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Tangenti e corruzione flagellano Expo 2015

L'Expo di Milano sembra destinata ad aprire un grande cantiere anche presso la giustizia italiana Keystone

Una nuova tempesta si abbatte su Milano con gli arresti di politici e faccendieri che pilotavano gli appalti dell’Expo, tra cui Angelo Paris, uno dei manager più importanti. Questi eventi testimoniano che ora il vero ostacolo alla realizzazione della grande esposizione non sono più solo i ritardi accumulati nei lavori di costruzione.

È una Milano stordita quella di questi giorni, dopo la notizia degli arresti di sette tra politici, imprenditori, faccendieri e dirigenti della società Expo per tangenti e mazzette sugli appalti. Nei bar e sugli autobus, i milanesi commentano la notizia che impazza nei titoli cubitali di tutti i giornali.

Dopo la festa con il concerto di Andrea Bocelli in piazza la sera del 30 aprile, trasmessa in diretta RAI, per scandire il conto alla rovescia a un anno dall’inizio di Expo, anche i milanesi cominciavano a percepire qualcosa di questo grande evento capace di portare oltre 20 milioni di visitatori nella loro città. Una possibilità concreta di far nascere un feeling nonostante i problemi che hanno caratterizzato la macchina organizzativa nel suo lungo iter.

Nuova tangentopoli milanese

E invece su Milano e sull’Italia torna ora lo spettro della Tangentopoli degli anni ‘90 che decapitò il sistema politico di allora e che oggi, beffa delle beffe, coinvolge due personaggi già finiti in carcere per Mani Pulite. A dire il vero il sospetto che attorno all’evento si stessero muovendo grandi interessi, serpeggiava da tempo.

L’esposizione universale di Milano è in programma dal 1° maggio al 31 ottobre 2015.

Il tema di Expo 2015, “Nutrire il pianeta – Energia per la vita”, mira ad affrontare il problema della nutrizione per l’uomo, nel rispetto della Terra, da cui attinge le sue risorse.

I paesi partecipanti sono chiamati a presentare le loro competenze nei settori dell’agricoltura, della produzione industriale, del commercio di prodotti alimentari e della ricerca scientifica, in modo da trovare dei modelli per assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione sana, sufficiente e sostenibile.

All’esposizione universale sono attesi almeno 20 milioni di persone, di cui 5 milioni provenienti dall’estero.

Le istituzioni avevano cercato di creare un cordone contro la criminalità organizzata. Mafia e ‘ndrangheta per intenderci. E invece la corruzione è entrata dalla porta principale di Expo coinvolgendo proprio il direttore Construction di Expo 2015, quell’Ingegner Angelo Paris che aveva garantito la trasparenza degli appalti anche nel corso di una recente intervista a swissinfo.ch. Del resto l’arresto di Antonio Rognoni di Infrastrutture Lombarde nel marzo scorso, nei confronti del quale la Procura di Milano ha emesso giovedì un nuovo ordine di arresti domiciliari, aveva fatto suonare il campanello d’allarme.

Ora tutti si domandano cosa accadrà. “Svolgo da sempre la mia attività professionale credendo nel lavoro di squadra e nella lealtà dei comportamenti. Oggi questa fiducia appare sorprendentemente tradita da una delle persone di Expo. Dal mio punto di vista non intendo sottrarmi alla responsabilità che comunque è sempre in capo a chi guida una società”, ha comunicato in una nota Giuseppe Sala.

L’amministratore delegato di Expo e commissario unico ha ricevuto testimonianze di solidarietà e l’invito ad andare avanti da parte del sindaco di Milano Giuliano Pisapia e del governatore di Regione Lombardia Roberto Maroni.

In attesa di Renzi

Una situazione molto complicata, per risolvere la quale ha deciso di muoversi anche il premier italiano Matteo Renzi che nei confronti di Expo si è dimostrato sempre molto freddo. E che sarà a Milano martedì prossimo. Nella sua precedente e unica visita dello scorso aprile, di Expo non aveva voluto parlare – così come nel suo discorso di investitura pronunciato al Parlamento – limitandosi a dire che l’evento sarebbe stato un successo.

Ora tutti sperano in un coinvolgimento in prima persona del Presidente del Consiglio. “Il fatto che arrivi il premier Renzi a Milano è una notizia positiva: è il momento di fare il punto per capire come garantire la realizzazione delle opere in tempo per Expo”, ha commentato Roberto Maroni, presidente di Regione Lombardia.

Però bisogna fare in fretta. L’Expo è alle porte. O meglio, per il momento, al Gate. Sabato viene infatti inaugurato l’Expo Gate, la porta d’ingresso a Milano dell’esposizione universale, situata in Piazza Castello. Una struttura dalla forma discutibile, progettata da Alessandro Scandurra, che diviene l’infopoint e il luogo dove comprare i biglietti dell’esposizione e dove trovare tutte le informazioni sugli eventi.

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La Svizzera va avanti

La tempesta di Expo giunge proprio nei giorni in cui la Svizzera – paese che ha da sempre creduto nell’evento universale – si presenta a Milano e al mondo nell’ambito della prima tappa del Giro del Gusto con un villaggio allestito al parco Sempione. Una manifestazione che sta riscontrando un grandissimo interesse di milanesi e turisti tanto che in otto giorni sono stati oltre 40.000 i visitatori.

“Le autorità italiane hanno il controllo sui cantieri di Expo e le indagini e i numerosi controlli dimostrano la volontà di ridurre le infiltrazioni. La Svizzera segue con la massima attenzione gli sviluppi di questa indagine”, commenta a swissinfo.ch Andrea Arcidiacono di Presenza Svizzera, confermando il cronoprogramma dei lavori di costruzione del padiglione svizzero il cui inizio è previsto per la metà di luglio per terminare entro la fine del 2014.

Il delegato del Canton Ticino a Expo 2015 (anche se non più con funzioni operative) Luigi Pedrazzini reputa importante il lavoro della magistratura italiana segno di impegno e serietà e rileva quanto di buono si stia facendo per preservare gli eventi da criminalità e corruzione: “l’Expo 2015 rimane comunque un’opportunità per la Svizzera per farsi conoscere e per migliorare i rapporti con l’Italia”.

Riguardo al referendum sul finanziamento del Ticino a Expo, Pedrazzini sottolinea: “Le ultime vicende aiuteranno i sì; è però opportuno precisare che i soldi del cantone non vanno alla criminalità organizzata ma servono per promuovere le nostre iniziative e per darci visibilità”.

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