«Un vero talento nel contatto con la gente»
Da inizio anno i sapori della cucina vietnamita hanno fatto il loro ingresso nel quartiere residenziale di Murifeld a Berna. Il ristorante di quartiere è gestito con passione e impegno dalla famiglia vietnamita Nguyen-Dinh. Un esempio riuscito d'integrazione.
L’ultimo membro della famiglia giunto in Svizzera è il 22enne Van Tam Dinh. Originario di un paese vicino ad Hai Phong, la terza città più popolosa del Vietnam, Van è emigrato nel nostro paese tre anni fa. Elettricista di si è lanciato con successo in Svizzera nel campo della ristorazione.
“Sono venuto nel vostro paese per poter aiutare la mia famiglia. La Svizzera è interessante, perché mi permette di conoscere un’altra cultura e nuove persone”, ci dice Van in un momento di tregua dopo l’impegnativo lavoro ai tavoli e in cucina fra mezzogiorno e le due del pomeriggio, quando l’afflusso di clienti è particolarmente intenso.
In poco tempo Van è ha saputo conquistarsi i favori dei frequentatori del ristorante “Asia Halong” grazie alla sua gentilezza, al suo impegno e alle sue doti di comunicatore. “Ho fatto un corso di tedesco di sette mesi che mi ha consentito di iniziare il lavoro al ristorante. È molto importante per il mio lavoro poter comunicare con i clienti”, sottolinea Van.
Il Vietnam: un ricordo lontano
I genitori di Van sono arrivati nel nostro paese una ventina d’anni fa. La signora Thi conobbe il suo futuro marito durante una vacanza in Vietnam. Decise poi di seguirlo in Svizzera.
“Quando ero in Vietnam, fantasticavo a occhi aperti sulla bellezza della Svizzera. Dopo vent’anni mi rendo conto che anche la Svizzera è un paese normale”, sottolinea con una punta d’ironia la signora Thi che preferisce esprimersi in vietnamita. La sua testimonianza è tradotta senza problemi in tedesco dalla figlia Lieu, sorella di Van.
I tre fratelli e le due sorelle di Van sono infatti nati e cresciuti in Svizzera, dove frequentano le scuole, lavorano e hanno i loro amici. Si esprimono perfettamente in tedesco e in dialetto bernese. A casa hanno imparato il vietnamita, ma non conoscono molto del paese d’origine dei genitori. La loro vita è in Svizzera.
“Sono stata una sola volta in Vietnam, quando avevo 10 anni”, ricorda la 16enne Lieu: “Mi ricordo solamente di mia nonna a casa e delle persone molto gentili e sempre sorridenti. In Svizzera le persone hanno l’aria più seria”.
Lieu intende costruire il suo futuro professionale e personale a Berna. Le piacerebbe lavorare alla reception di un hotel: “Sono abituata alla Svizzera. Non so se mi piacerebbe vivere in Vietnam, potrei farlo magari per un breve periodo.”
La sorella di Van è tuttavia ben consapevole delle differenze economiche fra Svizzera e Vietnam, malgrado la forte crescita economica che ha permesso al paese asiatico di migliorare la qualità di vita: “Qui abbiamo molto, in Vietnam c’è meno. È importante aiutare con donazioni e offerte.”
La centralità del lavoro
L’apertura del ristorante di quartiere ha richiesto un notevole impegno finanziario e organizzativo: “All’inizio è molto difficile stabilire i contatti, scegliere i fornitori e i prodotti oppure ottenere la necessaria autorizzazione dalla polizia. Ci sono molti aspetti da prendere in considerazione,” rileva Van.
Grazie all’aiuto di amici svizzeri e vietnamiti il sogno di aprire un proprio ristorante è diventata realtà anche per la famiglia di Van. Lo zio – che vive in Svizzera da 19 anni – è proprietario del ristorante Asia ad Interlaken.
I clienti dimostrano di apprezzare la qualità della cucina offerta dalla famiglia Nguyen-Dinh.”Fanno un ottimo lavoro con piatti diversi rispetto alla cucina cinese o tailandese,” sottolinea Friedrich, pensionato e frequentatore abituale del ritrovo vietnamita.
Un giudizio lusinghiero pronunciato da una persona che se ne intende visto che Friedrich ha gestito per 20 anni un ristorante nella capitale federale. “Van ha un vero e proprio talento nel contatto con la gente, una prerogativa essenziale per il nostro mestiere, dove c’è una concorrenza molto forte”.
Sono le quattro del pomeriggio. Al ristorante vietnamita è appena arrivato una comitiva numerosa che vuole gustarsi ad ogni costo le specialità della casa. Van deve lasciarci per accogliere gli ospiti e ritornare in cucina. Il dovere chiama. “In fondo non ci sono differenze fondamentali fra i nostri due paesi. In Vietnam bisogna lavorare per vivere ed anche in Svizzera si lavora per vivere”.
swissinfo, Andrea Arcidiacono
Nel 1971 la Svizzera fu uno dei primi stati ad allacciare relazioni diplomatiche con la Repubblica democratica del Vietnam. Nel 1976 il Vietnam fu ufficialmente riunificato sotto il controllo del governo del nord comunista con il nome di “Repubblica socialista del Vietnam”. Saigon, fu ribattezzata Ho Chi Minh, e Hanoi divenne la capitale del nuovo stato.
All’inizio degli anni Settanta la Svizzera avviò i primi programmi umanitari a favore dei bambini vietnamiti. La fondazione Villaggio Pestalozzi, Terre des Hommes e la Croce Rosse accolsero orfani e infermi. Alla fine della guerra, nel 1975, oltre un migliaio di vietnamiti si trovavano in Svizzera.
Fra il 1979 e il 1984 giunsero nel nostre paese numerosi vietnamiti in seguito all’Accordo fra l’Alto commissariato ONU per i rifugiati e i paesi occidentali che s’impegnarono ad accogliere i cittadini perseguitati dal governo comunista. Berna accolse oltre 6 mila rifugiati.
Alla fine del 2006 vivevano in Svizzera 4512 cittadine e cittadini vietnamiti. Nel 1995 c’erano 6177 vietnamiti in Svizzera. Il loro numero è in costante calo nella Confederazione.
A fine 2007 vivevano in Vietnam 398 cittadine e cittadini elvetici. Il 45% di loro era iscritto nei registri elettorali.
Dal 3 al 6 agosto 2008 il Presidente della Confederazione Pascal Couchepin si recherà in Vietnam per una visita di lavoro. È la prima volta che un Presidente svizzero si reca in visita ufficiale nel paese del sud-est asiatico.
Sono previsti incontri di lavoro con il Presidente Nguyen Minh Triet, il primo ministro Nguyen Tan Dung e il segretario generale del partito comunista vietnamita Nong Duc Manh.
Couchepin si recherà in seguito in Cina per partecipare alla cerimonia d’inaugurazione dei giochi olimpici di Pechino. Il Presidente della Confederazione inaugurerà inoltre la sede di Swissnex a Shangai.
La rete tecnologica e scientifica, già presente a Boston, San Francisco, Bangalore e Singapore, mira ad accrescere la cooperazione internazionale nel campo della tecnologia, della scienza e dell’innovazione.
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