Via dalla Svizzera, per amore
Un incidente d'auto, la montagna, un malinteso... Le strade che portano all'amore sono a volte tortuose, ma sono soprattutto inaspettate. Tre svizzeri emigrati all'estero raccontano la loro storia.
L’amore è il motivo principale che spinge gli svizzeri e le svizzere a trasferirsi all’estero. È quanto emerge da uno studio interno realizzato da Intervista per SWI swissinfo.ch su oltre 1’400 persone nate nella Confederazione e trasferitesi in un altro Paese: il 40% di loro ha dichiarato di aver lasciato la propria patria per raggiungere il/la partner. Seguono motivi di lavoro (24%) e il semplice desiderio di vivere altrove (17%).
Il 40% degli svizzeri e delle svizzere emigra quindi per amore. La percentuale sale al 50% se si considerano solo le donne ed è del 28% se si tiene conto solo degli uomini.
Questo significa che gli uomini sono meno propensi a lasciare il proprio Paese per seguire o raggiungere la compagna o il compagno? Franklin Feller, Beat Keller e Markus Wiedemeier dimostrano il contrario. Questi tre svizzeri fanno parte di quel 28% di uomini che hanno fatto il grande passo.
Come in un film
“Il nostro incontro è stato una rara curiosità”, ricorda Franklin Feller, 72 anni. Una mattina del 1982, mentre si sta recando al lavoro da qualche parte a Città del Messico, sta aspettando in auto che il semaforo diventi verde quando un veicolo lo tampona.
Come succede in questi casi, scende dall’auto per constatare i danni e parlare con la persona che ha causato l’incidente. Al volante c’è Dulce. “Siamo andati d’accordo a prima vista”, dice l’uomo. Poiché suo fratello è assicuratore, Dulce propone a Franklin Feller di aiutarlo a risolvere la faccenda. Tuttavia, l’assicuratore è assente per diversi giorni e poiché il danno non è così importante, lo svizzero coglie l’occasione. “Le ho detto che poteva ripagarmi offrendomi un pasto al ristorante”, racconta sorridendo.
Ma poco dopo il loro incontro, Feller va a lavorare per un anno a Guadalajara, a più di 500 chilometri da Città del Messico. I due restano in contatto e quando lui fa ritorno partono insieme in vacanza, il che suggella la loro relazione. “Questo ha reso molto più facile la decisione di prolungare il mio contratto per altri tre anni”, racconta Feller.
Al momento dell’incidente, lo zurighese viveva in Messico già da tre anni. Suo padre aveva vissuto all’estero per molti anni e “i suoi racconti mi hanno fatto venire una voglia irrefrenabile di vedere il mondo”, dice Feller. Ecco perché l’uomo ha sempre voluto vivere all’estero. Ma ha dovuto aspettare diversi anni prima che si presentasse l’occasione giusta, anche se inizialmente il Messico non era tra le sue destinazioni preferite.
Feller ricorda bene le difficoltà all’inizio della relazione: “Il mio spagnolo era pessimo. Inoltre, le famiglie messicane erano molto conservatrici e cattoliche, mentre io sono protestante”.
La coppia si sposa nel 1999 con una piccola cerimonia nel Cantone di Zurigo. Dopo diversi anni in Messico, Franklin Feller e la moglie si trasferiscono in Svizzera per motivi professionali. Poi si spostano a Taiwan, tornano in Svizzera e infine, nel 2006, ritornano in Messico. “Vengo da una famiglia in parte distrutta e credo di averne trovata una nuova qui. Non torneremo”.
L’amore in tarda età
Beat Keller, 82 anni, è la prova vivente che l’amore non conosce confini geografici né limiti di età. Ha conosciuto la sua attuale moglie in Perù quando aveva 56 anni. Lei ne aveva 27.
L’argoviese era sposato, aveva quattro figli e lavorava in ambito assicurativo. Da diversi anni possedeva una casa in Spagna ed era un esperto escursionista. Tuttavia, un lavoro troppo impegnativo e un divorzio hanno cambiato radicalmente il corso della sua vita.
