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“Questi regimi danno alle coppie pietre invece di pane”

Due fedi sono posate su una rosa.
Studi dimostrano che molte coppie sanno granché delle disposizioni giuridiche sul matrimonio. imago/Westend61

Oltre al matrimonio e all'unione domestica registrata, la Svizzera necessita di nuove forme giuridiche per i rapporti di convivenza delle coppie? Politica e società ne discutono, ma il dibattito è spesso caratterizzato da argomenti impregnati di simbologie. Tentativo di un approccio puramente giuridico con il professore di diritto Anatol Dutta.

Uomini e donne in Svizzera possono unirsi giuridicamente attraverso il matrimonio. Per coppie dello stesso sesso c’è l’unione domestica registrata, una sorta di “matrimonio light”. Nelle discussioni sull’apertura del matrimonio alle coppie omosessuali è però stata avanzata anche l’idea di introdurre un cosiddetto PACS (patto civile di solidarietà), un “matrimonio light” sul modello francese, per tutte le coppie, sia di sesso diverso, sia dello stesso sesso.

swissinfo.ch: L’adattamento della legge sul matrimonio a nuove forme di convivenza che di fatto esistono nei paesi occidentali è di grande attualità. Come si situa la Svizzera nel confronto europeo?

Anatol DuttaCollegamento esterno è cattedratico di diritto civile, diritto internazionale privato e diritto comparato presso l’università Ludwig Maximilian di Monaco. I suoi campi di interesse sono soprattutto il diritto di famiglia e il diritto ereditario in prospettiva comparata a livello internazionale e interdisciplinare. Nell’ambito della discussione sulla modernizzazione del diritto di famiglia svizzero, ha partecipato a un convegno di esperti a Berna sul tema “Un PACS per la SvizzeraCollegamento esterno?”, cui ha preso parte anche la ministra elvetica di giustizia Simonetta Sommaruga.

Anatol Dutta: In una comparazione giuridica, la Svizzera si colloca a metà strada. C’è la possibilità del matrimonio come regime tradizionale per i rapporti di convivenza di coppia tra uomini e donne e c’è l’unione domestica registrata per coppie dello stesso sesso. Quest’ultima, però, giuridicamente è più debole del matrimonio. Qui, la Svizzera è rimasta un po’ arretrata rispetto alla tendenza generale: nella maggior parte dei paesi che offrono per le coppie dello stesso sesso regimi sostitutivi di questo tipo, questi ultimi sono equivalenti al matrimonio.

swissinfo.ch: Lei è un sostenitore del matrimonio. Perché?

“Sul piano giuridico sono un grande fan del matrimonio. Offre alle coppie una protezione ottimale ed equa.”

A.D:. Dal profilo sociopolitico, io non sono un sostenitore del matrimonio. Il matrimonio non è affatto l’unica forma legittima di convivenza. Ma sul piano giuridico sono un grande fan del matrimonio. Offre alle coppie una protezione ottimale ed equa, in base a regole che il legislatore ha creato per rapporti di coppia in anni di esperienza e che in numerosi ordinamenti giuridici moderni sono state consapevolmente distanziate da modelli di ruolo tradizionali, come quello classico della preminenza del marito.

Quando un rapporto è in crisi, o un coniuge muore, il regime giuridico del matrimonio agisce come un meccanismo di protezione: nella maggior parte degli ordinamenti giuridici, assicura in particolare che i vantaggi e gli svantaggi, che la coppia ha tratto nel periodo di convivenza siano ripartiti in modo equo.

swissinfo.ch: Parla del diritto di successione, del regime dei beni e, nel caso di un divorzio, del diritto in materia di mantenimento?

A.D:. Esattamente. E nel caso della Svizzera anche del conguaglio della previdenza, dell’equa ripartizione dell’aspettativa previdenziale, ossia i beni principali per la maggior parte delle coppie. Tutte queste regole sono moderne e neutrali sul piano del modello di rapporto. Questo significa che sono adatti sia per un matrimonio in cui la donna è casalinga sia per uno con doppio reddito. Nel diritto di famiglia moderno, il matrimonio non prescrive più alcun modello di ruolo alle coppie. Diversamente dal passato, non prevede doveri di comportamento specifici dei ruoli per i coniugi, ma è soprattutto un meccanismo di protezione.

swissinfo.ch: Giuridicamente, avrebbe dunque senso se le coppie dello stesso sesso potessero sposarsi, perché il matrimonio in caso di divorzio o di decesso rende più giustizia che un’unione registrata?

