Guardia svizzera: cinque secoli di tradizione
Se il papa vuole mantenere la sua popolarità, delle concessioni alla propria sicurezza sono inevitabili. Lo dice a swissinfo il comandante della Guardia svizzera.
Elmar Theodor Mäder vuole continuare a guidare un esercito con “500 anni di successi alle spalle” ancora per qualche tempo.
Nel suo ufficio squillano contemporaneamente telefono e cellulare. Il comandante si scusa e risponde a tutti con calma e in modo chiaro. Elmar Theodor Mäder riesce a rimanere imperturbabile, anche quando arriva il presidente della Confederazione Moritz Leuenberger, accolto sabato in udienza privata dal Papa.
swissinfo: In questi giorni è certamente molto impegnato. Come vive questa situazione la sua famiglia?
Elmar Theodor Mäder: Mia moglie è molto comprensiva. Quella di entrare nella Guardia svizzera è stata una scelta comune, dunque anche lei in un certo modo ne fa parte. Per i bambini non è un problema. Di regola ogni sera la trascorro con loro.
swissinfo: Tra le guardie, lei appartiene alla minoranza di coloro che vivono a Roma con la famiglia. Le giovani guardie sono qui da sole. Ciò crea delle tensioni?
E.Th.M.: No, non è che i soldati pensano “Gli ufficiali possono sposarsi e noi no, è ingiusto”. Al contrario: Molti giovani vengono qui per godersi gli ultimi anni da single tra camerati. Per cui non esistono tensioni.
Siamo 15 famiglie con 17 bambini. Ci vuole dunque un po’ di tolleranza. Durante il giorno ci esercitiamo nel cortile. Alla sera ci giocano i bambini. Questa è la nostra piazza.
swissinfo: Le giovani guardie devono fare voto di castità. Ma nel tempo libero vanno in giro per la città. Ci sono dei controlli?
E.Th.M.: Da ogni soldato pretendo che il rispetto dei valori della Chiesa anche se sono cosciente che non è sempre facile, soprattutto in un’epoca come quella attuale, in cui il sesso è dappertutto. Credo però che questi ragazzi ne siano capaci.
Controllare e spiare è però fuori dai miei schemi. Confido sulla parola dei ragazzi. Se questa non viene rispettata devo parlare con l’interessato e tirarne le debite conseguenze.
Già durante la formazione dico una guardia è guardia in ogni momento e in ogni luogo. A Roma siamo conosciuti anche per questo.
swissinfo: Fino a che punto un soldato deve rispettare le posizioni del Vaticano?
E.Th.M.: Ogni azienda pretende dai propri collaboratori una certa identificazione. Il nostro ‘pensiero aziendale’ è la fede cattolica, per la quale ogni guardia deve dimostrare di essersi impegnata già in precedenza.
So che in Svizzera vi sono anche posizioni contrarie a quelle del Vaticano. Da una guardia pretendo tuttavia un’attitudine positiva. Discutendo tra colleghi le critiche sono permesse, ma quando si è in servizio assolutamente no.
swissinfo: Le guardie svizzere sono responsabili della sicurezza del papa. Sono credibili in questo senso?
E.Th.M.: Certamente all’apparenza potrebbe sembrare che serviamo più a dare un tocco di colore e a prestare un servizio onorifico… Tuttavia le statistiche dimostrano che passiamo l’80% del tempo a montare la guardia e solo l’8% ad assicurare il servizio onorifico.
Indossiamo la tradizionale uniforme anche quando facciamo la guardia. Ciò crea un’atmosfera amichevole. Penso che una divisa tipicamente militare non sarebbe invece adeguata. Il nostro aspetto sarebbe troppo militaresco.
Per la protezione personale del pontefice impieghiamo esclusivamente dei quadri perché servono esperienza, capacità e abilità nel valutare la situazione.
A ciò si aggiunge la tecnica di difesa personale. Questa la alleniamo in Svizzera in collaborazione con l’esercito. Anche nel confronto internazionale siamo assolutamente all’avanguardia.
swissinfo: Il papa cerca il contatto con la gente e si mostra molto aperto. In che misura ciò complica il vostro lavoro?
Se una persona diventa papa, suppongo che abbia sviluppato una grande fiducia in Dio. Il pontefice non è certo la personalità più facile da proteggere. Immagino che il presidente degli Stati Uniti si lasci consigliare più facilmente in questo senso.
D’altro canto il papa deve poter svolgere il suo ruolo. Prendiamo l’immagine del pontefice dietro un vetro blindato: resta certamente visibile, ma non ha più lo stesso effetto. Stringere le mani, parlare con la gente, questi contatti devono continuare ad essere possibili.
Ciò significa fare delle concessioni alla sua incolumità. La sicurezza assoluta non è possibile nemmeno per il papa.
swissinfo: Lei ha detto che finché sarà comandante le donne non faranno mai parte della Guardia svizzera. La ragione sarebbe la mancanza di spazi adeguati. Ve ne sono altre?
Le dimensioni dei locali sono un problema che volendo si potrebbe anche risolvere. La ragione principale risiede nella difficoltà nel dirigere una truppa mista.
Non sono l’unico a rendere attenti su questo punto. In molti posti sono state introdotte delle truppe miste per motivi politici e non perché ciò era ragionevole.
Dove ci sono donne e uomini giovani, ci sono dei contrasti. La domanda non è di chi è la colpa. Questo non c’entra. Quello che mi chiedo è perché, in una caserma piccola come la nostra, dobbiamo crearci certi problemi, fintanto che abbiamo guardie a sufficienza.
swissinfo: Perché nella Guardia svizzera non vi sono stranieri?
E.Th.M.: Una truppa comprendente stranieri sarebbe ancora più difficile da gestire che una con le donne… Siamo in pochi e già parliamo quattro lingue…
Inoltre si aggiungerebbero differenze di mentalità. Anche militarmente parliamo lingue diverse. È vero che anche in Kosovo – ad esempio – convivono diverse nazionalità una accanto all’altra, ma ogni paese ha la propria organizzazione.
La Guardia Svizzera resiste da 500 anni. Ora mi chiedo: perché bisogna cambiare?
swissinfo, Andreas Keiser, Roma
(Traduzione: Michel de Marchi)
Il 6 maggio è la giornata d’onore della Guardia svizzera. Ogni anno in questo giorno le nuove leve prestano giuramento in Piazza San Pietro.
Il 6 maggio 1527 – durante il “Sacco di Roma” – 147 soldati persero la vita per difendere quelle dell’allora Papa Clemente VII.
Quest’anno il 6 di maggio rappresenta anche il culmine dei festeggiamenti per il 500esimo della Guardia svizzera pontificia.
La guardia svizzera pontificia è stata creata nel 1506 da Papa Giulio II della Rovere. Composta da soli 110 uomini, è l’esercito più piccolo e antico del mondo.
Elmar Theodor Mäder è comandante della Guardia svizzera dal novembre 2002.
Nato il 28 luglio 1963 a Zuzwil, canton San Gallo, nel 1990 si è laureato in giurisprudenza all’università di Friborgo.
È stato cancelliere del tribunale cantonale di San Gallo e in seguito ha aperto un proprio ufficio a Zugo.
Vive con la moglie e i tre figli in un appartamento messo a disposizione dal Vaticano.
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