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Sondaggio SSR: cresce “no” all’iniziativa sull’uscita dal nucleare

Il reattore nucleare di Beznau II. KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) A undici giorni dalla votazione, si riscontra un aumento dei contrari all’iniziativa popolare dei Verdi a favore dell’uscita dal nucleare, indica il secondo sondaggio della SSR pubblicato oggi, realizzato dall’istituto gfs.bern.

Se si fosse votato il 6 novembre il testo avrebbe raccolto il 48% di voti favorevoli contro il 46% di contrari. Invece secondo la terza inchiesta online di Tamedia, pubblicata pure oggi, sarebbe il 57% a propendere per un “sì” contro il 42% di “no”.

Il sondaggio SRG SSR evidenzia che la quota dei favorevoli alla proposta in votazione il 27 novembre è diminuita di 9 punti percentuali nelle ultime quattro settimane, mentre quella dei contrari è aumentata di 10 punti percentuali. Vi è quindi una tendenza verso il “no”.

Per quanto riguarda la differenza partitica, i Verdi con il 93% (-2 punti percentuali) e il PS con il 76% (-4) rimangono nettamente a favore, mentre il PPD, pur essendo in maggioranza per il “sì” con il 53% (-5), propende per la Strategia energetica 2050 proposta da governo e parlamento, che funge da controprogetto indiretto.

Il minore sostegno al testo viene invece da parte del PLR con il 25% (-21) e dell’UDC con il 23% (-15). I senza partito registrano anche nel secondo sondaggio una tendenza ad approvare l’iniziativa “Per un abbandono pianificato dell’energia nucleare” con il 55% (+1).

Le differenze tra regioni linguistiche rimangono importanti. Nella Svizzera italiana la gran parte rimane fedele al “sì” (58%), mentre i “no” si attestano al 29%. In Svizzera tedesca le maggioranze si sono invertite tra il primo e il secondo sondaggio con una quota di 45% per il “sì” e 50% per il “no”. In Romandia continuano a prevalere i pareri favorevoli (53%), malgrado vi sia una tendenza verso il “no” (37%).

La differenza secondo il sesso persiste: le donne sostengono l’iniziativa con il 56% contro il 37%, mentre gli uomini la respingono al 56% contro il 39% di “sì”.

Transizione energetica necessita uscita da nucleare

L’argomento più popolare in favore del testo consiste nell’idea che la transizione energetica può unicamente realizzarsi se si prevede un’uscita programmata dal nucleare. Il 77% delle persone che hanno intenzione di votare condivide questo argomento. Il 55% è invece dell’avviso che la Strategia energetica 2050 basti a garantire un’uscita ordinata dall’energia nucleare.

Il secondo sondaggio della SSR è stato realizzato dall’Istituto di ricerca gfs.bern tra il 2 e il 9 novembre presso 1’406 persone aventi diritto selezionate in maniera rappresentativa. Il margine di errore è di 2,7 punti percentuali.

Più sostengo in Romandia, Tamedia

Il sondaggio di Tamedia fornisce risultati sensibilmente diversi. Secondo l’editore, l’iniziativa riscontra più sostegno in Svizzera romanda, con un 63% di favorevoli, mentre in Ticino e Svizzera tedesca il tasso è del 54%.

La maggior opposizione viene da chi si definisce simpatizzante dell’UDC (70%) o del PLR (64%).

Paura di incidente nucleare

Tra i favorevoli al testo, la paura di un incidente nucleare resta l’argomento più citato (40%) nella terza inchiesta di Tamedia.

Nel campo dei “no”, un terzo degli oppositori valuta che l’iniziativa minacci l’approvvigionamento svizzero di elettricità. Un altro terzo considera che l’energia nucleare è rispettosa dell’ambiente: un abbandono prematuro dell’atomo porterebbe la Svizzera a importare della corrente proveniente da centrali a carbone.

Il sondaggio Tamedia ha un margine di errore di 1,2 punti percentuali. Sono state interrogate online 15’462 persone aventi diritto di voto dal 10 all’11 novembre.

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