Corsi di lingue nazionali per gli imam
I predicatori itineranti, come gli imam, dovrebbero seguire in futuro corsi di lingua e cultura locali per ottenere un'autorizzazione di soggiorno in Svizzera.
Università svizzere stanno intanto valutando la possibilità di offrire corsi di formazione accademica per le guide spirituali islamiche.
La formazione dei predicatori itineranti attivi in Svizzera sta suscitando anche l’interesse delle autorità federali.
La nuova ordinanza sull’integrazione contiene infatti delle disposizioni che riguardano anche le attività dei predicatori stranieri di passaggio in Svizzera.
Pubblicata martedì dal giornale Blick, la notizia è stata confermata da Mario Tuor, portavoce dell’Ufficio federale per l’immigrazione, l’emigrazione e l’integrazione (IMES).
L’ordinanza, che dovrà essere trattata dal Consiglio federale probabilmente all’inizio del 2005, è stata globalmente ben accolta in procedura di consultazione.
Interesse pubblico
In base al testo dell’ordinanza, un’autorizzazione di soggiorno, anche di breve durata, può essere fatta dipendere da un’apposita formazione nella cultura e nella lingua locale.
Se l’interesse pubblico lo richiederà, ha precisato Tuor, i corsi di lingua e integrazione dovranno essere obbligatori.
L’interesse pubblico è dato secondo, l’IMES, se la persona in questione intende esercitare una funzione pubblica, quale sacerdote o assistente religioso.
Autorità morale
Per quanto attiene agli imam musulmani, Tuor sostiene che tali persone godono di una relativa grande autorità sui fedeli.
È importante a suo avviso che essi non parlino solo del Corano, ma anche dei valori comuni condivisi in Svizzera, come l’uguaglianza fra i sessi.
L’obiettivo principale dell’ordinanza è fornire agli stranieri condizioni quadro ottimali per meglio integrarsi nella società.
Per raggiungere tale scopo sono previsti corsi di lingua e aiuti per la formazione scolastica e professionale.
Corsi universitari
Appena due giorni fa, un giornale domenicale aveva annunciato che la chiesa cattolica e quella evangelica, sarebbero favorevoli a dei corsi di formazione universitaria per gli imam stabilmente attivi in Svizzera.
Tale proposta, che riprende una rivendicazione formulata in seno alla comunità musulmana, dovrebbe permettere agli imam di assimilare la cultura, gli usi e i costumi locali, evitando nel contempo problemi di integrazione.
Alcune università svizzere hanno in seguito annunciato di valutare le possibilità di proporre una simile formazione accademica alle guide spirituali musulmane.
L’università di Basilea sembra intenzionata ad offrire tale studio già a breve termine, a condizione di poter disporre di un contributo finanziario privato.
Dichiarazioni fondamentaliste
Negli ultimi tempi, la presenza di imam provenienti da contesti culturali e politici assai diversi da quello elvetico hanno dato qualche grattacapo alle autorità, ma anche agli stessi fedeli.
Recentemente un imam saudita ha dovuto lasciare la Svizzera, su invito delle autorità e della stessa comunità musulmana, per aver giustificato le botte dei mariti alle mogli per «correggerle».
Già tre anni fa, membri della comunità islamica avevano denunciato le dichiarazioni fondamentaliste di un altro imam, non tollerando la giustificazione di atti di violenza.
swissinfo e agenzie
Secondo il censimento del 2000, in Svizzera vivono 310’000 musulmani, che costituiscono il 4,3 % della popolazione.
I cattolici rappresentano invece il 42% e i protestanti il 34% della popolazione.
In totale, i musulmani potrebbero però essere più di 400’000, poiché non tutti si sarebbero registrati presso le autorità.
La nuova ordinanza sull’integrazione prevede di imporre corsi di cultura e lingua locali ai predicatori itineranti che desiderano svolgere la loro attività in Svizzera.
L’ordinanza, posta in consultazione, verrà presa in esame dal governo svizzero nel corso del 2005.
La chiesa cattolica e quella evangelica sono invece favorevoli a dei corsi di formazione universitaria per gli imam stabilmente attivi in Svizzera.
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