Gli svizzeri rimangono campioni del mondo nella distanza percorsa in treno: nel 2015 hanno effettuato in media 2’277 km, 225 in più dei secondi classificati, i giapponesi. Le ragioni di tale successo sono molteplici.
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swissinfo.ch e rsi.ch (TG del 16.8.16)
Il numero dei chilometri percorsi per abitante è leggermente diminuito in Svizzera (-11 km) rispetto al 2014, seguendo la tendenza già riscontrata l’anno scorso, ha reso noto il Servizio di informazione dei trasporti pubblici (LITRACollegamento esterno).
Ciò non è bastato però a scalzare la Confederazione dal primo posto della classifica, che occupa per il terzo anno consecutivo. Seguono il Giappone (2’052 km), l’Austria (1’361), la Francia (1’252) e la Danimarca (1’057). All’altro capo della classifica vi sono Spagna (558 km), Norvegia (594) e Svezia (644).
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Quanto al numero di spostamenti, al primo posto vi sono gli abitanti del paese del Sol levante (72 all’anno), seguiti da svizzeri (59, stesso numero che nel 2014), lussemburghesi (40) e danesi (34).
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Le ragioni di tale successo sono diverse: densità estrema della rete, cadenza oraria elevata, puntualità, coincidenze tra i treni e con gli autopostali che collegano le valli isolate e distanza relativamente piccola tra le principali città del paese.
Questo successo è comunque in un certo senso paradossale, secondo François WalterCollegamento esterno, professore emerito di storia all’Università di Ginevra, interrogato dalla Radiotelevisione svizzera di lingua francese. Rispetto ai paesi vicini, in Svizzera la ferrovia si è infatti sviluppata in modo tardivo. Ha però rapidamente suscitato un grande entusiasmo.
«La ferrovia si è integrata molto in fretta nel paesaggio, al punto di diventare un elemento naturale. E siccome il paesaggio è centrale nella coscienza identitaria svizzera, anche il treno è entrato nel nostro immaginario nazionale», ritiene François Walter.
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