Quanto contano le classifiche delle università?
Le università svizzere tendenzialmente fanno bella figura nelle classifiche internazionali. Ma come sono considerate queste graduatorie dagli atenei stessi e perché i risultati variano così tanto a seconda della classifica?
Mentre taluni sostengono che le classifiche aiutano a valutare la qualità in un contesto sempre più globale, competitivo e diversificato, altri affermano che possono indurre le università a concentrarsi su una ricerca orientata alle classifiche piuttosto che all’insegnamento e alla responsabilità sociale. Secondo certi critici, le classifiche favoriscono gli istituti che si trovano nella “top 200”, molti dei quali si trovano in Europa e Nord America.
In questi ranking internazionali, il Politecnico federale di Zurigo (ETHZCollegamento esterno) è generalmente il primo tra gli atenei svizzeri e il suo omologo di Losanna, l’EPFLCollegamento esterno, il secondo. Vi sono però anche altri istituti accademici elvetici che si fanno strada. Per esempio, l’università di Ginevra conta ora due vincitori del premio Nobel per la fisica, il che potrebbe influire sulla sua posizione in queste graduatorie.
Nella classifica delle migliori università al mondo stilata da Times Higher Education (THECollegamento esterno) 2020, la Svizzera vanta il maggior numero di università pro capite nella “top 200”.
Quali sono le principali classifiche per la Svizzera?
QSCollegamento esterno, ShanghaiCollegamento esterno, THECollegamento esterno e LeidenCollegamento esterno sono le quattro evidenziate dalla Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRICollegamento esterno) sulla sua piattaforma universityrankings.chCollegamento esterno. Quest’ultima è stata creata nel 2006 in risposta all’enorme interesse suscitato dalla prima classifica universitaria, Shanghai, nel 2003 (queste classifiche sono un fenomeno relativamente recente).
La piattaforma riassume la posizione degli atenei svizzeri nelle diverse classifiche. Il sito web serve anche “per dare spiegazioni sulle metodologie e, soprattutto, mettere in guardia i lettori dall’interpretare erroneamente le classifiche”, indica un rappresentante della SEFRI a swissinfo.ch.
Le classifiche non sono utilizzate per formulare politiche dell’istruzione superiore e della ricerca, ma aiutano gli istituti ben posizionati nelle relazioni pubbliche con i responsabili politici e con i futuri studenti, precisa la SEFRI.
Cosa dicono le università svizzere?
Le università svizzere sono consapevoli di entrambe le facce della medaglia. Prendiamo l’esempio del Politecnico federale di Zurigo, collocato al 13° posto nella classifica THE 2020, la posizione più alta per un’università al di fuori della Gran Bretagna e degli Stati Uniti.
“Le classifiche accademiche forniscono alle università uno strumento di confronto prezioso, ma sono solo una visione parziale di un’università”, afferma il presidente dell’ETHZ Joël Mesot in un commento scritto. “La strategia del Politecnico di Zurigo è legata al mandato federale di condurre ricerche di base, formare specialisti e trasferire nuove conoscenze all’economia e alla società. In tali contingenze, è un grande risultato che i Politecnici federali continuano a figurare tra le migliori università del mondo”.
Altri sviluppi
Studiare in Svizzera
L’Università di Ginevra, numero 144 nella graduatoria THE 2020, afferma di non avere una politica specifica per migliorare la sua posizione in alcune classifiche, ma di concentrarsi “sul miglioramento del suo insegnamento e della ricerca”. Tuttavia, il recente doppio premio Nobel dovrebbe “avere un impatto positivo sul suo posizionamento nelle classifiche, anche se è impossibile dire quanto”, dice il portavoce Marco Gérard Cattaneo.
Complessivamente, dato che gli atenei che figurano nella “top 200” sono considerati il fior fiore dei migliori al mondo, non si può ignorare l’impatto sugli studenti, osserva l’università. Ma le classifiche non danno il quadro completo e dovrebbero essere prese con cautela, soprattutto “non si dovrebbero sopravvalutare le oscillazioni verso l’alto o verso il basso, spesso dovute a cambiamenti metodologici”.
Cosa valutano le classifiche?
La classifica THE si basa su 13 metriche di performanceCollegamento esterno, raggruppate in cinque campi (insegnamento/reputazione, ricerca, citazioni, prospettive internazionali e apporto per l’industria). La classifica QS si basa su cinque indicatori, il più importante dei quali è la peer review accademica (40%). La classifica di Shanghai si concentra maggiormente sulla ricerca, compresi i premi e le pubblicazioni più frequentemente citate, mentre Leiden analizza la performance scientifica, sulla base di indicatori bibliometriciCollegamento esterno.
Questo spiega perché il Politecnico di Zurigo è al sesto posto nella QS 2020 e al tredicesimo nella THE 2020.
Allora, qual è la migliore università?
È difficile da dire. Persino Phil BatyCollegamento esterno, dirigente di THE, ha detto su TwitterCollegamento esterno che non c’è “nessuna classifica corretta o precisa delle università”.
In occasione del vertice accademico mondiale del THE a ZurigoCollegamento esterno, Baty ha dichiarato a swissinfo.ch che le classifiche potrebbero “variare significativamente a seconda delle misure scelte, delle metriche, delle ponderazioni”.
“Dobbiamo essere onesti come classificatori. Nessuno scolpisce nella pietra che il Politecnico di Zurigo è la tredicesima migliore università del mondo e Oxford la prima”, ha rilevato. Il risultato si basa su un gruppo specifico di metriche “deciso in consultazione con il settore”, ha spiegato.
Per questo motivo, Baty incoraggia le persone a scomporre i dati in base alle loro esigenze. Per esempio, gli studenti potrebbero essere interessati alle risorse disponibili per l’insegnamento, mentre i dottorandi potrebbero prestare attenzione alle citazioni e alla reputazione.
L’EPFL (al 38° posto della classifica THE 2020) riassume bene il dilemma sul suo sito webCollegamento esterno: “Nessuna di queste classifiche è perfetta, ma tutte fanno luce sulle università esaminate. L’analisi dell’insieme delle classifiche dà un’idea abbastanza affidabile dell’importanza relativa, della percezione e delle performance delle istituzioni accademiche”.
(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)
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