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La fisiognomica di Lavater al Kunsthaus di Zurigo

La mostra su Lavater al Kunsthaus di Zurigo durerà fino al 22 di aprile Keystone

Con una voluminosa mostra il Kunsthaus di Zurigo consente, fino al 22 aprile, di entrare nel gioco di luci ed ombre dell'illuminismo attraverso uno spirito molto controverso del tempo come Johann Caspar Lavater (1741-1801).

Per alcuni era un ciarlatano, per altri un genio. Goethe definì Lavater “un individuo unico, eccezionale, come non si è mai visto e mai si vedrà”. Di sicuro il teologo e scrittore zurighese suscitò insulti ed elogi grazie al suo tentativo di conciliare scienza e teologia, illuminismo ed esoterismo cristiano in una nuova scienza naturale dell’anima e del corpo: la fisiognomica.

Questa sua passione è documentata da un’enorme raccolta di studi, ritratti, disegni e scritti, di cui adesso, in occasione del 200esimo anniversario della sua morte, il Kunsthaus presenta un’attenta selezione. Figlio di un medico, dopo gli studi di teologia a Zurigo e in Germania, Lavater divenne pastore protestante.

I suoi interessi erano soprattutto di carattere letterario e religioso. Fu indubbiamente attratto dall’illuminismo, ma respinse con veemenza le idee della rivoluzione francese, che lui percepiva come ostili alla fede. Sotto l’influenza del naturalista e filosofo ginevrino Charles Bonnet, arrivò alla convinzione che le qualità spirituali e morali dell’uomo possano essere desunte dai caratteri somatici degli individui.Su queste sue idee (poi dimostrate scientificamente infondate nel XX secolo), Lavater scrisse i suoi “Frammenti fisiognomici” che lo resero famoso in tutt’Europa.

La sua opera suscitò tuttavia non soltanto una grande frenesia intorno alla fisiognomica, ma anche polemica e feroce sarcasmo. Di quell’avventura intellettuale rimane oggi una gigantesca raccolta di oltre 22 mila documenti. Si tratta di materiale illustrativo che Lavater chiedeva ad amici e conoscenti e che poi commentava con le sue annotazioni di fisiognomica.

Alla morte di Lavater, per pagare i debiti la famiglia vendette il suo archivio al conte viennese Moritz von Fries, dal quale venne acquistato nel 1827 niente meno che dall’imperatore Francesco I per arricchire la sua collezione privata. Oggi tutto il materiale è custodito dalla Biblioteca nazionale austriaca, che ne aveva mostrato al pubblico una piccola parte nel 1999, in occasione di una mostra di capolavori grafici dal XVI al XVIII secolo.

La mostra attuale al Kunsthaus di Zurigo conta quasi 500 pezzi, provenienti dalla Biblioteca nazionale austriaca ma anche dalla Zentralbibliothek di Zurigo, da privati e da musei svizzeri, tedeschi, francesi e americani.

Una prima sezione della mostra comprende ritratti di contemporanei, studi di occhi, serie d’immagini della pseudo storia dell’evoluzione, ritratti di Lavater e rappresentazioni di Cristo come modello di volto ideale. La seconda parte è di carattere biografico e documenta l’enorme rete di rapporti che Lavater coltivava nella comunità degl’intellettuali del tempo. All’ambiente storico-culturale in cui si affermò l’illuminismo è dedicata un’altra sezione.

E non manca una rassegna della pittura europea del tempo, con opere di maestri come Füssli, Blake, Tischbein e altri. Infine, la mostra è accompagnata da un nutrito programma di conferenze, tenute da intellettuali svizzeri e tedeschi, settimanalmente a partire dal 15 febbraio.

Silvano De Pietro, Zurigo

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