D: Sì. Dal punto di vista legale, le regole del matrimonio in linea di principio costituiscono un buon punto di partenza per qualsiasi rapporto di coppia. Pertanto, a mio avviso, devono essere elaborate in modo da valere per molti tipi di coppie, sia di sesso diverso che dello stesso sesso. Il fatto di chiamare questo regime “matrimonio” o “partenariato registrato” è innanzitutto una questione socio-politica. Giuridicamente, è fondamentale che il livello di regolamentazione sia quello del matrimonio.

swissinfo.ch: Se in Svizzera si aprisse il matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso, queste ultime avrebbero così più possibilità di unirsi giuridicamente rispetto alle coppie di sesso diverso.

A.D:. Con l’apertura del matrimonio alle coppie dello stesso sesso, la Svizzera in futuro avrebbe la possibilità di abolire l’unione domestica oppure di aprire l’unione domestica registrata anche alle coppie di sesso opposto.

swissinfo.ch: In Francia, il cosiddetto PACS è scelto anche da molte coppie eterosessuali. Cosa pensa dell’attuale dibattito sull’introduzione di un PACS sul modello francese in Svizzera?

A.D:. Io metterei dei grandi punti interrogativi su questi piani. Perché il desiderio di un “matrimonio light” è spesso legato alla forza simbolica del matrimonio, non è fondato giuridicamente. In Olanda, oltre al matrimonio, lo Stato offre un regime neutro che contempla esattamente gli stessi diritti e doveri del matrimonio, che però non si chiama così. Nel 2013, oltre il 10% delle coppie ha optato per questo “geregistreerd partnerschap” invece che per il matrimonio, anche se questo non fa alcuna differenza legale.

Il termine “matrimonio” è ovviamente un fardello simbolico per molte coppie. Gli studi sulle supposizioni sul diritto matrimoniale effettivamente dimostrano che la maggior parte delle coppie non conosce esattamente le regole che si applicano nel matrimonio e una parte ha anche delle idee lungi dalla realtà. Prima di introdurre un PACS, la Svizzera dovrebbe quindi effettuare studi empirici e chiedere alle coppie: quali sono i contenuti del diritto matrimoniale e cosa vi trovano esattamente di ingiusto?

Se risultasse che le coppie in realtà non hanno nulla contro le disposizioni legali sul matrimonio, ma solo qualcosa contro il matrimonio come simbolo, si dovrebbe piuttosto introdurre – come nei Paesi Bassi – una unione registrata uguale all’unione matrimoniale e offrire alle coppie un regime uguale al matrimonio, ma senza matrimonio.

swissinfo.ch: Lei si esprime contro un PACS sul modello francese anche con argomenti economici.

A.D.: Se la Svizzera introducesse un PACS sul modello francese, le conseguenze diventerebbero chiare solo dopo molti anni. Delle ex-partner di relazioni PACS che durante gli anni di convivenza hanno svolto la maggior parte dei lavori domestici e familiari, rinunciando alla carriera professionale, si ritroverebbero a mani vuote. Quindi dovrebbero ricorrere all’aiuto dell’ente pubblico, mentre gli uomini avrebbero avuto tutti i vantaggi dalla relazione poi andata in frantumi. Ciò non può essere l’intenzione del legislatore.

swissinfo.ch: Quindi, se dipendesse da lei, niente PACS per la Svizzera. Ma il diritto di famiglia svizzero deve pure essere adattato in qualche modo alle nuove forme di convivenza…

A.D:. Il PACS e i regimi alternativi per rapporti di coppia, accanto al matrimonio, socialmente e politicamente, appaiono a prima vista come qualcosa di moderno. Ma tutto sommato questi regimi danno alle coppie pietre invece del pane, soprattutto se non sono sufficientemente informate giuridicamente. Si dovrebbe invece piuttosto pensare ad aprire il regime del matrimonio. Si potrebbe forse anche estenderlo in parte per convivenze di fatto, ossia per coppie che non si sposano, ma per le quali queste regole sono giuridicamente sensate per una certa qualità del rapporto.

Questo è per esempio già il caso in alcuni ordinamenti giuridici, come in America Latina, Nuova Zelanda e in molti paesi dell’Europa dell’Est. Lì anche per coppie non sposate, dopo un determinato periodo di convivenza o quando hanno figli, vigono automaticamente certe regole del diritto in materia di mantenimento, del regime dei beni e del diritto ereditario. Chi non lo desidera, può dichiararlo esplicitamente e scegliere un “opt-out”.

Matrimonio e unione domestica registrata – le differenze

Dal 2007, le coppie omosessuali hanno la possibilità di registrare la loro unione domestica allo stato civile. In molti ambiti le coppie registrate hanno gli stessi diritti e obblighi dei coniugi. Tuttavia, in linea di principio, per le unioni registrate è applicata la separazione dei beni, mentre per le coppie sposate la partecipazione agli acquisti. Le coppie in unione domestica registrata non possono adottare figli e non hanno il diritto di ricorrere all’inseminazione artificiale. Dal 2018 hanno la possibilità di adottare i figliastri. L’unione registrata, diversamente dal matrimonio, non incide sui diritti civili.

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(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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