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“Addio a tutti”: la sciagura del Coronado Swissair

swissinfo.ch/Keystone

Un aereo della Swissair diretto a Tel Aviv si schianta al suolo poco dopo il decollo da Zurigo, provocando la morte di tutte le 47 persone a bordo, 38 passeggeri e nove membri dell'equipaggio. Si tratta di un attentato. È il 21 febbraio 1970 e la Svizzera è profondamente scossa. Nessuno risponderà mai in tribunale per quello che è il peggiore attacco terroristico della storia svizzera.

“Il 330 sta precipitando”, dice in tedesco alla torre di controllo il copilota Armand Etienne. “Addio a tutti”, aggiunge in inglese. “Goodbye everybody” sono le ultime parole e sono pronunciate alle ore 13:34.

Una quindicina di minuti prima, una bomba sensibile all’altitudine è esplosa nel compartimento di carico posteriore dell’aereo, un Convair 990 Coronado. L’equipaggio ha cercato di tornare indietro e di tentare un atterraggio di emergenza a Zurigo, ma nella cabina di pilotaggio invasa dal fumo non è riuscita a vedere gli strumenti. L’aereo ha deviato verso ovest e, a causa della perdita di energia elettrica, si è schiantato in una zona boscosa a Würenlingen, nel cantone di Argovia, vicino al confine con la Germania.

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Interrogativi rimasti su schianto dell’aereo Swissair nel 1970

Questo contenuto è stato pubblicato al Il 21 febbraio 1970, la Svizzera rimase sotto shock. Quel sabato umido e freddo, un velivolo della Swissair diretto a Tel Aviv si schiantò al suolo a Würenlingen, nel cantone di Argovia, poco dopo il decollo dall’aeroporto di Zurigo-Kloten. Tutte le 47 persone a bordo – 38 passeggeri e nove membri dell’equipaggio – rimasero uccise.…

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Arthur Schneider, un politico locale dell’epoca, era arrivato sulla scena del dramma circa mezz’ora dopo. “Ho visto una mano che giaceva a terra nella foresta. Non riesco a togliermi quell’immagine dalla testa”, ha dichiarato nel 2016 alla radio pubblica svizzera SRFCollegamento esterno.

Altri testimoni hanno riferito di aver visto una “enorme palla di fuoco”. Un testimone ha dichiarato di aver temuto che l’aereo si fosse schiantato sulla vicina centrale nucleare. Un’ipotesi per nulla remota: il relitto è ritrovato a poche centinaia di metri dall’impianto atomico.

Esattamente 50 anni dopo la catastrofe, oggi, venerdì 21 febbraio 2020, si svolge un evento commemorativo al memoriale sul luogo dell’incidente. È stato organizzato da Arthur Schneider e Ruedi Berlinger, figlio del capitano dell’aereo, Karl Berlinger.

Entrambi affermano che è importante non solo mantenere vivo il ricordo della tragedia, ma anche chiarire ciò che è realmente accaduto.

Sospetti di un accordo segreto

Agenzie di stampa svizzere all’epoca hanno scritto che una fazione dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) aveva rivendicato la responsabilità, mentre secondo altri media l’OLP aveva negato qualsiasi coinvolgimento.

Nel giro di pochi giorni un cittadino giordano fu indicato come principale sospettato di aver spedito un pacco-bomba da Monaco di Baviera – da dove proveniva l’aereo – a un indirizzo fittizio in Israele, con l’intenzione di far esplodere un velivolo della compagnia israeliana El Al. Tuttavia, a seguito di un cambio di volo, sarebbe finito su un aereo della Swissair, a bordo del quale c’erano quindici cittadini israeliani.

Eppure né il giordano né altri sospettati non sono mai stati portati in tribunale, nonostante i mandati d’arresto. Nel 1970 il giudice istruttore svizzero Robert Akeret ha consegnato personalmente il suo rapporto di 165 pagine al procuratore generale della Confederazione Hans Walder. Secondo questo rapporto, l’attentato è stato commesso da due membri dell’OLP.

