Londra 2012, «i Giochi dei superlativi»
Difficile trovare una nota stonata nel concerto di lodi che la stampa svizzera consacra alle Olimpiadi di Londra, al tempo stesso grandiose e romantiche. A meno che non si parli del magro bottino portato a casa dalla delegazione svizzera…
«Giochi veramente olimpici», «Giochi amichevoli», «I Giochi dei superlativi», «Favolosi» o addirittura i «Migliori di tutti i tempi»: i titoli della stampa svizzera non nascondono l’entusiasmo suscitato da questa 30esima edizione delle Olimpiadi.
È stata «la festa dell’amore e dell’umorismo, come nelle cerimonie di apertura e chiusura durante le quali il riso affianca le lacrime», scrive l’editorialista dei quotidiani neocastellani L’Express e L’Impartial.
L’atmosfera, scrive la Neue Zürcher Zeitung, era quella «romantica dello sport. Malgrado un pizzico di sciovinismo britannico, Londra ha lasciato spazio a un onesto spirito sportivo. L’emozione olimpica è sopravvissuta al marketing».
Una medaglia all’organizzazione
A spiccare per la stampa svizzera è stata soprattutto l’organizzazione, ritenuta «impeccabile». Il quotidiano grigionese Die Südostschweiz ha attribuito «una medaglia d’oro ai trasporti pubblici londinesi» e «al personale accogliente e servile».
«Una manifestazione perfettamente riuscita, quella ospitata per la terza volta nella storia nella capitale britannica: Londra ha retto l’urto dell’Olimpiade e ha risposto ai suoi detrattori offrendo un’organizzazione di prim’ordine», scrive il Corriere del Ticino.
Gli fa eco l’editorialista dei quotidiani L’Express e L’Impartial. «Al di là degli inevitabili problemi di doping e di concubinato politico-finanziario, al di là degli spiriti eternamente negativi, al di là di tutti i piccoli difetti intrinsechi alla più grande manifestazione al mondo, la Gran Bretagna è la vera grande star dei Giochi, grazie a un’organizzazione quasi perfetta».
L’incertezza del dopo Olimpiadi
Una vittoria per la Gran Bretagna, ma anche per il suo popolo che, secondo il quotidiano romando Le Temps, ha saputo emozionarsi per gli atleti del mondo intero. «Alla grandezza magica di Pechino, Londra ha risposto con una festa universale senza eccessi. (…) Qui non c’è stato né l’esodo massiccio di una popolazione locale poco interessata come ad Atene, né un artificio governativo volto ad occultare una certa realtà e a incantare il mondo con la sua potenza come Pechino».
L’eccellenza ha però il suo prezzo: 18,4 miliardi di franchi. Troppi, secondo La Regione Ticino, che si chiede cosa resterà ora di tutto questo a Londra e dintorni. «Certe infrastrutture verranno smantellate, altre ridotte e lasciate alla comunità. Il Parco olimpico (dedicato alla regina) rimarrà come meta turistica da visitare magari sognando un po’. Ci saranno anche caseggiati e abitazioni che verranno “cedute” ai cittadini specialmente in quelle zone dove i Giochi hanno mimetizzato situazioni di povertà e difficoltà. Sperando che questo si avveri realmente e magari aiuti a rilanciare una quotidianità per molti grigia come il cielo di Londra».
Delegazione svizzera deludente
La 30esima edizione dei Giochi olimpici si chiude dunque in positivo per la stampa svizzera, che si rammarica tuttavia dei magri risultati ottenuti dalla delegazione elvetica. «Sette medaglie, come quattro anni fa a Pechino, era l’obiettivo dichiarato e realista. Ce ne sono state quattro e molte delusioni, molta mediocrità e turismo olimpico», commenta il Blick.
Per il Corriere del Ticino, questo risultato «complessivamente deludente», costringerà i vertici a «un’analisi approfondita, soprattutto sui criteri di selezione delle varie discipline: tanti, troppi nostri atleti a Londra sono usciti prematuramente di scena, vedendo il loro sogno sfumare già dopo pochi minuti o dopo una sola competizione e rimediando figuracce».
Dal canto suo, l’editorialista del Bund e del Tages Anzeiger preferisce ricordarsi dei «sorrisi di Spirig e Gerda», ma anche delle lacrime di Cancellara che mostrano fino a che punto il trionfo e la sconfitta siano prossimi e a quale velocità le piccole nazioni possano ritrovarsi con nulla in mano».
Un’eredità importante
Cala dunque il sipario sui Giochi olimpici di Londra, con la speranza che il suo motto – “ispirare una generazione” – riesca però a sopravvivere. «Più che sorprendere, trasmettere. Più che brillare, infondere. Era questa la missione che si era fissato Sebastian Coe e il suo comitato», commenta Le Temps.
«In apertura dei giochi, per illuminare la fiamma, Londra aveva preferito l’anonimato di giovani atleti alla notorietà di una leggenda. Quale immagine più bella per ispirare una nuova generazione? Il mondo olimpico può rallegrarsi di avere Londra 2012 in eredità».
«Se questi Giochi olimpici riuscissero davvero a “ispirare una generazione”, sarebbe la miglior eredità», scrive il quotidiano romando 24 Heures. «L’obiettivo potrebbe sembrare utopico. Eppure, per coloro che mettono ancora in dubbio il ruolo educativo dello sport sarebbe sufficiente osservare Claressa Shields». È stata la prima donna ad ottenere la medaglia d’oro nella boxe e «ha dimostrato che con la volontà e l’allenamento tutto è possibile».
1. Stati Uniti: 46 medaglie d’oro (O), 29 d’argento (A), 29 di bronzo (B)
2. Cina: 38 O, 27 A, 22 B
3. Gran-Bretagna: 29 O, 17 A, 19 B
4. Russia: 24 O, 25 A, 33 B
5. Corea del Sud: 13 O, 8 A, 7 B
6. Germnia: 11 O, 19 A, 14 B
7. Francia: 11 O, 11 A, 12 B
8. Italia: 8 O, 9 A, 11 B
9. Ungheria: 8 O, 4 A, 5 B
10. Australia: 7 O, 16 A, 12 B
La Svizzera è giunta al 33esimo rango.
Oro: Ippica, salto individuale,
Steve Guerdat con Nino des Buissonnets
Oro: Triathlon
donne, Nicola Spirig
Argento: tennis,
Roger Federer
Argent, VTT: Nino Schurter
(con la collaborazione di Marc-André Miserez)
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