Una scuola per realizzare un sogno
Portare assistenza medica e scuole nelle zone più remote dell'Asia. È lo scopo dell'organizzazione non governativa svizzera Child's Dream, che punta sull'educazione quale vettore di pace e tolleranza. Reportage dal confine thai-birmano.
Sai Lern detesta la polvere. Polvere sui tetti, sulle foglie, nei cortili delle case, sui panni stesi al sole e tra i capelli appena lavati. Sulle labbra il sapore amaro della terra. «Quando piove è ancora peggio: il fango ti segue fino sotto alle coperte».
Dal suo villaggio* di legno e bambù abbarbicato sulle montagne che separano Thailandia e Myanmar (ex Birmania), Sai Lern sogna di diventare un musicista. La sua chitarra è però in questi giorni silenziosa. «Mi devo occupare di 800 studenti», ci dice con un pizzico di orgoglio, al lume di una lampadina fioca alimentata da una batteria.
La scuola o il fucile
Sai Lern, 22 anni, insegna in una scuola costruita nel 2009 da Child’s Dream, un’organizzazione non governativa svizzera attiva nella regione del Mekong. Per il giovane maestro d’inglese dalle T-shirt attillate non è sempre facile gestire classi di 30-40 allievi. «Alcuni sono più anziani di me».
A legarlo ai suoi studenti non è però la passione per la lingua di Shakespeare. Ma la consapevolezza di condividere la medesima, tragica, sorte. Anche Sai Lern ha dovuto abbandonare il villaggio natale per cercare rifugio sulle montagne. Vivere prigionieri del conflitto che da decenni oppone l’esercito birmano a diverse milizie etniche nel nord-est del Myanmar era diventato impossibile.
Ma Sai Lern non si lamenta. Qui, in quello che in realtà è un campo di sfollati interni, ha ricominciato una nuova vita. «Le possibilità sono limitate: o imbracci il fucile o diventi insegnante. Ho scelto la scuola, anche perché voglio fare qualcosa di utile per la mia comunità».
Lo stipendio (circa 80 franchi al mese) non consente grandi investimenti. Almeno un “lusso” però se lo può permettere. «Da piccolo dovevo andare a prendere l’acqua al fiume: ogni giorno 2 o 3 ore di cammino. Ora invece acquisto direttamente i bidoni dal camion dell’acqua».
Morti ancor prima di andare a scuola
Quella sul confine thai-birmano è soltanto una delle decine di scuole costruite dal 2003 da Child’s Dream. «Mettiamo l’accento sull’educazione siccome crediamo che sia promotrice di una cultura di pace, tolleranza e libertà», ci dice uno dei cofondatori dell’organizzazione nell’ufficio di Chiang Mai, nel nord della Thailandia.
Limitarsi a costruire strutture scolastiche nelle regioni più remote è insensato, puntualizza però il nostro interlocutore. «Nello Stato Karen, in Birmania, la mortalità al di sotto dei cinque anni è del 25%. È inutile sostenere l’educazione se un quarto dei bambini muore prima di andare a scuola».
Child’s Dream s’impegna così nella riduzione della mortalità infantile finanziando programmi di prevenzione della malaria (distribuzione di zanzariere), di vaccinazione, di lotta ai parassiti e di distribuzione di vitamina A.
Frenare l’immigrazione
«La nostra intenzione – sottolinea – è di facilitare l’accesso all’educazione e fornire assistenza medica laddove vive la gente, nelle regioni in cui l’urgenza è maggiore». Un modo di agire che non solo migliora la qualità di vita in loco, ma che contribuisce anche a contenere fenomeni di massa come ad esempio l’immigrazione illegale.
«Molti bambini vengono in Thailandia per andare a scuola o all’ospedale. Distaccati dalla famiglia e sprovvisti di documenti corrono però il rischio di essere oggetto di abusi e sfruttamenti. Riteniamo che migliorando le condizioni di base nei villaggi di origine possiamo prevenire questa migrazione».
Altro punto centrale dell’azione di Child’s Dream è la formazione dei giovani adulti più talentuosi e motivati. Attraverso il finanziamento di programmi educativi avanzati (università), l’organizzazione intende sostenere i futuri esponenti delle comunità interessate.
«Incoraggiamo i nostri laureati a trasmettere capacità e conoscenze alle persone bisognose delle loro comunità».
Tornare per aiutare
Nonostante la polvere e le incertezze di un villaggio che ufficialmente non esiste, Sai Lern è tra quelli che hanno deciso di rimanere. O meglio, di tornare. Dopo aver completato i suoi studi pedagogici in una scuola clandestina in Thailandia ha preferito far ritorno tra le montagne, rinunciando a invitanti prospettive.
«Un amico mi ha proposto di lavorare nel suo negozio di oreficeria a Phuket [località turistica al sud della Thailandia, ndr]. Non ho avuto alcuna esitazione: gli ho risposto che la mia vita appartiene a un altro posto», ricorda il giovane insegnante.
«Spero che altri giovani seguano il mio cammino. La nostra gente ha bisogno di noi».
*nome celato su richiesta di Child’s Dream
L’organizzazione non governativa nasce nell’ottobre del 2003 su iniziativa di due ex banchieri di UBS.
In collaborazione con le comunità locali, Child’s Dream intende facilitare l’accesso dei bambini più poveri all’educazione scolastica, migliorare le condizioni sanitarie e offrire delle opportunità socioeconomiche alle famiglie.
La sua azione si concentra nella regione del Mekong (Myanmar, Laos, Thailandia e Cambogia).
Finora ha costruito oltre 70 scuole, centri di studio e asili nido (per un totale di circa 18’000 bambini), ha salvato la vita di circa 700 bambini con operazioni di emergenza e ha finanziato la formazione accademica di oltre 100 studenti.
Nel 2009 ha ricevuto donazioni per un valore complessivo di
4 milioni di franchi.
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