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Tracce del caso Magnitsky anche in Svizzera

Nataliya Magnitskaya mostra una foto di suo figlio Sergei Magnitsky, morto nel 2009 in prigione a Mosca Keystone

Il caso di Sergei Magnitsky, l’avvocato russo deceduto in prigione a Mosca dopo aver denunciato una vicenda di corruzione, ha assunto negli ultimi anni una dimensione internazionale. Fondi neri sarebbero stati depositati anche in Svizzera.

Mentre lavorava per uno studio legale americano a Mosca nel 2007, Sergei Magnitsky portò alla luce un grande caso di frode fiscale in Russia e di appropriazione indebita di società appartenenti al suo cliente, l’investitore americano Bill Browder. Quest’ultimo, gerente tra l’altro del più grande fondo d’investimento in Russia, Hermitage Capital Management, era stato costretto a lasciare il paese nel 2005, dopo aver denunciato l’oligarchia al potere al Cremlino.

Arrestato nel 2008, Magnitsky è deceduto in carcere nel novembre 2009, dopo 11 mesi di detenzione, in circostanze poco chiare. Sarebbe stato torturato e privato delle cure mediche necessarie. mentre si trovava in fin di vita.

Una versione dei fatti sostenuta dagli Stati Uniti, dal Parlamento europeo, da Amnesty International e dal movimento di opposizione russa. Contestata invece dalle autorità russe, che hanno accusato Magnitsky di frode fiscale e hanno avviato un procedimento postumo a suo carico. L’udienza preliminare è prevista per il 28 gennaio.

Contattata da swissinfo.ch, l’ambasciata russa a Berna si è rifiutata di esprimersi su questa vicenda.

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All’inizio di questo mese, il Ministero pubblico della Confederazione ha annunciato il blocco di altri depositi bancari nel quadro di un’inchiesta avviata contro ignoti per reati di riciclaggio di denaro sporco in relazione al caso Magnitsky. Nel marzo del 2011 erano già stati congelati dei conti bancari in tale ambito.

La procura federale ha rifiutato di fornire dettagli sulle indagini, limitandosi ad indicare che “emergono continuamente nuovi elementi per i quali è necessario un esame aggiuntivo”. Da parte sua, il governo russo non ha commentato ufficialmente le decisioni adottate dal Ministero pubblico della Confederazione.

L’autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ha rifiutato finora ogni commento, confermando solo di aver ricevuto informazioni riguardo a questa vicenda, che stava trattando “in modo appropriato”.

La pista del denaro

Dopo la morte di Magnitsky, lo stesso Bill Browder sta tentando di elucidare la vicenda, risalendo le tracce dei fondi legati al caso di frode fiscale: 230 milioni di dollari che hanno lasciato dietro sé una lunga scia in diversi paesi.

“Ci eravamo detti che se non vi è mezzo di ottenere giustizia in Russia, possiamo perlomeno tentare di ottenerla al di fuori di questo paese. Per questo motivo stiamo seguendo la pista del denaro in altri paesi”, dichiara a swissinfo.ch Bill Browder.

“Ed è ciò che abbiamo fatto. Durante gli ultimi tre anni, insieme ad inquirenti, giornalisti e altre persone che hanno accesso a dati bancari e informazioni finanziarie, abbiamo ritrovato circa 135 dei 230 milioni di dollari spariti”.

Una delle fonti d’informazione di Browder era Alexander Perepilichnyy, un milionario russo di 44 anni, morto nel novembre scorso in circostanze finora non chiarite a Londra. Perepilichnyy era anche uno dei testimoni chiave interrogati dalla Ministero pubblico della Confederazione per chiarire l’origine dei fondi depositati in Svizzera.

Nato in America, Bill Browder si è trasferito nel 1996 in Russia, dove ha diretto il fondo d’investimento Hermitage Capital Management.

Suo nonno era segretario generale del Partito comunista americano e suo padre è nato in Russia.

