La rete fiscale si stringe attorno ai pensionati espatriati
Il Controllo federale delle finanze ha preso in esame la situazione dei pensionati che vivono all'estero con una rendita svizzera e che non vengono tassati nel loro paese di residenza. L'amministrazione federale propone l'idea di una tassazione alla fonte, per ragioni di equità fiscale.
In Svizzera, i beneficiari di una rendita dell’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS) devono dichiarare anche questo reddito nella loro dichiarazione fiscale annuale. L’importo riscosso viene quindi tassato come imposta sul reddito.
Il fisco svizzero non può invece riscuotere questa tassa all’estero. I beneficiari di rendite espatriati sono tassati nel loro paese di residenza, se quest’ ultimo ha concluso con la Svizzera una Convenzione sulla doppia imposizione (CDI) o una Convenzione sulla sicurezza sociale (CSS). Ad esempio, una rendita AVS viene tassata in Italia con un’aliquota del 5%.
Imposta alla fonte
Ma vi sono anche beneficiari di rendite che sfuggono a una tassazione. È il caso dei paesi che non hanno concluso una relativa convenzione con la Svizzera o che non assoggettano all’obbligo fiscale i pensionati, allo scopo di attrarli sul loro territorio. Il Portogallo, ad esempio, ha attirato l’attenzione negli ultimi tempi, decidendo di esentare fiscalmente per dieci anni i pensionati stranieri.
Nel 2014 sono state versate all’estero 800’000 rendite AVS, pari a circa un terzo di tutte le rendite. In termini finanziari, i pensionati espatriati hanno ricevuto il 14% dell’importo globale delle rendite, pari a 5,6 miliardi di franchi. Il Controllo federale delle finanze (CDF) non vi intravede alcun problema, dato che “la stragrande maggioranza” dei beneficiari ha pagato delle imposte.
Tuttavia, il 7% dei pensionati espatriati, che percepisce il 9% delle rendite versate all’estero, vive in paesi con i quali la Svizzera non è vincolata da nessun un accordo. I 480 milioni di franchi percepiti da questi 57’000 pensionati non vengono probabilmente tassati, deplora il CDF. Quest’ultimo suggerisce pertanto l’introduzione di un’imposta sulle rendite percepita alla fonte, che farebbe affluire un gettito fiscale supplementare di 25 a 30 milioni di franchi
Dibattito sensibile
Attualmente si tratta soltanto di un’idea. Il CDF afferma nel suo audit che “prima di apportare modifiche è necessario valutare le conseguenze per l’amministrazione fiscale e la Cassa svizzera di compensazione”.
Tuttavia, questa idea rientra nell’ambito di un dibattito delicato per i cittadini svizzeri residenti all’estero. Di recente, la proposta di risparmiare denaro sulle rendite versate all’estero, adeguandole al costo della vita nel paese di residenza, ha suscitato un’ondata di proteste presso i membri della Quinta Svizzera.
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Traduzione di Armando Mombelli
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