Posata la prima pietra di Confooderatio Helvetica
Con una scheggia di granito del San Gottardo, la delegazione svizzera a Expo 2015 ha suggellato venerdì l’inizio ufficiale dei lavori di costruzione del padiglione elvetico, che sarà completato entro l’inizio dell’anno prossimo. Sorgeranno quattro torri contenenti acqua, sale, caffè e rondelle di mele.
La data del 12 settembre 2014 non entrerà nei libri di storia della Confederazione. Ma di certo l’avvio dei lavori del padiglione svizzero, segna un momento importante della sua partecipazione a Expo 2015, sulla quale le istituzioni (la Confederazione, i quattro cantoni del Gottardo e le città di Ginevra, Basilea e Zurigo) e i privati (Nestlé, le Saline Svizzere, Geberit, Vacheron Constantin) hanno già investito molto.
Dopo essere stato il primo paese a firmare il contratto di adesione e il primo a presentare il progetto di padiglione, con la posa della prima pietra la Svizzera prosegue un percorso iniziato a febbraio del 2011 ed entra nella fase operativa.
Luogo d’incontro
“Expo è per noi una vetrina importante che permette di mostrare la Svizzera come paese aperto, creativo e innovativo”, ha dichiarato Nicolas Bideau, direttore di Presenza Svizzera del Dipartimento federale degli affari esteri, posando una scheggia di granito proveniente dall’enorme cantiere ferroviario del San Gottardo, quasi alla periferia di Milano.
“Un simbolo”, ha rilevato il presidente del Consiglio di stato del Canton Ticino, Manuele Bertoli, “che rappresenta il San Gottardo, ostacolo ma anche luogo di passaggio. E, come tale, anche di incontro tra le varie culture e destinato a diventarlo ancora di più con l’apertura del tunnel più lungo del mondo nel 2016”.
Padiglione tutto da mangiare
Progettato dagli architetti dello studio Netwerch, Confooderatio Helvetica sarà costituito da una struttura di base che comprende il ristorante, l’auditorio, la casa vip e la Casa svizzera, che ospiterà l’esposizione dei cantoni Grigioni, Ticino, Uri e Vallese sul tema dell’acqua e l’esposizione scientifica di Nestlé sull’interazione fra cervello e corpo nella nutrizione.
Vi sarà poi una piattaforma aperta con quattro torri – alle quali si accede con ascensori – ognuna delle quali verrà riempita con sale, acqua, caffè e rondelle di mele, data anche l’impossibilità di ospitare generi alimentari deperibili come formaggio e cioccolato. Prodotti che rappresentano la sostenibilità, la responsabilità, l’innovazione e la tradizione svizzere e che i visitatori potranno portarsi a casa facendo attenzione però a non farne incetta e a lasciarne a chi verrà dopo di loro.
Un concept in linea col tema dell’Esposizione che invita gli stessi consumatori a riflettere sul proprio comportamento di consumo e che è stato particolarmente apprezzato anche dagli organizzatori di Expo.
“L’interpretazione architettonica e concettuale che la Svizzera ha dato al tema dell’Esposizione universale, ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’, è veramente interessante e di alta qualità. Le originali ‘torri di alimenti’, a cui i visitatori avranno libero accesso, rappresentano un invito a tutti ad assumere un atteggiamento responsabile e a fare un consumo intelligente delle risorse”, ha spiegato Stefano Gatti, direttore generale della Divisione partecipanti di Expo 2015, sottolineando ancora una volta che “sin dall’avvio dell’avventura di Expo, la Svizzera ci è sempre stata vicina. Abbiamo avviato insieme a loro una collaborazione che è davvero diventata una best practice”.
Padiglione svizzero
Credito di partecipazione della Confederazione Svizzera: 23,1 milioni di franchi.
Obiettivo sponsoring della Confederazione Svizzera: 8 milioni di franchi
Investimento complessivo del settore pubblico e privato svizzero: 40 milioni di franchi.
Numero di visitatori attesi al padiglione svizzero: 2 milioni.
Superficie del Padiglione svizzero: 4432 metri quadrati.
Altezza torri: 15 metri.
Manodopera e ingegneria svizzera
A partire da questi giorni, anche nello spazio svizzero di 4432 metri quadrati, incastonato tra il padiglione italiano e quello tedesco, si muovono ruspe e gru. Con l’inizio dei lavori al padiglione svizzero, sale a 39 (su 53) il numero degli Stati che hanno già cominciato a costruire la propria casa per l’esposizione.
In alcuni di questi, come quello della Germania, quello degli Stati Uniti e quello dell’Italia – il primo a partire coi lavori lo scorso febbraio – si vedono segni tangibili di avanzamento. Così come in tutto il sito di Expo che comincia a prendere forma. Secondo il cronoprogramma indicato dalla società Expo, tutti i padiglioni dovranno essere completati entro marzo dell’anno prossimo, in tempo per i collaudi e in vista dell’apertura del primo maggio 2015.
Una grande sfida contro il tempo raccolta, nel caso di Confooderatio Helvetica, dal general contractor Nüssli Schweiz, che si incarica di tutti i lavori di costruzione del padiglione svizzero (ma anche di quelli di Kuwait e Germania) e che impiega anche lavoratori svizzeri. “Al padiglione svizzero già dalle prossime settimane, lavorerà una buona percentuale di manodopera svizzera per assemblare i materiali realizzati in Svizzera e poi portati qui” spiega a swissinfo.ch Martin Schlapfer, direttore dei lavori.
Occasione eccezionale
Dal primo maggio 2015, poi, oltre cento persone tra guide, personale amministrativo, addetti agli eventi, stagisti, cuochi, camerieri, delegati dei cantoni, delle città, personale di Presenza svizzera, degli sponsor lavoreranno ogni giorno per promuovere l’immagine della Svizzera nel mondo e per raccontare la storia, la cultura, le eccellenze elvetiche a coloro che passeranno di qui.
Perché, come dice Dante Martinelli, commissario generale della Svizzera per Expo 2015. “Un’esposizione di questo carattere e di queste dimensioni a 50 chilometri dal Canton Ticino è un’occasione eccezionale per presentarsi e per attirare una parte dei 20 milioni di visitatori attesi anche in Svizzera”.
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