Svizzera e pesticidi: relazione tossica o male necessario?
Gli elettori svizzeri presto decideranno se vogliono un divieto totale dei pesticidi sintetici. Le affermazioni dei sostenitori e dei detrattori del divieto sono corrette? E che impatto hanno i pesticidi sulla popolazione? Uno sguardo sui fatti.
Il 13 giugno, i cittadini svizzeri voteranno su un’iniziativa che cerca di vietare l’uso di pesticidi nel paese. I sostenitori dell’iniziativa vogliono rendere illegale l’uso di diserbanti, insetticidi e fungicidi sintetici nel settore agricolo svizzero e anche per uso privato o commerciale. Vogliono anche vietare le importazioni di tali agenti.
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Il comitato ‘anti-pesticidi’, con sede nella Svizzera francese, è composto da scienziati, esperti legali e agricoltori senza legami diretti con i maggiori partiti politici. Tuttavia, l’iniziativa ha ricevuto un certo sostegno politico, in particolare dal partito dei Verdi, che ritiene che il paese alpino non abbia fatto abbastanza per combattere l’uso dei pesticidi.
“In un confronto internazionale, la Svizzera, se va bene, è nel mezzo del gruppo quando si tratta di ridurre i pesticidi”, sostiene il partito sul suo sito web.
Dove si colloca la Svizzera a livello internazionale?
La Svizzera è davvero messa male sul piano internazionale per quanto riguarda l’uso dei pesticidi? I dati sulle vendite di pesticidi possono dare qualche indicazione su quanto bene stia facendo la Svizzera nel limitare l’uso di pesticidi. I Verdi usano le cifre compilate dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) di 37 paesi per giustificare la loro affermazione. Queste cifre mostrano che la Svizzera è a metà del gruppo quando si tratta di vendite di pesticidi per unità di terreno.
Tuttavia, le cifre coprono solo il periodo 2011-2015. Cifre più recenti (fino al 2018) compilate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) mostrano che l’uso di pesticidi in Svizzera è di 4,9 chilogrammi/ettaro. Questo mette il paese sulla stessa barca di Francia e Regno Unito (così come Turkmenistan, Georgia, Argentina e Repubblica Dominicana). Ancora una volta, non è né tra le prime né tra le ultime nazioni quando si tratta di uso di pesticidi.
Ma per giudicare l’approccio di un paese verso i pesticidi è pure necessario guardare se il consumo è aumentato o diminuito negli ultimi anni. Un confronto pubblicato da Eurostat (l’ufficio statistico dell’Ue) mostra che le vendite di pesticidi in Svizzera sono diminuite tra il 2011 e il 2019, ma non così tanto come in altri paesi europei nello stesso periodo.
Quantità vs qualità
Vale anche la pena di prestare maggiore attenzione alla vendita di diversi tipi di pesticidi per capire meglio cosa sta succedendo. Le vendite di erbicidi sono diminuite per sei anni di fila, con le vendite del controverso glifosato in calo del 63% negli ultimi dieci anni. I primi cinque pesticidi più venduti nel 2019 sono stati zolfo (fungicida), olio di paraffina (insetticida), glifosato (erbicida), Folpet (fungicida in viticoltura) e Mancozeb (fungicida). Vale la pena notare che lo zolfo e l’olio di paraffina sono consentiti nell’agricoltura biologica e sono utilizzati anche nell’agricoltura convenzionale.
La Svizzera può essere “nella media con margine di miglioramento” in un contesto globale, ma cosa significa questo per la sua popolazione? I profili di tossicità dei pesticidi rientrano in un ampio spettro e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) li ha recentemente classificati in base al loro potenziale di danno per l’uomo. Quando abbiamo incrociato la classificazione di pericolo dell’OMS con una lista di 360 sostanze attive approvate in Svizzera, l’analisi ha rivelato la presenza di un pesticida che l’OMS classifica come “estremamente pericoloso”: l’agente attivo bromadiolone, venduto in Svizzera con il nome commerciale Arvicolon 200 CT. Diversi altri pesticidi rientravano nelle categorie “moderatamente pericoloso” e “leggermente pericoloso”.
