Sos grilli e cavallette, un quarto a rischio estinzione
(Keystone-ATS) Presto potremmo dover dire addio al suono dei grilli nelle nostre campagne. Insieme alle cavallette questi insetti sono i nuovi “osservati speciali” in Europa perché almeno un quarto delle specie rischia l’estinzione.
Con conseguenze pericolose, a cascata, per tutti gli ecosistemi di cui fanno parte visto che sono un anello fondamentale della catena alimentare animale.
L’allarme è stato lanciato dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) che ha portato a termine la prima valutazione dello stato di conservazione delle 1.082 specie di grilli e cavallette nel Vecchio continente. Un lavoro durato due anni e a cui hanno preso parte 150 esperti nell’ambito di un progetto finanziato dalla Commissione europea.
I risultati dello studio preoccupano gli scienziati. Almeno un quarto delle specie di grilli e cavallette (appartengono alla famiglia degli ortotteri) risulta infatti a rischio estinzione. Questo, rimarca lo Iucn, li rende il gruppo di insetti più minacciato in Europa.
Le cause principali sono due: forme di agricoltura intensiva, eccessiva, e gli incendi in aumento. I ricercatori mettono in guardia in particolare dai rischi di una pericolosa alterazione della catena alimentare: questi insetti sono infatti un’importante fonte di cibo per uccelli e rettili. Senza contare che la loro presenza è da sempre considerata un indicatore della buona salute degli ecosistemi e di biodiversità.
“I cambiamenti repentini del territorio europeo riguardano anche insetti per noi molto familiari”, spiega Jean-Christophe Vié, vice direttore del programma globale dello Iucn sulle specie. “Per evitare che cadano nel baratro dell’estinzione – prosegue – dovrebbe essere fatto di più per proteggere e per ripristinare il loro habitat. Ad esempio con una gestione sostenibile dei pascoli e con pratiche agricole tradizionali. Se non agiamo ora – sottolinea – il suono dei grilli nelle campagne potrebbe diventare presto un ricordo”.
La minaccia principale, evidenzia il rapporto, arriva dallo sfruttamento eccessivo dei pascoli, dall’uso di fertilizzanti, macchinari pesanti, pesticidi e dalle falciature frequenti. Capitolo a parte gli incendi, in aumento, in particolare in Grecia e nell’arcipelago delle Canarie.
Ad esempio la “cicala canaria” dell’isola di Gran Canaria ha già subito un declino di un quarto del suo habitat a causa dei vasti incendi del 2007. Altre specie costiere sono minacciate dallo sviluppo del turismo e dell’urbanizzazione, come una particolare specie di cavalletta in Portogallo.