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Malattie non trasmissibili nel mirino dell’ONU

L'OMS deplora la diffusione del cosiddetto "cibo spazzatura". Keystone

Sempre più persone sono vittime di malattie cardiocircolatorie, cancro o diabete. L'ONU ha deciso di lanciare un'offensiva contro queste patologie, non risparmiando critiche alle industrie del tabacco, degli alcolici e alimentare.

Le malattie non trasmissibili uccidono ogni anno 36 milioni di persone, pari al 63% del numero complessivo di decessi nel mondo, stando a un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). La tendenza è in crescita.

Tra i principali fattori all’origine di queste malattie vi sono il consumo di tabacco, lo scarso movimento, l’eccesso di alcol e l’alimentazione poco sana.

L’ONU ha ora deciso di reagire, affrontando il tema in una riunione convocata lunedì 19 settembre in occasione dell’Assemblea generale a New York e presentando una dichiarazione politica che dovrebbero adottare i capi di Stato e di governo. È solo la seconda volta nella storia delle Nazioni Unite che i rappresentanti dei 193 paesi membri si riuniscono per esaminare una questione di sanità pubblica. La prima fu dieci anni fa per l’AIDS.

Una sfida da affrontare

Per Gaudenz Silberschmidt, vicedirettore dell’Ufficio federale della sanità pubblica, che ha seguito i dibattiti a New York, «si è trattato di un primo passo importante» in vista di una possibile campagna internazionale.

«Il tema è stato messo sul tavolo della politica globale. Sarà ora decisivo vedere cosa accadrà nei prossimi dodici  mesi. Spero in un dibattito costruttivo, in una collaborazione significativa con tutti gli attori in causa», sottolinea Silberschmidt.

La dichiarazione politica, che evoca esplicitamente gli effetti nefasti di sale, zucchero e grassi saturi, è formulata in modo piuttosto vago, non fissa obiettivi e non stabilisce nessun meccanismo di finanziamento. Il suo scopo è soprattutto di aumentare la consapevolezza e aiutare i governi a trovare delle soluzioni.

Tra i punti più importanti della dichiarazione, Silberschmidt menziona in particolare il fatto che i capi di Stato e di governo hanno riconosciuto che le malattie non trasmissibili sono una sfida «che deve essere affrontata».

Grazie a questa presa di posizione è ormai chiaro che il problema non è limitato solo ai ministeri della sanità, ma riguarda la società nel suo insieme.

Puntare sulla prevenzione

Dalla riunione è anche emerso un netto consenso sul fatto che la problematica non può essere risolta solo con promesse di aiuti finanziari o con nuove istituzioni, bensì soprattutto tramite la prevenzione.

La priorità è di fissare obiettivi significativi e adattati alle circostanze. Dall’alto della sua esperienza in materia di monitoraggio, l’OMS è chiamata a svolgere un ruolo trainante, coinvolgendo tutti i settori e gli attori interessati.

Per arginare queste malattie, non c’è bisogno soltanto di farmaci, ma soprattutto di un cambiamento a livello di società. «Oggi ci sono Stati come Nauru, dove il 45% degli adulti soffre di diabete; è una situazione difficilmente sostenibile anche a livello economico».

Il fatto che la dichiarazione resti vaga quanto alle cifre – un aspetto che ha suscitato critiche da parte della società civile – può essere letto anche in modo positivo: «È impossibile trovare buone soluzioni unicamente promettendo del denaro».

I fondi destinati alla lotta contro l’AIDS, la malaria o la tubercolosi hanno permesso di compiere grandi passi in avanti. Per quanto concerne le malattie non trasmissibili, però, «l’accento va messo sulla prevenzione e sul rafforzamento del sistema sanitario».

Disastro al rallentatore

La direttrice dell’OMS Margaret Chan, che ha parlato di «disastro al rallentatore», ha evidenziato che questa volta non si tratta di lottare contro virus o batteri, bensì di sviluppare delle strategie contro delle malattie spesso causate dallo stile di vita.

Per elaborare un piano d’azione – Chan auspica di poterlo lanciarlo entro la fine del 2012 – è necessario riunire dati affidabili e identificare le cause di mortalità.

Gaudenz Silberschmidt rileva dal canto suo che oltre alle statistiche sulla mortalità sarebbe anche importante sapere «quali sono i costi economici se questa tendenza [di un continuo aumento delle malattie non trasmissibili] non viene invertita».

Basta col cibo spazzatura

Aprendo la conferenza, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon ha lanciato un appello agli Stati affinché inizino ad affrontare di petto il problema.

Ban Ki Moon ha anche sferrato un duro attacco alle società agro-alimentari, accusandole di «mettere la sanità pubblica in situazione di rischio per proteggere i loro profitti». Esiste «una storia vergognosa e ben conosciuta concernente alcuni attori dell’industria che ignorano la scienza, a volte persino le proprie ricerche», ha detto.

Anche la direttrice dell’OMS ha criticato l’industria alimentare e in particolare la diffusione del cosiddetto “cibo spazzatura”, ricco in sale, grassi saturi e zucchero e responsabile del netto incremento dei casi di obesità negli ultimi 30 anni. Questi cibi, ha deplorato Margaret Chan, sono diventati «i nuovi alimenti di prima necessità in quasi tutte le regioni del mondo».

Chan non ha risparmiato neppure l’industria del tabacco, denunciando in particolare le sue «abominevoli» strategie di marketing.

Le malattie non trasmissibili come le difficoltà cardiocircolatorie, il diabete, il cancro o l’insufficienza respiratoria sono oggi le principali cause di morte.

Quasi i due terzi delle persone muoiono in seguito a una malattia non trasmissibile: il 48% dei decessi è dovuto a problemi cardiocircolatori, il 21% al cancro, il 12% a patologie croniche del sistema respiratorio e il 3% al diabete.

Queste malattie hanno portato alla morte di 36 milioni di persone nel 2008. Oltre 9 milioni di decessi sono avvenuti prima del 60. anno di età.

In Svizzera, le malattie non trasmissibili colpiscono il 27% degli uomini e il 15% delle donne con meno di 70 anni, rileva l’Organizzazione mondiale della sanità.

Sempre secondo l’OMS, tra il 2010 e il 2020 il numero di decessi dovuti a malattie non trasmissibili aumenterà del 17% a livello mondiale (24% in Africa).

Se non si interviene efficacemente contro queste malattie, le ripercussioni sull’economia potrebbero risultare pesantissime: secondo il Forum economico mondiale e la Harvard School of Public Health, i costi potrebbero salire a 30 miliardi di dollari entro il 2030.

Fonte: Agenzie, OMS

Presente durante la riunione dell’ONU, la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey ha invitato la comunità internazionale ad agire «con urgenza» contro le malattie non trasmissibili.

Secondo Calmy-Rey, bisogna puntare soprattutto sulla prevenzione e sulla promozione della salute.

Citando l’esempio la Svizzera, la ministra degli esteri ha ricordato le azioni mirate di prevenzione e di promozione della salute nella lotta contro il tabagismo e il consumo abusivo di alcol, come anche sulla promozione di una alimentazione equilibrata e dell’attività fisica.

Traduzione e adattamento di Daniele Mariani

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