La Svizzera sta riuscendo a ridurre l’uso di alcuni tipi di pesticidi nell’agricoltura nazionale, ma non ha affrontato il problema delle importazioni, che è importante da considerare perché la maggior parte delle calorie vegetali dei residenti svizzeri (60%) provengono dall’estero.
Secondo un’indagine Collegamento esternodell’Ong Public Eye, “più del 10% degli alimenti importati testati dalle autorità nel 2017 conteneva residui di pesticidi vietati in Svizzera a causa dei loro effetti nocivi sulla salute o sull’ambiente”. I dati dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria hanno anche mostrato che 52 pesticidi vietati sono stati trovati nei test di quell’anno. Quindi il pericolo per la salute dei consumatori rischia di essere sottostimato se non si tiene conto delle importazioni.
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Verdetto: Per lo più vero
Sulla base di dati comparativi internazionali, la Svizzera è nel mezzo del gruppo quando si tratta di vendite di pesticidi e di limitazione del loro uso. Tuttavia, ha fatto più progressi nella riduzione di alcuni tipi di pesticidi (come gli erbicidi) di quanto si pensi. Il tipo di pesticidi approvati per l’uso nel paese non sono generalmente i più tossici e più del 40% dei prodotti fitosanitari venduti possono essere usati nell’agricoltura biologica.
Pericoli nascosti
Un fattore di rischio di cui si tiene raramente conto è la persistenza di alcuni pesticidi nei corpi d’acqua, nelle acque sotterranee e nel suolo. In un post su un blogCollegamento esterno, Bernhard Wehrli, un professore svizzero di chimica dei sistemi acquatici, cita l’erbicida atrazina che è stato da lungo vietato in Svizzera, ma che può ancora essere rilevato decenni dopo. Mette anche in guardia contro i metaboliti dei pesticidi che in alcuni casi sono più solubili in acqua e hanno una vita più lunga dei pesticidi stessi. Uno di questi agenti è il fungicida clorotalonil che è ancora in uso in Svizzera, ma la cui autorizzazione non è stata rinnovata nell’UE a causa degli effetti potenzialmente cancerogeni. Una recente analisi scientifica di 31 campioni di acque sotterranee ha trovato metaboliti del clorotalonil in tutti i campioni e nuovi metaboliti in 20 campioni. Secondo i ricercatori, le proprietà di questi metaboliti li rendono difficili da filtrare o degradare anche con tecnologie di trattamento dell’acqua più avanzate come il carbone attivo e l’ozonazione.
Infine, c’è un fattore raramente discusso che influenza la quantità di pesticidi usati in un dato anno: la meteo. Mentre tecnologie come i robot per il controllo delle erbacce hanno ridotto la quantità di diserbanti, l’applicazione di altri pesticidi sintetici come i fungicidi cambia a seconda delle condizioni meteorologiche. Eva Reinhard, il capo dell’ente di ricerca svizzero Agroscope, ricorda che questo è dovuto al fatto che negli anni caldi e umidi i funghi e i batteri si moltiplicano in modo esponenziale, portando a un uso maggiore di fungicidi. Usando la peronospora delle patate come esempio, Reinhard racconta che si sta lavorando per sviluppare varietà resistenti – ma dipende dall’accettazione da parte del pubblico degli alimenti geneticamente modificati.
“[Le patate geneticamente modificate] sono resistenti al patogeno della peronospora e non hanno bisogno di essere spruzzate”, dice ancora Reinhard. “Siamo di fronte a obiettivi contrastanti: i consumatori vogliono prodotti senza pesticidi, ma non sono ancora pronti ad accettare piante geneticamente modificate”.
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