La retta esorbitante dell’asilo nido la inchioda all’assistenza sociale
Tra i beneficiari dell’aiuto sociale in Svizzera una fetta sorprendente è rappresentata da madri sole. Ne abbiamo parlato con una che, nonostante un lavoro part-time, gli alimenti e gli assegni per figli, è costretta a dipendere dall’assistenza sociale.
Questo articolo fa parte di una serie dedicata al tema della povertà in Svizzera.
swissinfo.ch: Come mai ha dovuto ricorrere all’aiuto sociale?
La ragione principale è che sono una mamma single. Nel 2009 sono rimasta involontariamente incinta di mio figlio. Con suo padre non ho avuto una vera relazione.
swissinfo.ch: Ha però sempre avuto un posto di lavoro?
L’aiuto sociale in Svizzera
Quando le assicurazioni sociali (assicurazione disoccupazione, assicurazione invalidità, assicurazione indennità giornaliera di malattia) non bastano più, subentra l’aiuto sociale,Collegamento esterno che garantisce il minimo esistenziale. In Svizzera questo tipo di aiuto deve essere risarcito se la situazione economica migliora nettamente o il beneficiario entra in possesso di averi patrimoniali. Le condizioni variano da Cantone a Cantone.
Esatto, ho sempre lavorato. La gran parte delle volte tra il 40 e il 50 per cento. Al momento, invece, solo un giorno alla settimana. Non riesco a liberarmi dall’aiuto sociale perché la retta dell’asilo nido è troppo costosa. A tempo pieno comunque non voglio lavorare, dato che nel frattempo ho avuto anche una figlia. Se trovassi un buon posto potrei immaginarmi di lavorare fino al 60 o 70 per cento. Ma fintanto che spenderò 150 franchi al giorno per la struttura diurna di mia figlia, che ha tre anni, non se ne parla proprio… Se dovessi pagare io sarei persa. Adesso i costi di accudimento sono a carico dell’assistenza.
swissinfo.ch: Si parla di “effetto soglia”: se una madre single aumenta il suo grado di occupazione per divincolarsi dall’aiuto sociale le rimangono meno soldi a disposizione. Lei quanto dovrebbe guadagnare per uscire da questa spirale, ma anche vivere meglio?
Secondo la Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (COSASCollegamento esterno), l’interazione tra prestazioni sociali, reddito lavorativo e imposte può portare a un cosiddetto “effetto sogliaCollegamento esterno“. Paradossalmente, nonostante (o a causa di) un aumento del grado di occupazione, la persona colpita si ritrova con meno denaro a disposizione. Il “reddito disponibile” è l’importo che rimane dedotti i costi fissi e le imposte. La COSAS ribadisce che gli effetti soglia hanno un impatto negativo sulla ricerca di un impiego e si scontrano con il principio secondo cui vale la pena lavorare. Senza gli effetti soglia sarebbe più facile uscire dall’assistenza sociale.
Fonte: COSASCollegamento esterno
Hmmm… (riflette ed inizia ad elencare:) Pago 1’700 franchi di affitto per un appartamento di quattro locali, circa 50 franchi di telefono, poi c’è l’energia elettrica e Internet. L’assicurazione malattie è carissima: per noi tre pago sui 500 franchi al mese. Visto che ho “soltanto” un diploma di vendita, guadagno dai 21 ai 22 franchi lordi all’ora. Dovrei guadagnare all’incirca 5’000 franchi al mese per far quadrare i conti. Ma con la mia formazione non raggiungerei questa cifra neanche con un lavoro al 100 per cento. Penso che potrò cavarmela senza l’aiuto sociale soltanto quando i bambini andranno a scuola e non dovrò più dipendere da queste costose strutture di accudimento.
swissinfo.ch: Quanto le rimane a fine mese detratti i costi fissi?
In media ricevo 1’400 franchi al mese per il fabbisogno di base. Con questi soldi devo mangiare, pagare le fatture e comprare i vestiti per i bambini: in pratica, finiscono subito.
Lo COSAS ha elaborato un paniere fondandosi sulla statitstica delle abitudini di consumo del 10% delle economie domestiche svizzere con il reddito più basso. In base ad esso, abbiamo stilato una proposta di bilancio per un genitore solo con due figli:
swissinfo.ch: Quali spese le creano regolarmente delle difficoltà?
Direi: i soldi per mangiare, e anche i vestiti. I bambini crescono come funghi. In una sola stagione devo comprare due volte scarpe nuove. Vado al mercato delle pulci e compro roba in promozione. Poi qualche volta ricevo qualcosa dagli amici. Sì, il cibo e i vestiti per i bambini sono il mio maggior grattacapo.
swissinfo.ch: In Svizzera non ci si può più permettere di avere figli? Sono diventati un lusso?