Robert Akeret anni dopo ha affermato che Berna ha posto il caso “sotto silenzio”. Il giudice istruttore ha aggiunto: “Per me è un mistero il motivo per cui i colpevoli non sono mai comparsi in tribunale”.

Le indagini iniziali sull’attentato sono state chiuse nel 1985, riaperte dieci anni dopo e interrotte nel 2000.

Tuttavia, nel 2016 Marcel Gyr, giornalista del quotidiano Neue Zürcher Zeitung, ha sostenuto in un libro che il ministro svizzero degli affari esteri dell’epoca, Pierre Graber, aveva raggiunto un accordo segreto con l’OLP. L’intesa sarebbe stata stretta nel settembre 1970, durante il sequestro, nel deserto giordano, di tre aerei, di cui uno della Swissair.

Secondo Marcel Gyr, Graber avrebbe patteggiato la liberazione dei 400 ostaggi che si trovavano sugli aerei, in un incontro con il responsabile degli affari esteri dell’OLP, Farouk Kaddoumi. Il ministro socialista non avrebbe informato i colleghi di governo dell’incontro segreto, organizzato a Ginevra dal compagno di partito Jean Ziegler.

Sempre stando a Marcel Gyr, sarebbe stata quell’intesa a portare alla liberazione di tre terroristi palestinesi che il 18 febbraio 1969 avevano attaccato un aereo della compagnia israeliana El-Al che stava decollando da Zurigo-Kloten. E il patto segreto avrebbe portato anche all’archiviazione dell’inchiesta della sciagura di Würenlingen. In cambio la Svizzera non sarebbe più finita nel mirino di attacchi terroristici.

Le affermazioni del giornalista e i sospetti di un insabbiamento non sono però mai stati provati. Un gruppo interdipartimentale di lavoro incaricato dell’inchiesta è giunto alla conclusione che non vi fosse alcun indizio di un’intesa segreta tra la Svizzera e l’OLP.

Nel luglio 2017, un privato cittadino ha chiesto la riapertura delle indagini. La richiesta è stata avanzata in seguito alla divulgazione di documenti dell’FBI che puntavano il dito contro due nuovi sospettati: due cittadini dell’allora Germania occidentale. Tuttavia, nell’agosto 2018 il procuratore generale della Confederazione ha deciso che l’incartamento sarebbe rimasto chiuso, perché le nuove prove non erano abbastanza solide e perché era trascorso troppo tempo dal momento in cui il crimine era stato commesso.

Il servizio del telegiornale della Radiotelevisione svizzera:

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Nuove rivelazioni

Dei giornali svizzeri, tra cui il Blick e la Neue Zürcher Zeitung, negli ultimi giorni hanno pubblicato nuove informazioni legate alla sciagura. Stando ai loro articoli, negli archivi statunitensi vi sono “pile di documenti” sul caso Würenlingen, ma sono ancora secretati.

Secondo un informatore, l’attentato avrebbe potuto essere evitato se non ci fosse stato un disguido di comunicazione. I servizi segreti israeliani del Mossad avrebbero sorvegliato la cellula terroristica palestinese in Germania e quindi sarebbero “venuti a conoscenza dei piani di attacco”. Il Mossad avrebbe informato i servizi segreti tedeschi. Ma le informazioni sarebbero rimaste bloccate da qualche parte. Cosicché la tragedia ha fatto il suo corso: il pacco-bomba è esploso sull’aereo della Swissair.

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La Svizzera non ha negoziato con l’OLP

Questo contenuto è stato pubblicato al A inizio anno, il giornalista della NZZ Marcel Gyr aveva destato scalpore con il suo libro “Gli anni del terrore in Svizzera”, nel quale parla di un accordo segreto stipulato tra l’ex ministro degli esteri elvetico Pierre Graber e l’OLP, durante il dirottamento di un aereo Swissair e di altri due velivoli nel deserto giordano.…

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(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

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