“Durante la mia fase di ribellione adolescenziale, ho pensato che il miglior modo per ribellarsi in una famiglia di comunisti era di diventare un capitalista. Ho così cominciato a indossare giacca e cravatta”.

Hermitage Capital Management ha conosciuto una forte espansione in Russia fino al 2005, quando Browder è stato espulso dal paese senza preavviso.

In seguito, gli uffici delle sue società a Mosca sono stati perquisiti dalla polizia del ministero dell’Interno. I documenti confiscati durante questa operazione  sono stati impiegati per sottrarre a Browder le sue società. Rimborsi fiscali fraudolenti sono stati poi versati ai nuovi proprietari.

Questa frode è stata scoperta e segnalata alle autorità locali dall’avvocato Sergei Magnitsky, impiegato da Browder. Magnitsky è stato però arrestato ed è deceduto nel 2009 in carcere.

Browder, ora cittadino britannico domiciliato a Londra, continua a dirigere Hermitage Capital Management, un fondo di investimento specializzato nei mercati emergenti – ad eccezione della Russia.

Ha collaborato alla creazione del sito web “Stop the untouchables – Justice for Sergei Magnitsky”.

“Per quanto riguarda la morte del signor Perepilichnyy e le sue conseguenze sui procedimenti penali, vorremmo far notare che la nostra forza risiede nella nostra capacità di ridurre al minimo l’influenza di un simile evento sulle nostre indagini”; si è limitata a dichiarare la procura federale.

Browder era stato contattato la prima volta da Perepilichnyy nell’estate del 2010. “È venuto da noi con una pila di documenti, da quali traspariva che circa 8 milioni di euro erano finiti su conti svizzeri, appartenenti alla famiglia dell’impiegata dell’amministrazione fiscale russa, che aveva approvato la maggior parte dei rimborsi fraudolenti delle imposte. Quei soldi sono stati depositati presso la Credit Suisse Private Bank di Zurigo”.

La denuncia penale sulla base di queste informazioni è stata inoltrata nel gennaio 2011 a Berna. Denunce analoghe per riciclaggio di denaro sporco sono state inoltre sporte in sette altri paesi: Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Cipro, Austria e Hong Kong.

Mini Guerra fredda

Nel frattempo, le ripercussioni di questo caso continuano a pesare fortemente sulle relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia.

Nel dicembre scorso, il Congresso americano ha adottato la “legge Magnitsky”, dovuta in buona parte alle attività di lobby esercitate da Browder. Le norme legali impongono il congelamento dei beni e il divieto di visto per una sessantina di funzionari russi che sarebbero implicati nella vicenda Magnitsky.

Il presidente russo Vladimir Putin ha definito questa decisione “ostile” e ha replicato imponendo un divieto di adozione per i cittadini degli Stati Uniti, presentato al Parlamento alla fine di dicembre, e iscrivendo su una lista nera una sessantina di americani, che non riceveranno più un visto da parte russa.

La storia è tutt’altro che finita, tenendo conto che Browder intende proseguire la sua azione: “Uno dei nostri grandi obiettivi è quello di fare in modo che la legge Magnitsky venga adottata anche dai membri dell’Unione europea nel corso di quest’anno. L’altro obiettivo è che venga bloccato tutto il denaro proveniente da questo caso nei paesi in cui è finito”.

Le richieste di Browder hanno già avuto un certo seguito. In una risoluzione approvata nell’ottobre 2012, il Parlamento europeo ha invitato il Consiglio dei ministri dell’UE a redigere un elenco dei funzionari “responsabili della morte in carcere del signor Magnitsky, come pure delle molestie contro la sua famiglia”. In base alla risoluzione, un divieto europeo di visto dovrebbe essere imposto a questi funzionari, come pure un blocco dei loro fondi e di quelli delle loro famiglie nei paesi membri dell’UE.

Finora, il caso Magnitsky non ha suscitato un ampio dibattito sulla scena politica svizzera.

Traduzione di Armando Mombelli

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