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“La religione dà risposte, l’arte fa domande”

Manifestazione a Londra in favore del velo islamico nelle scuole: una foto di Lidwien van de Ven (Kunstmusem Thun). Paul Andriesse Gallery, Amsterdam/Lidwien van de Ven

Al Kunstmusem di Thun artisti di fama internazionale si cimentano con una questione fondamentale per l'arte e per la società: il nostro rapporto con la religione.

Dall’influsso dei predicatori televisivi sul linguaggio politico di George W. Bush, alla pistola nascosta nella bibbia dei film western, fino al Corano recitato al supermercato. Nessuna provocazione volgare, ma molta ironia e sensibilità per un tema che resta delicato, se non tabù.

Nonostante il filosofo tedesco Nietzsche avesse decretato già alla fine del XIX secolo che dio era morto, la religione sembra godere di ottima salute, a dispetto della secolarizzazione delle nostre società occidentali.

Di religione non si è mai sentito parlare tanto, e non solo a causa della lotta contro “l’asse del male” di George W. Bush, cui corrisponde la guerra santa di Osama bin Laden. Il problema della convivenza interreligiosa esiste da sempre.

Vista la complessità e la varietà del tema “religione”, centrale per l’arte che per secoli è stata al servizio della chiesa, la mostra si concentra su singoli temi specifici. Non presenta però opere scandalistiche, tipo il papa abbattuto da un meteorite di Maurizio Cattelan: “Non volevo provocare, ma far riflettere su di un tema imprescindibile per l’arte e per la società”, dice a swissinfo Madeleine Schuppli, direttrice del museo e curatrice della mostra.

Delizia turca

Forse l’opera più provocatoria viene dalla Germania: è “Turkish Delight” di Olaf Metzel, un nudo di donna con velo islamico. La statuetta di bronzo patinato in stile “orientaleggiante”, una corrente che ebbe grande influsso sull’arte occidentale, emana un senso di pacatezza classica, se non fosse per il velo, che la colloca immediatamente nella nostra tormentata epoca.

E di integrazione delle donne islamiche nella società occidentale parla anche in modo esplicito una foto di Liewien Van de Ven, artista olandese: durante una manifestazione di strada alcune donne di nero velate esibiscono un cartello su cui sta scritto “Integrazione”.

Ai nostri occhi occidentali chiedere l’integrazione da sotto un burqa pare uno scherzo. Eppure queste donne sono serissime, attive politicamente, ben lontane dallo stereotipo delle donne islamiche nascoste in casa a badare ai figli. Queste musulmane di Londra sono scese per strada proprio per protestare davanti all’ambasciata francese contro il divieto del velo islamico nelle scuole!

Il mistero è uno schermo nero

Impressiona il video dell’inglese Mark Wallinger “Via dolorosa”, che usa scene del film di Franco Zeffirelli “Gesù di Nazareth” con un approccio opposto a quello pieno di sangue e torture di Mel Gibson in “La passione di Cristo”.

Lo schermo è quasi interamente coperto da una zona nera e resta visibile solo una cornice. La tragedia personale di un uomo condannato a morte ingiustamente è nascosta, censurata. Per pietà, ma anche perché il mistero della fede resta impenetrabile, come uno schermo nero, che fa pensare anche al vuoto abissale, di cui non si intravede la fine, in cui ci dibattiamo alla ricerca di un senso più profondo. Quest’opera è stata acquistata dal Duomo di Milano ed è visibile nella cripta.

Ci sono altre opere meditative come questa, o come le foto della propria aura scattate per tre anni consecutivi dall’artista residente in Svizzera Dominik Stauch, o il video “Morning after the Deluge”, in cui l’artista americano Paul Pfeiffer sovrapponendo l’alba e il tramonto, crea una strana impressione di alterazione della percezione (un mandala della perfetta unione mistica? Il centro luminoso dell’essere liberato dalle pene terrene, o l’apocalisse, quando il tempo si ferma e non scorre più?)

La moda delle croci e degli amuleti

La sala principale è dedicata alle foto tessera ritoccate con il pennarello nero di Mark Wallinger, che con ironia e forte impatto visivo sottolinea la superficialità con cui spesso l’individuo viene classificato attraverso i segni esteriori, tipo barbe folte o strani copricapi. Fatto che può comportare notevoli fastidi ai controlli aeroportuali, da qui il titolo, “Passport Control”.

Alcune opere concettuali lasciano più indifferenti, anche se l’idea che vi sta dietro è suggestiva, come la tenda fatta intessendo insieme un velo cristiano e un velo islamico, o la bigiotteria di croci dorate e altri oggetti di culto appesi al soffitto, simboli di tradizioni secolari ridotti a banali decorazioni di cui si adornano i rapper di New York.

E per non dimenticare che i conflitti religiosi sono anche interni ad una stessa confessione, basta guardare il video di Valérie Mréjens, in cui un ebreo ortodosso racconta di come a 40 anni abbia di colpo perso la fede. Ha dovuto lasciare sei figli, per essersi tolto gli abiti neri e tagliato i tradizionali ricciolini.

swissinfo, Raffaella Rossello, Thun

“Choosing my Religion” Kunstmuseum Thun.
Dal 15 settembre al 19 novembre.
12 artisti internazionali sul tema religione e società.

Il Kunstmuseum di Thun presenta cinque o sei mostre di arte contemporanea all’anno.

Periodicamente vengono anche esibite le opere della collezione permanente.

Una sala speciale (Projektraum enter) è dedicata a giovani artisti emergenti.

Verso la fine dell’anno viene inoltre presentata una selezione dei più interessanti artisti attivi nella regione.

Il titolo parafrasa la famosa canzone del gruppo rock americano R.E.M, “Loosing my Religion”, che parla della perdita della fede. “Choosing my Religion” (Scegliere una religione) suggerisce invece l’ampia scelta esistente sul “mercato” delle religioni, dalle chiese libere ai culti più tradizionali.

Gli artisti affrontano questioni come l’identità, il riconoscersi o meno nei segni esteriori di una religione, il senso di appartenenza ad un gruppo, e anche il legame tra religione e violenza.

Una piccola guida pubblicata dal museo introduce gli artisti e contiene brevi saggi esplicativi sulle loro opere (in tedesco e in inglese).

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