Figli: rischio povertà?
In Svizzera, 278’000 persone circa, vale a dire il 3,3 per cento della popolazione, beneficiano di un aiuto sociale. Un terzo è costituito da bambini e giovani. Per quanto riguarda la dipendenza dall’assistenza le famiglie monoparentali sono particolarmente a rischio.
Fonte: COSASCollegamento esterno
Un figlio è una voce di spesa enorme. Certo bisogna pensarci bene prima di averne. Sono un piacere carissimo, ma anche irrinunciabile (sorride). Ma ripeto: non mi lamento, sto bene, se paragono la mia situazione con quella di altri Paesi. Io ho una casa, di che mangiare, posso pagare le fatture e addirittura andare in vacanza, anche se con un budget limitato.
swissinfo.ch: Quindi non si sente emarginata?
Ho una cara amica – anche lei mamma single – che vive in Germania. Mi racconta che lì non si riceve praticamente niente. Da questo punto di vista noi qui stiamo bene. Poi però in altri Paesi il problema dell’accudimento dei figli è stato risolto meglio. In Svizzera, per come la vedo io, siamo ancora nell’età della pietra.
swissinfo.ch: In Svizzera non sono solo i costi di accudimento a pesare sul bilancio, bensì pure le pigioni.
In effetti! Io contribuisco con 100 franchi a pagare l’affitto perché l’aiuto sociale me ne passa solo 1’600. Avrei voluto abitare in città. In campagna gli affitti sono più bassi, inoltre, se traslocassi lì riceverei anche meno dall’assistenza.
swissinfo.ch: Come reagisce la gente quando racconta di dipendere dall’assistenza sociale?
In realtà abbastanza bene. Ovviamente ci sono anche quelli che pensano che sono una fannullona. Invece io ho sempre lavorato. In più a casa ho due bambini che mi aspettano. Direi che il lavoro non mi manca proprio.
swissinfo.ch: A cosa rinuncia consapevolmente, oppure, cosa non può permettersi malgrado che sarebbe importante?
Ritagliarmi dello spazio solo per me, ad esempio per fare shopping o uscire a cena. O farmi fare un tatuaggio: costa parecchio, ma non ci voglio rinunciare. Capita che gli amici mi regalino dei buoni per farmi tatuare.
swissinfo.ch: Ci può parlare dei costi della salute?
Ho delle assicurazioni complementari che non vengono pagate dall’aiuto sociale, che copre solo l’assicurazione di base. Ogni volta che ricevo una fattura medica devo inoltrarla e aspettare per sapere se me la pagano. Di recente, dopo un infortunio, ho ricevuto una fattura di 900 franchi per l’ambulanza e adesso sto guardando con il mio datore di lavoro se posso farla saldare dall’assicurazione infortuni.
swissinfo.ch: E per il dentista? Va a carico dell’assistenza?
Dipende. Avrei dovuto fare un trattamento alle radici di due denti, ma costava una fortuna. L’aiuto sociale ha rifiutato di farsene carico. Loro pagano solo se si tolgono. Così adesso mi ritrovo con due buchi. E mio figlio ha il morso profondo e dovrebbe mettere l’apparecchio. Per fortuna anche suo padre trova che sia importante correggere questo difetto e pagherebbe la metà dei costi. L’apparecchio costa 5000 franchi e adesso devo vedere se l’aiuto sociale si assumerà l’altra metà.
swissinfo.ch: E i bambini come vivono questa situazione, si accorgono di qualcosa?
Il più grande, a volte. Magari quando mi chiede di andare in un determinato posto in vacanza o al cinema e io gli rispondo che non abbiamo molti soldi. Ma devo sempre fare attenzione di non dire che siamo poveri. In effetti non lo siamo. E continuo a ripeterlo. “Abbiamo tutto quello che ci serve”. Ai bambini non manca niente.
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swissinfo.ch: In Svizzera è particolarmente duro essere poveri, proprio perché molti altri vivono nell’opulenza, o non è così?
Non necessariamente. Quando i miei amici dicono di voler uscire a cena o andare a Zurigo talvolta mi dico che piacerebbe proprio anche a me. Poi, però, mi devo ricredere, perché so che i soldi non mi bastano. Ma non mi sento povera. Per fortuna sono una persona positiva per natura.
swissinfo.ch: Qual è il suo più grande desiderio se pensa al futuro?
Di non dover più dipendere dall’aiuto dello Stato. Di poter finanziare la mia vita con il mio lavoro.
(Traduzione dal tedesco: Lorena Mombelli)
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