“Abbiamo vissuto una vita con il freno a mano tirato”
Per dieci anni una coppia svizzera ha cercato di avere figli. Per molto tempo i due coniugi non hanno parlato con nessuno del loro desiderio insoddisfatto. Oggi hanno due gemelle. Vogliono aiutare a rompere il tabù.
“Quando vi decidete ad avere dei figli?”, “Non avete figli?”, “Per noi ha funzionato subito!” Janaina e Mike Rothenbühler, del cantone di Argovia, hanno sentito frasi del genere in continuazione. Quelle domande insistenti, fatte con buoni intenti, per loro sono diventate un tormento. Janaina e Mike, che adesso hanno 38 e 49 anni, hanno cercato di avere figli per oltre dieci anni. Non è un caso isolato: circa il 10% delle coppie svizzere che desiderano avere figli non ci riesce.
La coppia ne ha passate tante insieme. Trattamenti ormonali, inseminazione artificiale, aborto spontaneo. Oggi sono genitori di due gemelle. Ma Aimara e Inaiê sono nate premature, nella ventottesima settimana di gravidanza: sono state seguite con estrema cura e sono sopravvissute. Oggi stanno bene. Un lieto fine allora? Non è così semplice. Janaina e Mike ci raccontano come hanno fatto.
Janaina: Ci siamo conosciuti nel 2006. Da subito ci siamo sentiti incredibilmente felici insieme. Tutto andava bene, ho affrontato rapidamente il tema dei bambini. Ho sempre voluto avere figli.
Mike: Per me non era una questione così centrale perché ho già un figlio da una relazione precedente. Per me sarebbe andato bene sia avere figli che rinunciare. Così abbiamo provato.
Janaina: Quando dopo un anno non ero ancora rimasta incinta, abbiamo testato il mio stato ormonale e lo sperma di Mike. I risultati indicavano che eravamo entrambi fertili. Non c’era motivo per cui non dovesse funzionare. Avrei voluto che i medici ci dicessero: questo e quello non va bene in voi, possiamo rimediare.
Mike: E nella tua cerchia di amicizie erano tutte incinte. Era brutto.
Janaina: Sì, e poi quei consigli. Devi solo rilassarti, mi hanno detto. Non ti innervosire, non pensarci troppo. Ma non è così facile!
Due anni dopo la decisione di avere un figlio, Janaina e Mike chiedono aiuto ai medici. Questi eseguono diverse inseminazioni intrauterine, tramite le quali lo sperma viene iniettato direttamente nell’utero della donna. Ma Janaina non rimane incinta.
Mike: Dovevo consegnare regolarmente il mio sperma all’ospedale. Ogni volta dovevo attraversare un lungo corridoio con la mia bottiglietta di liquido e poi rispondere sempre a quelle domande… Quanto tempo è passato, signor Rothenbühler? Era così sgradevole per me, che mi sentivo come se mi avessero massacrato.
Janaina: Potevo capirti, eppure – dal mio punto di vista – trovavo che quello non fosse poi così grave. Io ho dovuto sopportare di più.
Janaina continua a non rimanere incinta. È disperata. Anche Mike. Cominciano a litigare. Non sapere perché non funziona logora entrambi. Il Natale è un inferno, con bebè e bambini ovunque. I familiari non sanno che Janaina e Mike da anni stanno cercando di avere figli.
“Non volevo compassione. La maggior parte delle persone non capisce quello che si passa” – Janaina
Janaina: Non volevo compassione. Era una questione privata. La maggior parte delle persone non capisce quello che si passa. Per molto tempo, mi sono sentita come se stessimo vivendo una vita con il freno a mano tirato. Perché si pensa sempre: forse questo mese andrà bene. Così, abbiamo rinunciato per esempio alle vacanze o ad altre cose.
Mike: E la pressione che mi hai messo addosso è stata molto forte. Il sesso era solo cronometrato e unicamente per rimanere incinta… Abbiamo avuto delle crisi relazionali. Ma siamo tornati insieme.
Dopo quattro anni, i medici consigliano loro di provare in un altro modo. L’argomento dell’inseminazione artificiale è all’ordine del giorno, cioè l’iniezione di sperma nell’ovulo in una provetta. Janaina è aperta a questo tentativo, mentre Mike all’inizio non ne vuole sapere.
Mike: Mio figlio avrebbe dovuto nascere in provetta? Ero scettico. Ma più ne sapevo sull’argomento, cioè che la natura avrebbe preso il sopravvento sulla maggior parte del processo, più riuscivo a immaginarlo. Un medico di una nuova clinica di Olten mi ha convinto.
