Inserzioni antimusulmane sollevano indignazione
La comunità musulmana, la Commissione federale contro il razzismo e quella degli stranieri denunciano una dura campagna di inserzioni in vista delle votazioni federali sulle naturalizzazioni.
Secondo i promotori della campagna, la popolazione islamica supererà ben presto quella cristiana.
La campagna politica in vista delle votazioni federali del prossimo 26 settembre sui due progetti di revisione della legge sulla naturalizzazione degli stranieri comincia ad assumere toni più aspri.
Ad attizzare gli animi sono state in questi giorni delle inserzioni pubblicate su alcuni quotidiani svizzeri da un Comitato apartitico contro le naturalizzazioni in massa.
Già il titolo dell’annuncio è più che esplicito: “I musulmani saranno ben presto la maggioranza della popolazione?”.
Il testo presenta una serie di calcoli e di grafici per dimostrare che gli effettivi della comunità musulmana residente in Svizzera si raddoppiano ogni dieci anni.
Entro pochi decenni i musulmani potrebbero quindi superare perfino i cittadini svizzeri di confessione cristiana.
Il Comitato invita evidentemente la popolazione a respingere il progetto di naturalizzazione dal momento che “i musulmani pongono la loro religione al di sopra delle nostre leggi”.
E per evitare che “il popolo svizzero non possa più decidere con chi vuole convivere”.
Calcoli assurdi
Nel suo annuncio, il Comitato apartitico contro le naturalizzazioni in massa manipola diverse fonti di informazioni, tra cui anche quelle dell’Ufficio federale di statistica, per estrapolare delle previsioni sull’arco dei prossimi decenni.
“Si tratta di calcoli assurdi”, afferma Mario Tuor, portavoce dell’Ufficio federale dell’immigrazione, dell’integrazione e dell’emigrazione (Imes).
“Tra il 1990 e il 2000 il numero dei musulmani è effettivamente raddoppiato in Svizzera, poiché abbiamo accolto molte persone sfuggite dalla crisi nell’ex-Jugoslavia. Ma si trattava di una situazione eccezionale”.
Negli ultimi anni, fa notare ancora Mario Tuor, vi sono state molto meno persone giunte dall’ex-Jugoslavia o dalla Turchia. Il numero più consistente di immigrati proveniva da paesi come la Germania o il Portogallo.
“E anche il tasso di fertilità della comunità musulmana residente in Svizzera supera appena quello dei cittadini svizzeri. Per i turchi è in media del 2.0 % e per i musulmani di altri paesi del 2,3%”, aggiunge il portavoce dell’Imes.
UDC contenta
Il Comitato apartitico contro le naturalizzazioni in massa non è uscito allo scoperto per quanto concerne la sua composizione.
L’Unione democratica di centro (UDC), l’unico grande partito che si batte contro i progetti di riforma della legge sulla cittadinanza, afferma di non essere il mandante delle inserzioni.
Anche se un noto membro di questa formazione politica di destra, Ulrich Schlüer, ha confermato in questi giorni di aver messo il proprio indirizzo e un conto postale a disposizione del Comitato.
“Questo annuncio non è stato commissionato dall’UDC e non finanziamo neppure il Comitato apartitico contro le naturalizzazioni in massa”, comunica Roman S. Jäggi, portavoce del primo partito svizzero.
In passato l’UDC aveva sollevato diverse polemiche, pubblicando inserzioni di questo tenore sulla stampa. In particolare contro i richiedenti l’asilo, presentati come dei criminali, con un forte spirito di generalizzazione.
Per Roman S. Jäggi la campagna del Comitato è positiva: “Queste inserzioni ci aiutano, poiché contribuiscono ad informare la popolazione”.
“È chiaro che il tema della naturalizzazione è sempre molto delicato. Ma queste inserzioni non possono essere considerate xenofobe, dal momento che si limitano a fornire dei dati sull’evoluzione della popolazione in Svizzera”, aggiunge il portavoce dell’UDC.
Reazioni indignate
Di parere opposto il Partito socialista. “È un insieme di stupidità che hanno come solo scopo di avvelenare la campagna politica”, ha dichiarato al quotidiano Le Temps, il portavoce dei socialisti Jean-Philippe Jeannerat.
Da parte sua, la Commissione federale degli stranieri (CFS) si dice “indignata e preoccupata” da questa campagna di propaganda politica.
A detta di Francis Matthey, presidente della CFS, gli autori delle inserzioni “tentano di diffondere soltanto paura tra la popolazione, generando un’atmosfera pericolosa che minaccia la pace sociale.
Anche la Commissione federale contro il razzismo (CFR) si è immediatamente scagliata contro questa campagna.
“Queste inserzioni sono indegne di una democrazia. L’anonimato, dietro il quale si nasconde il Comitato, è particolarmente subdolo. In una democrazia si dovrebbe aver il coraggio di far conoscere il proprio nome”, afferma Georg Kreis, presidente della CFR.
La CFR, che non ha un mandato giuridico per intervenire in casi di violazione della legge sul razzismo, non sporgerà comunque una denuncia.
“Spetta alle autorità chiarire se questi annunci sono contrari alla legge antirazzismo”, sottolinea Kreis.
Musulmani feriti
Secondo Farhad Afshar, presidente del Coordinamento delle organizzazioni islamiche in Svizzera (Kios), una denuncia non avrebbe nessun effetto in questo caso.
“Queste inserzioni feriscono i sentimenti dei musulmani in Svizzera. Bisogna lanciare una campagna politica contro iniziative di questo genere”, ritiene Fharad Afshar, che confida inoltre nel buon senso della popolazione.
Per Ahmed Benani, docente di antropologia delle religioni preso l’Università di Losanna, queste inserzioni dimostrano una chiara incomprensione nei confronti del mondo islamico.
“La maggior parte dei musulmani che vivono in Svizzera sono perfettamente integrati. Bisogna inoltre tener conto che soltanto il 10% di loro praticano la religione islamica”.
swissinfo, Armando Mombelli
Il 42% delle persone residenti in Svizzera sono di religione cattolica.
Il 33% protestante.
Il 4% musulmana.
Un altro 4% professano altre religioni.
L’11% non seguono nessuna religione.
Il 26 settembre il popolo svizzero sarà chiamato ad esprimersi in merito a due temi che concernono la naturalizzazione agevolata degli stranieri.
Un ignoto Comitato ha pubblicato in questi giorni delle inserzioni che invitano la popolazione a votare contro i progetti di revisione della legge, per evitare che entro pochi decenni la comunità musulmana diventi più numerosa di quella cristiana in Svizzera.
Diversi giornali si sono rifiutati di pubblicare questi annunci.
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