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Le biciclette chic riscoprono l’acciaio

Biciclette fixed: vecchie tradizioni in una forma nuova. swissinfo.ch

Biciclette minimaliste senza cambio ed eleganti modelli in stile retrò: nel contesto urbano sono le icone della fusione tra estetica e piacere di muoversi. Un quarto di secolo dopo la sua crisi, la bicicletta vive oggi una seconda rinascita.

Un telaio di sottili tubi d’acciaio, due ruote, due pedivelle, una catena, una sella e uno stretto manubrio: le biciclette a scatto fisso senza cambio, anche chiamate “fixie” o “bici fixed”, sono sinonimo di minimalismo. Tecnico ed estetico.

«Non ci sono molte cose che possono essere tolte da una fixie», afferma a swissinfo.ch Marius Graber, redattore tecnico della rivista specializzata Velojournal. Su questo tipo di bici non c’è quindi praticamente nulla che si può rompere. Per muoverla, ci vuole però sempre la forza delle gambe.

«Per me, le fixie sono dei tacchi a spillo per uomini. I tacchi a spillo sono di per sé scomodi. Eppure ci sono molte donne che acquistano e indossano volentieri queste scarpe», osserva Marius Graber.

Le fixed, sottolinea «stanno avendo un successo incredibile. Alla gente piace farsi vedere su queste eleganti biciclette. Non poteva accadere nulla di meglio del ritorno delle due ruote!».

Altri sviluppi

Una nuova cultura della mobilità

C’è però un rovescio della medaglia: l’effetto moda ha portato sul mercato modelli a buon mercato (meno di 300 franchi), a scapito della qualità e della sicurezza. «Ed è qui il vero pericolo», avverte Marius Graber.

Secondo Reto Lüscher, da un anno e mezzo responsabile del “Fixieshop” a Basilea, «gli aspetti importanti sono l’estetica e la possibilità di divertirsi». Nel suo negozio si trova una vasta scelta: dalle «biciclette variopinte e divertenti» da circa 800 franchi, ai modelli ultraleggeri e di alta gamma da 7’000 franchi.

I modelli con una marcia sola sono «l’espressione più estrema della tendenza generale» delle eleganti biciclette urbane, afferma Reto Lüscher. È per questo che rimarranno probabilmente un fenomeno marginale.

Hanno comunque il pregio di servire da modello. «Sempre più biciclette assomigliano alle fixiie, ma possiedono da due a otto marce». Lo specialista è convinto che la moda attuale della bicicletta non è passeggera, ma è un fenomeno in piena espansione.

Le bici sono sempre più diversificate, rileva Marius Graber, facendo riferimento alle E-Bikes o alle Cargo-Bikes a due o tre ruote, concepite per trasportare bambini, cani o merci. In questi modelli, Marius Graber vede «l’espressione di una nuova cultura della mobilità».

Altri sviluppi

Retrò alla moda

Nata nell’universo dei corrieri in bicicletta, la tendenza delle monomarcia ha ora conquistato il mondo della creatività. Designer quali Armani, Vivienne Westwood o Sonja Rykiel hanno portato le due ruote sulle passerelle dell’alta moda. Da lì sono finite sulla carta patinata delle riviste destinate a chi non ha problemi di portamonete.

Il fatto che le regine della moda o i corifei del design si siano appropriati della bicicletta non è un caso, ritiene il giornalista ed esperto di stile Jeroen van Rooijen. «La bicicletta esiste in 100’000 varianti e quindi si addice all’espressione della personalità di ognuno». Anche per questo motivo le due ruote sono in piena rinascita.

«La bicicletta è diventata un accessorio importante per i giovani e per chi non vuole invecchiare», afferma Jeroen van Rooijen. Soltanto a Zurigo si contano sei o sette «”boutique” che vendono biciclette pregiate», le quali ricordano i negozi di scarpe di lusso della sciccosa Bahnhofstrasse.

In quanto organizzatore della Saturday Style Ride, Jeroen van Rooijen intende «sviluppare una cultura dell’estetica della bicicletta». Le 130 persone che di recente hanno partecipato all’evento settimanale dimostrano che questa cultura è viva e diverte la gente.