Janaina: All’inizio abbiamo dovuto recarci spesso dal medico, ma ne è valsa la pena. Poi, abbiamo fatto il primo tentativo: sono rimasta incinta! Eravamo così felici. Ma la speranza è stata rapidamente distrutta, perché poco dopo ho avuto un aborto spontaneo. È seguito un periodo nero. Ho pianto molto e ho pensato: ora forse non potrò più avere figli. Tu eri la mia ancora di salvezza all’epoca, Mike, e ne ero felice.
Ad arrendersi, i Rothenbühler non ci pensano affatto. Provano di nuovo: trattamento ormonale, prelievo ovocitario, fecondazione, reimpianto. Di nuovo la speranza che funzioni. E di nuovo la disillusione, quando gli ovuli fecondati in vitro non si annidano nell’utero. Di nuovo la vita con il freno a mano tirato. Janaina ha ormai quarant’anni, ha paura che un giorno non abbia più abbastanza ovuli.
Janaina: Il desiderio di avere figli, gli aborti spontanei, era duro. Nessuno mi aveva preparata a questi sentimenti.
Mike: Poi c’era la mia età. Ho sempre detto che dai cinquant’anni in poi non si fanno più bambini. Se fosse stato per me, avremmo potuto vivere senza figli.
Ma la coppia ci riprova. Si ricomincia daccapo: trattamento ormonale, aspirazione degli ovuli, fecondazione in vitro. Sui dieci ovuli fecondati, questa volta quattro sono utilizzabili. Impianto, speranza. E poi, all’improvviso, gli ovuli si annidano: funziona! Janaina è incinta di due gemelle. Finalmente, dopo dieci anni.
Mike: Mia moglie aveva immaginato per tanto tempo come sarebbe stato meraviglioso essere incinta. Invece non andava bene.
Janaina: Ero stanca, stavo male, non riuscivo a prendere niente. Per molto tempo, non riuscivo a credere di essere davvero incinta. Avevo paura di perdere di nuovo le bambine. Poi è arrivato lo shock: un avvelenamento da gravidanza alla ventottesima settimana. Sono dovuta andare urgentemente all’ospedale.
Mike: Ha subito un cesareo d’emergenza. Le due bambine quando sono nate pesavano 750g e 1100g. Erano minuscole, più piccole di un sacchetto di farina, con gli occhi neri, sembravano aliene. Era spaventoso.
Janaina: Ma almeno ti è stato permesso di andare da loro. Io le ho potute vedere e toccare solo il giorno dopo.
Finalmente, Janaina e Mike possono portare a casa le bambine; una alla volta. Infine, sono in quattro, insieme alle loro due gemelline.
“Anche se è stupendo, spesso sono al limite” – Janaina
Janaina: La vita quotidiana è più stressante di quanto molti immaginino. Anche se è stupendo, spesso sono al limite. Andare in piscina da sola con due bimbe di un anno, non è possibile. Ora, lentamente, sta diventando più facile.
Janaina adesso vuole trasmettere l’esperienza che ha acquisito in tutti quegli anni a donne e uomini che vogliono avere figli. Ha partecipato a diversi workshop e seguito una formazione per il coaching di persone che desiderano figli.
Janaina: Lo scambio con donne nella stessa situazione nei blog e nei forum mi ha aiutata molto. Ora voglio aiutare anch’io. Vorrei anche aiutare a rompere il tabù del “desiderio di avere figli”. Si parla troppo poco di cosa può succedere se il desiderio di avere figli rimane insoddisfatto. Dai costi ai sentimenti.
Mike: Sì, ora sappiamo molto di più che all’inizio. Con il senno di poi, alcune cose le avremmo fatte in modo diverso. Per esempio, avremmo certamente affrontato prima il tema dell’inseminazione artificiale.
I Rothenbühler oggi, dopo una lunga attesa e tanta sofferenza, hanno due figlie sane. A Olten, nel centro di fertilità, è stato congelato un ovulo fecondato. Lo scongeleranno, ci riproveranno?
Janaina: Da un lato l’idea di “ucciderlo” è orrenda. Inoltre, mi piacerebbe essere di nuovo incinta e godermi la gravidanza, questa volta. Ma provare di nuovo? Sento che la nostra famiglia ora è completa. Per pura razionalità, si deve dire: no.
(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)
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