Basta essere ricchi per staccare un permesso di residenza
In Svizzera le condizioni per l’ottenimento di un permesso di lavoro e di soggiorno per gli stranieri sono alquanto severe, soprattutto per i cittadini che non appartengono all’UE/AELS. Ciò non vale però per coloro dispongono di importanti mezzi finanziari.
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Nato a Londra, Simon è un giornalista multimediale che lavora per swissinfo.ch dal 2006. Parla francese, tedesco e spagnolo e scrive di scienza, tecnologia e innovazione.
Dal 2008 l’articolo 30 della Legge federale sugli stranieri (LStr) permette ai Cantoni di derogare alle condizioni di ammissione degli stranieri, se un candidato all’immigrazione presenta “importanti interessi pubblici”.
In generale si tratta di disporre di sufficienti mezzi finanziari e quindi di poter sborsare un importante contributo fiscale, ha indicato Martin Reichlin, vice responsabile della comunicazione presso la Segreteria di Stato della migrazione (SEM). Ogni Cantone è libero di determinare i propri “interessi pubblici”.
Negli ultimi 8 anni, secondo un articolo pubblicato dall’Aargauer Zeitung, 523 stranieri considerati “finanziariamente interessanti” hanno così ottenuto un permesso di dimora B. Di questi, 200 hanno ottenuto un permesso dal canton Ticino, ossia il 38%. Ginevra, secondo cantone nella graduatoria, ha concesso 91 permessi B. Seguono Zurigo (41), Zugo (33), Vaud (30), Obvaldo (22) e Vallese (20).
Questo permesso dà diritto ad esercitare un’attività lucrativa (dipendente o indipendente) oppure a risiedere in Svizzera senza alcuna attività lucrativa (pensionati, redditieri).
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A detta del giornale argoviese, i costi di avvocati e consulenti per le pratiche legate alla richiesta di un permesso e ai negoziati con le autorità superano generalmente 50’000 franchi.
La concessione facilitata di permessi di soggiorno non è affatto una specificità elvetica. Anche la metà dei paesi dell’Ue e numerosi altri Stati dispongono dei cosiddetti “Investment migration programs”, con cui facilitano l’immigrazione di persone facoltose. In Italia una legge in questo senso dovrebbe entrare in vigore in marzo.
In Svizzera, le regole per l’ottenimento di un permesso di dimora variano a seconda del paese d’origine ed è spesso vincolato a un contratto di lavoro.
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