
Il quotidiano Vedemosti ritiene dal canto suo che il costo globale dei lavori di preparazione in vista dei giochi olimpici ha superato i 40 miliardi di franchi svizzeri, ossia cinque volte di più rispetto al budget inizialmente previsto.
La 22esima edizione delle olimpiadi invernali si terrà a Sochi dal7 al 23 febbraio 2014. I giochi paraolimpici si terranno invece dal 7 al 16 marzo 2014.
– 11 nuovi impianti sportivi conformi alle norme internazionali sono stati costruiti per le olimpiadi; hanno una capacità totale di 120’000 posti.
– 98 medaglie d’oro saranno attribuite nelle diverse discipline olimpiche.
– 6’000 atleti e membri delle delegazioni olimpiche prenderanno parte all’evento sportivo.
– 25’000 i volontari ingaggiati e 130’000 i giornalisti e fotografi accreditati.
– 3 miliardi di persone seguiranno l’evento alla televisione.
Le competizioni olimpiche si terranno in due zone. Il “sito sulla montagna” di Krasnaya Polyana comprende piste di sci, di bob e skeleton, un villaggio olimpico e una serie di alberghi. Grazie alla nuova linea ferroviaria, Krasnaya Polyana dista solo un’ora dal parco olimpico di Alder, sulle rive del Mar Nero. Il “sito al mare” comprende dal canto suo diverse piste di pattinaggio e un centro dei media ultramoderno.
(Traduzione e adattamento di Stefania Summermatter)
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