Allattare al seno, vantaggi per mamma e bebè
I bambini nati in Svizzera hanno più probabilità di combattere il cancro, l'obesità e la depressione rispetto a quelli nati in altri paesi, grazie a una più alta percentuale di allattamento al seno.
In occasione della settimana internazionale dell’allattamento – in programma dal 22 al 29 settembre – è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione attraverso la Svizzera.
Il cosiddetto roadshow – una prima nel nostro paese – fa tappa a Basilea, Zugo, San Gallo e Lugano, offrendo una consulenza specializzata alle madri e regalando spazi di intrattenimento ai bambini.
“Il numero di donne che allattano al seno è già piuttosto alto in Svizzera ed è in costante crescita, anche se a ritmo ridotto”, spiega Marianne Rüttimann della Leche League.
“Ciò che conta, dunque, è sensibilizzare le madri sulla necessità di allattare per un più lungo periodo, affinché i vantaggi di questo tipo di alimentazione siano sfruttati fino in fondo”.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda alle donne di allattare almeno per i primi sei mesi, in modo da ridurre il rischio di sovrappeso, allergie, malattie cardiocircolatorie, ipertensione, tumori e diabete. Stando all’OMS l’allattamento al seno potrebbe ridurre in modo significativo il numero di decessi tra i bambini sotto i cinque anni.
Una pratica che non soltanto favorisce la salute dei neonati, ma anche delle neomamme. L’istituto americano per la ricerca sul cancro (AICR) ha infatti dimostrato come l’uso del latte materno sia una delle dieci strategie più efficaci per ridurre il rischio di cancro, soprattutto quello al seno.
Attualmente in Svizzera la maggior parte delle donne non raggiunge però la soglia dei sei mesi preconizzata dall’OMC.
Maggiore sostegno alle donne
L’ultimo studio sul tema effettuato in Svizzera – risalente al 2003 – rileva come subito dopo la nascita del bambino il 94% delle madri sceglie di allattare al seno. Soltanto il 5% dei bebé riceve dunque un’alimentazione complementare prima dell’inizio del quinto mese di vita, mentre la maggior parte delle donne introduce questo sistema tra il quinto e il settimo mese.
Rispetto al 1994, quando fu effettuata per la prima volta un’inchiesta simile, i dati del 2003 mostrano un progresso sensibile dell’allattamento al seno. Un successo ottenuto – secondo gli esperti – grazie anche all’iniziativa dell’UNICEF denominata “Ospedale amico dei bambini” che offre ai nosocomi delle linee guida per diventare veri e propri centri di sostegno per le neomamme.
“Non è sempre facile per le madri scegliere di allattare e, confrontate a diversi problemi, alcune preferiscono rinunciare”, spiega Sonja Merte, medico all’Ospedale universitario di Basilea e coautrice dello studio. “Spesso queste donne aspettano troppo a lungo prima di chiedere aiuto e in seguito ricominciare può risultare molto difficile e doloroso”.
“Il vero problema in Svizzera è che alle madri sono concesse soltanto 14 settimane di congedo”, ammonisce Brigitta Locher, direttore esecutivo della Fondazione svizzera per la promozione dell’allattamento. “Diventa così complicato scegliere di allattare per le madri intenzionate a rimettersi al lavoro”.
Per aiutare le madri a raggiungere almeno la soglia dei sei mesi, la Locher invita le madri confrontate a diversi problemi a rivolgersi immediatamente a gruppi di aiuto come la Leche League. “Questi primi sei mesi sono davvero importanti, anche perché i bimbi allattati al seno sono confrontati in modo minore al rischio di burn out e depressione. Un aspetto da non sottovalutare ai nostri tempi”.
Confronto internazionale
Rispetto ad altri paesi industrializzati, la Svizzera vanta comunque un tasso relativamente alto di allattamento al seno.
Da uno studio della Federal Drug Administration realizzato nel 2003 negli Stati Uniti emerge infatti che meno di tre donne su quattro allattano i loro bimbi appena nati. Dopo sei mesi questa quota scende al 33%, mentre nel 1992 era del 19%.
Anche in Francia una ricerca del 1998 – la più recente disponibile sul sito dell’OMC – mostra che soltanto una madre su due sceglie la via più naturale per nutrire i bebè.
Le donne tedesche, invece, sembrano più propense ad allattare al seno, con un tasso dell’86% nei primi sei mesi di vita.
swissinfo, Tim Neville
(Traduzione e adattamento di Stefania Summermatter)
Una ricerca degli anni Novanta rileva che in Romandia le donne allattano al seno al massimo per i primi quattro mesi.
Nella Svizzera italiana, invece, questo periodo scende a tre mesi e nella parte tedesca a due.
Per quanto concerne gli immigrati, tendono ad allattare per un lasso di tempo inferiore, anche se le informazioni a disposizione non sono precise.
Ci sono oltre 60 reparti di maternità in Svizzera che hanno ottenuto l’attestato di “Ospedale amico dei bambini” in base al lavoro svolto nella promozione dell’allattamento. Il 95% circa delle nascite viene regolato all’interno di queste strutture.
Secondo l’OMC sono più di un milione i bambini che muoiono ogni anno perché non sono stati allattati. In tutto il mondo, non oltre il 40% dei bambini vengono allattati esclusivamente per i primi sei mesi.
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