Molti si sono presentati in sella alle cosiddette Retro-Bike, biciclette moderne il cui stile ricorda però quello di epoche passate. A vendere questi prodotti di nicchia è ad esempio il negozio “Single Speed Bicycles” di Basilea. Si tratta di «un ritorno al classico telaio di acciaio, che era stato abbandonato dalle mountain bike», spiega il coproprietario Michel Seeliger.

Tra i suoi clienti vi sono uomini d’affari, impiegati di banca, architetti o giuristi con più di 30 anni, per i quali «andare in bicicletta è diventato uno stile di vita. Ogni giorno si recano al lavoro in bici. Ma vogliono farlo con classe, sia dal punto di vista della bici che dell’abbigliamento».

L’impulso della mountain bike

Ad approfittare della tendenza sono anche le boutique di moda, anche se indirettamente. A Berna sono almeno cinque – dai negozi “streetwear” più disinvolti alle case tradizionali di moda maschile di alta gamma – ad attirare l’attenzione dei clienti con le biciclette.

«Le biciclette eleganti incarnano uno stile di vita urbano e “cool”. Anche l’abbigliamento è diventato meno formale. Oggi, un uomo d’affari può andare in ufficio con la sua bicicletta, vestendo un completo, ma senza cravatta», osserva ad esempio Jürg Welti del negozio di moda maschile “Herren Globus”.

Una bicicletta in un negozio di vestiti era impensabile una ventina di anni fa, osserva Marius Graber. Col tempo, ha però acquisito un grande prestigio grazie al «mondo innovativo e selvaggio della mountain bike».

Giunto dagli Stati Uniti negli anni Novanta, il rampichino ha dato un nuovo impulso a un mercato svizzero in crisi. «Grazie agli sviluppi tecnici, la mountain bike è stata resa accessibile al grande pubblico, a condizione di spendere qualcosa in più».

Biciclette zombie

Tra le nuove tendenze, Jeroen van Rooijen cita le «Freak-Bike o le Zombie-Bike». Gli appassionati costruiscono le loro «folli biciclette» assemblando ad esempio il telaio di acciaio di una vecchia bici da corsa con elementi originali o accessori di alta tecnologia quali ruote in carbonio.

A Basilea, Reto Lüscher del “Fixieshop” ha creato a sua volta una nuova tendenza: biciclette da corsa, come quelle utilizzate nel ciclocross, munite di copertoni dal profilo scolpito che consentono «un vasto terreno di utilizzo». Sebbene il concetto delle ruote spesse non sia una novità, potrebbero permettere di colmare il divario tra la bici da corsa e il rampichino. Creando così una due ruote per la vita di tutti i giorni.

Nel XX secolo, in Svizzera si fabbricavano dalle 200 alle 300 marche di bicicletta, secondo Edy Arnold, fondatore e direttore del museo nazionale della bicicletta Helvetia di Brügg bei Biel, nel canton Berna. Con 16 case di produzione, Biel (Bienne) era il principale sito del paese.

Marche quali Tebag, Staco, Cilo, Villiger, Tigra, Allegro, Alpa, Eiger, Condor, Tour de Suisse, Automat, Helvetia, Schwalbe, Cosmos, Stella, Wolf o Vifian Estelli erano note per l’alta qualità dei telai in acciaio fatti a mano.

Oggi, la ditta Aarios nel canton Soletta è l’unico fabbricante di telai in acciaio della Svizzera. Le altre marche sono sparite, sono state acquistate da altri oppure hanno delocalizzato la produzione in Asia.

Alcuni appassionati stanno comunque ridando vita all’antica tradizione di produrre telai d’acciaio. Le loro ingegnose creazioni saldate a mano sono presentate in occasione del “Bike Lovers Contest” di Zurigo. L’evento si svolge ogni anno in marzo nel quadro della “Teilchenbeschleunigers”, la più grande borsa di biciclette d’occasione e di accessori della Svizzera.

Traduzione e adattamento dal tedesco di Luigi Jorio

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