La casa più pulita del mondo è pronta
Basta un odore un po’ forte o una piccola concentrazione di sostanze chimiche per causare attacchi d’asma, emicranie o serie allergie cutanee a chi soffre di sensibilità chimica multipla. A Zurigo è stato costruito un palazzo, il primo del genere in Europa, destinato alle persone affette da questa malattia.
Christian Schifferle apre la porta dell’automobile, un modello giapponese che visibilmente ha già percorso molti chilometri, e chiede al giornalista: «Come è arrivato fin qui?». Gli rispondiamo che siamo venuti in treno. Al che ricopre il sedile sul lato passeggeri con una vecchia coperta. «È per evitare che lasci qui dentro odori di persone che usano profumi», si giustifica. Anche il volante è coperto da una plastica protettiva. «Le mie mani sono molto sensibili», afferma.
Questo svizzero di 59 anni soffre di sensibilità chimica multipla (MCS), ovvero è estremamente sensibile a pesticidi, profumi, lozioni varie, detergenti, vernici, fumo, aromatizzanti e così via. I problemi non si limitano però solo alle sostanze chimiche: Schifferle non sopporta le onde elettromagnetiche dei telefonini e gli odori emessi da apparecchi elettrici come computer o televisori. In altre parole, la sua vita è contraddistinta da un grandissimo isolamento sociale.
«Sin da bambino ho reagito in modo molto forte alle sostanze odorose. Dovevo convivere con una stanchezza cronica», spiega Schifferle. La sua famiglia lo considerava pazzo. Non essendo mai stato in grado di lavorare, da vent’anni vive con una rendita d’invalidità. Durante gran parte dell’anno, la sua casa è una roulotte piazzata in un campeggio di Davos, con le pareti ricoperte di fogli d’alluminio. «È un perfetto isolante contro gli odori», spiega. Il resto del tempo lo trascorre in un appartamento nel centro di Zurigo. Il bagno si trasforma spesso in camera da letto, «grazie alle piastrelle» che lo rendono neutro.
Si stima che in Svizzera circa 5’000 persone soffrano di sensibilità chimica multipla (MCS). La malattia, ancora misteriosa, non è riconosciuta ufficialmente. Diversi medici rifiutano infatti di riconoscerla come patologia organica, considerandola la conseguenza di problemi psichici.
Secondo alcuni esperti, l’MCS sarebbe riconducibile a una disfunzione del metabolismo energetico. Negli Stati Uniti e in Canada, la malattia è riconosciuta già dagli anni ’90, anche se le cause non sono state identificate. Chi ne soffre in forma grave è considerato invalido.
«Anche se le cause non sono ancora scientificamente spiegate, le sofferenze di queste persone sono ben reali», afferma dal canto suo Roger Waeber, dell’Ufficio federale della sanità pubblica.
Le persone affette da questa malattia reagiscono in modo fortemente allergico a tutta una serie di sostanze chimiche: vernici, materiali sintetici, cosmetici, profumi, deodoranti… Nonché a onde elettromagnetiche.
La sensibilità è ulteriormente aggravata dalla presenza costante di sostanze chimiche nell’aria, provenienti dalla vernice dei muri e dei mobili o dai prodotti di pulizia.
Vita nuova
Il nuovo edificio si trova in fondo a una strada, ai piedi di una collina, vicino a una fitta foresta a Leimbach, un tranquillo quartiere operaio nella zona sud-ovest di Zurigo. I lavoratori stanno procedendo agli ultimi ritocchi al sistema di riscaldamento e dando le ultime mani di intonaco. Con le scavatrici preparano il giardino e interrano i cavi elettrici. Dal primo dicembre, i 15 appartamenti saranno abitabili. Uno di essi sarà occupato da Christian Schifferle, che vede finalmente avverarsi un sogno. «Dopo aver vissuto per così tanti anni in una roulotte, avrò finalmente una vera casa», dichiara.
Il progetto è stato avviato cinque anni fa dalle autorità di Zurigo. Sensibilizzato sui problemi in materia di alloggio con cui sono confrontate le persone affette da MCS, in particolare quelle con reddito basso, il municipio cittadino ha messo a disposizione un terreno e ha finanziato la costruzione dell’edificio, per un costo totale di sei milioni di franchi. A causa delle particolari esigenze dei futuri inquilini e l’uso di nuove tecnologie, la palazzina è costata il 25% in più del normale.
Una costruzione complessa
Il terreno di 1’200 metri quadrati è stato scelto in base a criteri biologici, vale a dire in un’area incontaminata, lontana da antenne e aree di produzione. Il materiale di costruzione è stato testato da esperti per verificare la tolleranza tra chi è colpito da MCS. La forte sensibilità alle sostanze organiche di queste persone ha costretto gli ingegneri a limitare la scelta e a cercare nuove soluzioni tecniche. Durante il lavoro, i lavoratori non potevano fumare e avevano espresso divieto di utilizzare schiume, solventi e altre sostanze «nocive».
Il cemento non è stato acquistato pronto per l’uso, come è comune nei cantieri in Svizzera, ma ha dovuto essere preparato sul posto, per evitare di essere mischiato a sostanze antigelo. Ciò significava interrompere i lavori quando la temperatura scendeva al di sotto dello zero. Per evitare le onde elettromagnetiche, sono stati utilizzati fasci di fibre ottiche. I cavi elettrici dell’edificio hanno un rivestimento speciale e il numero di prese, tutte protette da coperchi, è stato ridotto al minimo. tradizionali serramenti di legno sono stati sostituiti con materiali plastici. Il pavimento è in pietra, il soffitto in cemento grezzo e tutte le pareti sono state dipinte con calce.
Per garantire la qualità dell’aria, gli architetti hanno progettato l’edificio a «cipolla»: più l’inquilino penetra all’interno del palazzo, più l’aria è pulita. L’ingresso negli appartamenti è stato concepito con un sistema di chiusa, dove l’inquilino o le persone in visita possono cambiare i vestiti o metterli in lavatrice. Dopo aver aperto una pesante porta, si può infine entrare nell’abitazione. I locali sono tutti collegati con un potente sistema di circolazione dell’aria, in grado di aspirare eventuali odori o gas nocivi.
Regolamento severo
I 15 appartamenti, di dimensioni comprese tra 50 e 88 metri quadrati, saranno affittati per importi che vanno da 1’180 a 2’595 franchi al mese. L’affitto è in gran parte sovvenzionato dalla città. I candidati che desiderano vivere in uno di questi appartamenti devono presentare dei certificati medici. Se la loro richiesta è accettata, devono sottoscrivere una lunga serie di regole: divieto di fumare, di accendere dei grill, di utilizzare profumi, telefonini, reti WIFI e telefoni senza fili. I rumori devono essere evitati, così come l’uso di disinfettanti o di prodotti di pulizia sconsigliati (sul mercato esistono prodotti neutri).
Il progetto pilota è di grande importanza per Zurigo. Tutti i dati tecnici sono stati registrati e potranno essere utilizzati in futuro per altre costruzioni «pulite». Gli inquilini si sono inoltre detti disposti a partecipare come volontari a una ricerca a lungo termine condotta dall’Università di Berna. La lunga lista di regole non dà fastidio a Christian Schifferle. «La costruzione di questa casa ha un valore simbolico. Ho vissuto per quasi vent’anni con l’etichetta di simulatore. Per me significa un riconoscimento dei nostri problemi e la possibilità di migliorare la nostra vita», conclude con orgoglio.
(traduzione dal portoghese di Daniele Mariani)
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.