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Abbandonati dallo Stato, accolti dalle Chiese

Sempre più richiedenti che si vedono rifiutare la richiesta d'asilo politico si danno alla macchia urbana Keystone

Dall'introduzione di regole più severe per l'asilo politico, sempre più richiedenti diventati clandestini si rivolgono alle Chiese per sopravvivere in Svizzera.

Il fenomeno tocca soprattutto le città e inquieta le due grandi comunità religiose svizzere, protestanti e cattolici.

Dal 2004, le regole per ottenere l’asilo politico sono più severe. Se la domanda non corrisponde ai criteri formali previsti, il richiedente si vede respinta automaticamente la domanda. Chi riceve un «no» dalle autorità competenti non ha più diritto a nessun tipo di aiuto sociale ed è tenuto ad abbandonare il paese.

Il Dipartimento federale di giustizia sottolinea l’efficacia delle misure che hanno fatto scendere notevolmente il numero di richieste. Ma le Chiese gridano all’allarme.

Sempre più richiedenti l’asilo, privi di mezzi e spesso senza documenti, si rivolgono infatti alle loro istituzioni caritatevoli, in quanto non ricevono più nessun tipo di sostegno in un paese per loro straniero. Secondo un sondaggio della Federazione delle chiese evangeliche della Svizzera (FCES), la situazione si è aggravata soprattutto nelle città.

Aiuto immediato

In particolare le Chiese evangeliche hanno registrato un aumento di domande di assistenza a Ginevra, Losanna e in altre grandi città, ha affermato Markus Sahli, membro della direzione della FCES, confermando una notizia pubblicata mercoledì dal quotidiano popolare di lingua tedesca «Blick». Tra le necessità, vitto e alloggio si dimostrano i più richiesti.

Con l’inchiesta riferita allo scorso autunno e alla quale hanno preso parte le Chiese di dodici cantoni, la FCES ha esaminato le ripercussioni dell’inasprimento della politica dell’asilo in Svizzera.

In molti cantoni è stato possibile raccogliere cifre concrete, ha detto Sahli. I cantoni di Lucerna, Vaud, dei Grigioni e di Neuchâtel hanno ricevuto complessivamente 120 richieste di aiuti dall’aprile 2004. Si tratta probabilmente solo della punta dell’iceberg e l’inverno peggiora la situazione, ha precisato il delgato.

Analogo l’allarme lanciato già nel dicembre scorso dalla Conferenza episcopale della Chiesa cattolica: anche i centri Caritas e i servizi sociali regionali registrano un numero crescente di persone in cerca di aiuto che si sono viste rifiutare asilo e aiuto dallo Stato.

Solo il 15% delle migliaia di persone che devono abbandonare la Svizzera in tempi brevi, hanno fatto appello all’obbligo di aiuto dei cantoni.

Preoccupazione ecclesiastica

La Federazione delle Chiese evangeliche è preoccupata della tendenza attuale che lascia sprofondare i richiedenti l’asilo respinti nell’illegalità. Ciò è contrario allo spirito umanitario e dello Stato. Inoltre queste persone rischiano di entrare nel mondo della delinquenza e della prostituzione.

Anche i vescovi hanno criticato la politica sostenuta dal ministro della giustizia Christoph Blocher e da una maggioranza del parlamento: «L’Evangelo obbliga ad aiutare chi è nel bisogno», ricordano i vescovi appellandosi ai valori del cristianesimo.

Le cifre ufficiali, rilevate dalla Confederazione, non riescono a smentire le preoccupazioni delle Chiese. Oltre l’90% delle 14’000 richieste inoltrate l’anno scorso sono state respinte. Il numero di chi non ha potuto essere rimpatriato non è chiaro. Solo il 5% è fermato per azioni illegali; il destino di molti altri è sconosciuto.

swissinfo e agenzie

Le domande d’asilo nel 2004 sono state 14’248, il 32,3% in meno rispetto al 2003.
Nel 2004, l’asilo è stato concesso a 1’555 persone.
Le decisioni negative sono state 10’080.

– Dal 1° aprile del 2004, i richiedenti l’asilo esclusi dall’entrata in materia non hanno diritto all’aiuto sociale.

– Le autorità hanno così voluto incitare i richiedenti a «assumersi le proprie responsabilità, abbandonando il territorio immediatamente e con i propri mezzi».

– Con l’entrata in vigore della normativa, i richiedenti che non corrispondono al profilo richiesto sono considerati alla stregua di clandestini.

– In caso di bisogno, hanno comunque la possibilità di ricevere un aiuto d’urgenza, assicurato dai cantoni.

– La Confederazione versa un’indennità forfetaria ai cantoni per il sostegno e l’espulsione di ogni richiedente respinto.

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