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Con Benedetto XVI le riforme languono

Secondo alcuni osservatori, Papa Ratzinger tende a rimanere nell'ombra Keystone

Il 19 aprile, Papa Ratzinger festeggia il primo anno di pontificato. Un anno cominciato con importanti celebrazioni ma che termina piuttosto in sordina.

Per il 2006 gli osservatori cattolici in Svizzera si aspettano di più da Benedetto XVI. Ma molti di loro sono scettici riguardo la reale possibilità che si attuino riforme rilevanti.

I grandi giornali elvetici si sono fatti portavoce della delusione di coloro che si aspettavano dei segni di cambiamento in seno alla Chiesa cattolica.

Mentre il quotidiano svizzero tedesco «Neue Zürcher Zeitung» parla di un inizio «prudente» del nuovo pontificato, Philippe Pfister nel domenicale «Sonntagszeitung» non esita ad affermare che Benedetto XVI sarà ricordato solo nelle note a piè di pagina dei libri di storia.

Secondo i commentatori, Papa Ratzinger non vale il paragone con il suo predecessore Giovanni Paolo II, un pontefice che amava viaggiare per sentirsi più vicino al suo «gregge».

Rispetto a Papa Wojtyla, Benedetto XVI appare meno carismatico e concentrato più che altro sui libri. Durante il suo primo anno di pontificato ha effettuato un solo viaggio all’estero, nella sua Germania natale.

Stile e sostanza

Se risulta chiaro che lo stile del Papa tedesco è molto differente rispetto a quello del suo predecessore, gli osservatori in Vaticano sono concordi nel riconoscere che Benedetto XVI segue la stessa linea teologica di Giovanni Paolo II.

«In Europa occidentale, la maggior parte dei cattolici sperava probabilmente che fossero effettuate delle riforme. Ad esempio attraverso l’abbandono della regola del celibato dei preti o l’ammissione ai sacramenti delle persone divorziate. In questo, Papa Ratzinger li ha certamente delusi», spiega Josef Bossart, direttore dell’Agenzia stampa internazionale cattolica di Friburgo.

Dal canto suo, la teologa svizzera Eva Südbeck-Baur, che dirige la Chiesa aperta «Santa Elisabetta» di Basilea, rileva che, se da un lato il Papa ha scelto il tema dell’amore per la sua prima enciclica, dall’altro lo affronta in modo filosofico.

«Aspettiamo ancora una sua presa di posizione sulle questioni più importanti riguardanti i diritti dell’uomo nella Chiesa cattolica, come ad esempio la possibilità per le donne di farsi prete o il diritto alla non-discriminazione per le coppie dello stesso sesso», sottolinea con rammarico la teologa.

Per Jean-François Mayer, dell’Università di Friburgo, da un ultraconservatore come Ratzinger non ci si dovevano d’altronde attendere profonde riforme: «Non si può certo pensare che si sarebbe trasformato nell’avvocato della causa delle donne nella Chiesa o delle coppie omosessuali», afferma a swissinfo.

Dialogo interreligioso

Felix Corley, esperto britannico nel campo del cattolicesimo, ritiene tuttavia che il basso profilo adottato da Benedetto XVI durante il suo primo anno di pontificato non sia segno di una sua incapacità d’agire: «Credo voglia prendersi del tempo per valutare gli affari ai quali dedicarsi con maggiore attenzione». Secondo Corley, vi sono però già alcuni segnali che lasciano presagire quali saranno le priorità per il pontefice tedesco.

In particolare, si occuperà di intensificare i rapporti con l’Islam. Ma anche di sanare le crepe venutesi a creare con il movimento scismatico Fraternità di San Pio X di Ecône, in Svizzera. I segni di riconciliazione con questa comunità, creata dall’arcivescovo francese Marcel Lefebvre, hanno colto di sorpresa molti osservatori del Vaticano, così come li stupì l’incontro dello scorso autunno fra il Papa e il dissidente teologo elvetico Hans Küng, uno dei suoi critici più severi.

La volontà di riunificazione di Benedetto XVI è evidente anche nel suo approccio nei confronti delle Chiese ortodosse, rileva Mayer. «Sciogliere le tensioni con la comunione ortodossa lascerebbe un’«impronta fondamentale» nel suo pontificato», sottolinea lo storico friburghese.

Gli osservatori sono concordi nell’affermare che il Papa mostra il desiderio di intensificare i rapporti con l’Islam, anche se rilevano che Benedetto XVI è comunque maggiormente interessato al dialogo interreligioso con le altre Chiese cristiane.

«Come molti altri all’interno delle Chiese cristiane, Ratzinger teme il potere dei militanti dell’Islam e insisterà soprattutto sul rispetto dei diritti dei Cristiani che vivono nei Paesi musulmani», conclude Felix Corley.

swissinfo, Morven McLean
traduzione, Anna Passera

Il cardinale Joseph Ratzinger è stato eletto Papa il 19 aprile del 2005. Ha scelto il nome di Benedetto XVI.
Il suo insediamento al soglio pontificio si è svolto il 24 aprile del 2005.
Dall’inizio del suo pontificato, Benedetto XVI ha effettuato due viaggi fuori dai confini del Vaticano: uno lo scorso mese di maggio per una visita pastorale a Bari, in Italia, l’altro ad ottobre, in Germania, in occasione della Giornata mondiale della gioventù.

Papa Benedetto XVI ha dimostrato di volere normalizzare le relazioni con la Fraternità di San Pio X, creata nel 1969 in opposizione alle riforme adottate dal Concilio Vaticano Secondo.

Il fondatore della comunità, l’arcivescovo francese Marcel Lefebvre, era stato scomunicato nel 1988 dopo avere consacrato quattro nuovi vescovi senza il consenso di Roma.

Papa Ratzinger ha anche riaperto il dialogo con uno dei suoi critici più severi, il teologo svizzero Hans Küng.

Secondo gli osservatori, il pontefice mostra così di volere sanare le crepe in seno alla Chiesa cattolica.

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