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“Libri, non bombe!”

Liceali di Losanna in prima fila contro la guerra Keystone

Migliaia di studenti hanno organizzato mercoledì azioni di protesta contro la guerra in Iraq, nell'ambito della giornata di mobilitazione internazionale "Libri, non bombe!".

Le Chiese e le comunità religiose hanno celebrato servizi ecumenici a favore della pace.

L’appello “Libri, non bombe!” è stato lanciato negli Stati Uniti. I promotori chiedono di abrogare le sanzioni contro il popolo iracheno e di destinare i budget militari all’educazione e alla promozione della pace.

In Svizzera ha aderito all’appello per la giornata di mobilitazione il Coordinamento nazionale svizzero contro la guerra, che aveva già organizzato la mega manifestazione del 15 febbraio a Berna.

Una dimostrazione che ha rivelato l’impegno dei giovani contro la guerra, ha sottolineato la vicepresidente del Sindacato edilizia e industria (SEI), Rita Schiavi.

“Gli studenti si tengono in contatto al di là delle frontiere e sono determinati a continuare la protesta”, ha aggiunto.

Manifestazioni a Zurigo e nella Svizzera francese

Le azioni sono state organizzate da gruppi locali e non ovunque sono state seguite, anche a causa della mancanza di informazione. A Zurigo 1’500 ragazzi hanno manifestato pacificamente per le vie della città vecchia.

Sulla piazza Bellevue molti giovani si sono seduti per terra bloccando il traffico per un’ora. Anche a Losanna, oltre mille liceali (da 3’000 a 4’000 secondo gli organizzatori) sono sfilati nelle strade del capoluogo vodese per esprimere la loro opposizione ad un eventuale intervento armato in Iraq.

Questi giovani hanno scelto lo sciopero per inviare un messaggio chiaro al Consiglio federale, ha spiegato il collettivo “giovani contro la guerra e il G8”.

Alcuni studenti hanno deciso di astenersi dalle lezioni, altri invece hanno esposto lenzuola bianche alle finestre delle scuole. Un raduno di ragazzi che indossavano foulard bianchi si è tenuto anche alla Chaux-de-Fonds.

L’ostacolo delle vacanze

Nel canton Turgovia, solo gli studenti del liceo di Frauenfeld hanno aderito all’azione riunendosi nell’Aula magna e gridando il loro no alla guerra.

Nelle scuole medie di Romanshorn e Kreuzlingen invece gli allievi non sapevano della protesta e non hanno organizzato nulla. Anche al liceo di Sciaffusa non vi è stata alcuna informazione.

In Vallese l’azione “books not bombs” non è stata praticamente seguita a causa delle vacanze scolastiche. Solo un piccolo gruppo di studenti si è radunato a Sion rispondendo all’appello del Movimento per il socialismo.

Proprio a causa delle vacanze scolastiche, in Ticino la protesta degli studenti si è già svolta il 21 febbraio. Alla manifestazione prevista mercoledì a Lugano la partecipazione è stata scarsa.

A Basilea e nei cantoni cattolici le scuole sono chiuse per ferie e in alcune città sono state organizzate manifestazioni nel tardo pomeriggio. A Berna circa 200 studenti si sono diretti verso l’ambasciata statunitense per un picchetto di protesta.

La protesta religiosa

Anche le Chiese e le comunità religiose si sono mobilitate contro la guerra. Nella cattedrale di Berna si è svolta una cerimonia interreligiosa a favore della pace, organizzata dalla Federazione delle Chiese evangeliche della Svizzera (FCES), dalla Conferenza dei vescovi svizzeri, dalla Federazione svizzera delle comunità israelitiche (FSCI) e dal Coordinamento delle organizzazioni islamiche.

Erano presenti anche le consigliere federali Micheline Calmy-Rey e Ruth Metzler. Le Chiese – hanno spiegato – respingono ogni tentativo di creare un fossato di sfiducia e inimicizia fra di esse e vogliono invece rafforzare il dialogo e il legame di pace che le unisce.

A Zurigo le comunità cristiana, ebraica e mussulmana hanno organizzato un concerto interconfessionale nella cattedrale. Al termine il sindaco Elmar Ledergerber ha acceso un falò in favore della pace all’interno di una scultura realizzata da Vincenzo Baviera.

Il fuoco dovrebbe bruciare 24 ore su 24 nelle prossime settimane per esortare alla pace. Anche a Neuchâtel fedeli delle tre religioni si sono ritrovati per partecipare ad una preghiera per la pace e all’abbazia di Einsiedeln un’ora di orazioni è stata dedicata alla pace nel mondo.

swissinfo e agenzie

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