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I pulcini non saranno più triturati vivi in Svizzera

Deux poussins
Ogni anno 3 milioni di pulcini maschi vengono eliminati in Svizzera perché non depongono uova e non soddisfano le esigenze del mercato a livello di carne. © Keystone / Alexandra Wey

Il parlamento svizzero ha deciso di vietare il metodo della triturazione per eliminare i pulcini  che non sono utilizzati per la produzione di uova. La Svizzera, uno dei paesi più avanzati in materia di protezione degli animali, è ora alla ricerca di alternative.

A differenza dei paesi dell’Unione europea, la Svizzera non tollererà più la triturazione di pulcini vivi. Il parlamento ha deciso di porre definitivamente fine a questa pratica, che figurava tra le eccezioni consentite dall’Ordinanza sulla protezione degli animaliCollegamento esterno, quando è entrata in vigore nel 2008.

Anche il governo ritiene che i tempi siano cambiati e che questo metodo di uccisione non sia più tollerabile. L’associazione dei produttori di uova GalloSuisseCollegamento esterno sostiene questo approccio, in quanto considera la triturazione dei pulcini un metodo superato. Non viene neppure più utilizzata dai quattro incubatoi che forniscono i polli a tutti gli allevatori svizzeri. Anche se la triturazione è già quasi scomparsa in Svizzera, il parlamento ritiene utile vietarla una volta per tutte.

Attualmente vengono eliminati ogni anno circa 3 milioni di pulcini maschi con l’impiego di gas CO2, perché il loro allevamento non soddisfa le esigenze del mercato. Oltre il 50% di questi pulcini sono riutilizzati per nutrire altri animali, ad esempio nei giardini zoologici.

Elevato livello di benessere degli animali

La Svizzera è uno dei paesi al mondo con le più elevate esigenze in materia di protezione degli animali, a detta del World Protection Animal IndexCollegamento esterno, diverse inchieste condotte dalla Protezione svizzera degli animaliCollegamento esterno (PSA) e un recente studio dell’Associazione svizzera per lo sviluppo dell’agricoltura e delle zone ruraliCollegamento esterno (AGRIDEA).

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“La domanda del mercato (carne etichettata, uova da cova all’aperto) e i programmi statali per promuovere la protezione degli animali (in particolare, sistemi di stabulazione rispettosi degli animali e regolari uscite all’apertoCollegamento esterno) sono fattori decisivi nelle pratiche dell’allevamento e possono avere un effetto per favorire standard più esigenti”, afferma la PSA.

Tuttavia, la Svizzera non è perfetta: la legge non è sempre rispettata e potrebbe essere migliorata, come dimostra l’esempio dei pulcini maschi. “Va inoltre ricordato che la Svizzera importa molti prodotti animali dall’estero, come carne, latte e uova che sono nascosti in altri alimenti, come biscotti o piatti precotti”, afferma Angela MartinCollegamento esterno, filosofa specializzata in etica animale. “Probabilmente, i consumatori mangiano regolarmente prodotti di origine animale provenienti da paesi con standard di protezione inferiori”.

«La tendenza a suddividere gli animali in razze soltanto per ottenerne uova o carne produce pratiche assurde, quali la triturazione di pulcini maschi vivi, indegne dell’intelligenza umana». Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura

Alternative allo studio

Al momento, la volontà delle autorità svizzere, ma anche degli allevatori e della popolazione, è chiaramente quella di continuare a migliorare il benessere degli animali. L’eliminazione dei pulcini maschi è sempre più messa in discussione. La Commissione del Consiglio nazionale (Camera del popolo), che proponeva il divieto di triturazione dei pulcini, si chiedeva se tali pratiche fossero ancora eticamente accettabili.

“Ci si può inoltre chiedere se sia eticamente accettabile uccidere un pulcino soltanto perché è maschio e discende da galline ovaiole. La tendenza a suddividere gli animali in razze soltanto per ottenerne uova o carne trasforma gli animali in semplici oggetti produttivi e produce pratiche assurde, quali la triturazione di pulcini maschi vivi, indegne dell’intelligenza umana”, scriveva lo scorso 4 luglio la Commissione della scienza, dell’educazione e della culturaCollegamento esterno.

Un problema preso molto sul serio dagli allevatori. “L’industria sta lavorando duramente per trovare altre alternative”, afferma Daniel Würgler, presidente di GalloSuisse. “Vogliamo trovare la migliore soluzione possibile tenendo conto di tutti gli aspetti: consumatori, costi, risorse, benessere degli animali, etica, ecologia, ecc.”.

Poules dans un champ
In Svizzera la maggior parte degli allevamenti consentono alle galline ovaiole di uscire all’aperto. © Keystone / Christian Beutler

In Svizzera sono attualmente in fase di sperimentazione due opzioni: allevamenti “fratelli”, che impiegano i polli per la carne e le galline a doppio scopo, per deporre le uova e per la consumazione. Il problema è che tali allevamenti richiedono molte risorse e non sono quindi una soluzione sostenibile. Inoltre, questo tipo di carne non è molto apprezzato dai consumatori. “Per il momento, si tratta di soluzioni di nicchia che non sono applicabili a livello globale”, afferma Daniel Würgler.

Gli allevatori di galline ovaiole puntano piuttosto su tecnologie che permettono di determinare il sesso del pulcino nell’uovo. Ci sono molte ricerche in corso in tutto il mondo, ma per il momento non esiste un metodo che possa essere utilizzato su larga scala negli incubatoi. “Sosteniamo questa ricerca e ne seguiamo da vicino lo sviluppo”, afferma il presidente di GalloSuisse. Quando gli incubatoi sono stati rinnovati, avevano già abbastanza spazio per integrare un sistema di questo tipo”.

Fino a quando non si troverà una soluzione sostenibile e completa per i pulcini maschi, gli allevatori si concentrano sul benessere dei polli di cui si occupano. “Per noi, la cosa più importante è il rispetto assoluto per l’animale dal primo all’ultimo giorno”, conclude Daniel Würgler.

«Sempre più persone si chiedono se sia moralmente giustificabile uccidere un animale solo per motivi di gusto, quando spesso abbiamo a disposizione alternative vegetali che non causano sofferenze».
Angela Martin

Proteggere la vita degli animali?

Al di là del problema dei pulcini maschi, diversi movimenti all’interno della popolazione (veganismoCollegamento esterno, antispecismoCollegamento esterno) mettono in dubbio la validità della detenzione e dell’abbattimento degli animali in generale. Una simile riflessione a livello nazionale sarebbe importante dal punto di vista etico, afferma Angela Martin. “Già rispettiamo e proteggiamo la vita degli animali domestici: per esempio, non uccidiamo cani o gatti a nostro piacimento”, dice la filosofa.

Gli animali di allevamento, invece, vengono macellati molto presto nella loro vita per consentire ai consumatori di mangiare la loro carne o i loro prodotti, mentre condividono molte caratteristiche con gli animali domestici. “E’ eticamente difficile da giustificare”, dice Angela Martin.

Soprattutto perché la mentalità sta cambiando in Svizzera e nel mondo intero. “Sempre più persone si chiedono se sia moralmente giustificabile uccidere un animale solo per motivi di gusto, quando spesso abbiamo a disposizione alternative vegetali che non causano sofferenze”, dice Angela Martin. “I consumatori tendono inoltre a diventare più informati e sensibili alle questioni relative agli animali nel quadro della protezione del clima”.

Traduzione di Armando Mombelli

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