Per riprendersi da questi due eventi, a metà anni Ottanta, lo svizzero decide di lasciarsi tutto alle spalle e di trasferirsi nella sua casa vicino a Valencia. Lì, “grazie al clima e alla vicinanza del mare”, si riprende rapidamente.
Nel 1997, la sezione “Am Albis” del Club alpino svizzero celebra il suo 100° anniversario con un viaggio sulle Ande boliviane. Beat Keller si iscrive. Dopo alcuni giorni “indimenticabili” di escursioni in Bolivia, si reca in Perù per visitare degli amici svizzeri.
“Ed è qui che inizia la mia nuova vita”, dice. Durante una visita al Club svizzero, incontra una giovane peruviana. “Siamo andati subito d’accordo. Ero ancora molto in forma per la mia età e avevo una bella abbronzatura grazie alle escursioni”, racconta l’uomo con orgoglio. Ma il suo soggiorno sta per finire e deve tornare in Spagna, dove il peso della solitudine si fa subito sentire. Due mesi dopo rivede Patricia in Perù. Per tre mesi vive “un’esperienza incredibile in un mondo sconosciuto, dove contava solo il presente”.
La coppia si trasferisce nella casa in Spagna e si sposa in Svizzera nel 1999. Nel 2001 e nel 2002 nascono due figlie. Nel 2006, Patricia e Beat Keller soggiornano a Lima per alcuni mesi. Lui vuole scoprire il resto dell’America latina, lei vuole restare vicino alla sua famiglia. Si stabiliscono definitivamente in una bella proprietà a Vichayito, nel nord del Perù. “Lei è una “latina” pura e io un vero svizzero, ma in un modo o nell’altro funziona! Non mi sono mai pentito della mia scelta”.
Per un malinteso… ha funzionato
Grazie a un messaggio mai arrivato a destinazione, Markus Wiedemeier, 65 anni, ha conquistato Maria, la donna della sua vita.
Qualche mese prima di questo felice malinteso, questo svizzero di Baden (Cantone di Argovia) coglie l’opportunità offertagli da un’azienda di lavorare per un anno presso una compagnia di navigazione nel porto di Genova. È il 1979.
La sede si trova al quinto piano di un edificio storico della città vecchia. In ascensore, incontra regolarmente una giovane italiana che lavora al terzo piano per una società di noleggio container. “Da quel momento in poi, ho chiesto spesso informazioni sulla disponibilità di container”, racconta Markus Wiedemeier. I due diventano amici.
Il venerdì prima dell’Ascensione del 1979, Maria dice che trascorrerà il lungo fine settimana a Firenze. Lo svizzero, che ha una cotta per lei, si offre di accompagnarla. L’appuntamento è preso e i due si incontreranno alla stazione ferroviaria.
Ma alla vigilia della partenza, Maria cambia idea. Chiama la società di Markus Wiedemeier per annullare la visita del suo compagno spontaneo. Ma il messaggio non gli viene trasmesso. Il mattino seguente, l’argoviese incontra così Maria sul treno: “Era davvero sorpresa!”, ricorda.
La fortuna continua a sorridergli, poiché in una Firenze affollata durante l’Ascensione, riescono comunque a trovare un albergo con una camera doppia. “A tarda sera, dopo aver cenato in un ottimo ristorante che già conoscevo, ho osato baciarla sotto la Fontana del Nettuno in Piazza della Signoria”, dice Wiedemeier.
Un anno dopo si sposano in Svizzera, dove vivono per alcuni anni. Maria ha nostalgia di casa, così lui inizia a cercare un lavoro in Italia. Si presenta un’opportunità e la coppia torna a Genova. “Maria non è solo mia moglie, è stata anche la mia socia in affari e la mia prima dipendente quando abbiamo aperto il nuovo ufficio dell’azienda in cui lavoravo”.
Oggi in pensione, Markus Wiedemeier è pieno di elogi per la moglie. “Siamo ancora felicemente sposati e ci godiamo la vita”. Ancora attivi, i due sposi affittano oggi appartamenti per vacanze nel centro storico di Genova con il nome di “Apartment Genoa”.
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Traduzione di Luigi Jorio
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